CITAZIONE (^Ned^ @ 2/1/2021, 19:46)
Non ho potuto fare a meno di votare capolavoro anche io.
Per me questo albo è quello in cui Castelli rivoluziona senza clamore Martin Mystère, facendo nascere il cosiddetto BVZM: il lavoro di analisi e di introspezione del personaggio scolpisce una figura che, accogliendo tutto il suo retroterra esistente senza rinnegare nulla, cresce psicologicamente ed emotivamente, affermandosi come novità che scaturisce coerentemente da tutte le esperienze pregresse.
Questo Martin (un riflesso di Castelli) è un "signore" in tutti i suoi modi di essere; pacato, sobrio, razionale, autocritico, capace della autoanalisi più spietata ma estraneo a isterismi, sentimentalismi effettistici e sensazionalismi. La sua cultura non è un mero serbatoio nozionistico di fatti e citazioni colte, ma è parte integrante del suo essere, del suo stile di vita, del modo in cui si relaziona con Java, Travis e Diana, i quali a loro volta riflettono la sua maturità di adulti che affrontano la vita con l'intelletto, la ragione, l'umanità e la civiltà, anche di fronte alle peggiori disgrazie.
C'è non solo una sobrietà di fondo, ma una dignità impareggiabile nel loro modo di essere, che è anche una forma di altruismo, perchè non importa quanto possano soffrire, essi non sfogheranno mai il tormento per le loro disgrazie sul prossimo o sulle persone care. Si tratta di una caratterizzazione profonda, atipica, esemplare e soprattutto ammirevole, perchè Castelli sceglie di descrivere un Martin che è come lui stesso si sforza di essere: invece che un personaggio falsamente consolatorio in quanto "è come noi", il suo Martin è un esempio idealizzato, anche nei suoi difetti, a cui Castelli come tutti noi non riesce a giungere, ma a cui ambisce, per migliorare se stesso e ciò che lo circonda.