Uno dei migliori romanzi che abbia letto. È un libro splendido fin dall'inizio, visto che già il primo capitolo (che contiene il primo esercizio di scrittura di Baudolino) è geniale e divertentissimo. Meravigliosa, subito dopo, nel secondo capitolo, la descrizione del saccheggio di Costantinopoli avvenuto durante la quarta crociata. Il romanzo si presenta come un'avventura picaresca, dato che presenta come protagonista un giovane contadino della terra dove da lì a breve sorgerà Alessandria, che viene adottato niente meno che dall'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico Barbarossa. Meravigliosa la ricostruzione di avvenimenti storici presentata da Eco e la minuziosa attenzione ai dettagli. Ad esempio, il fatto che San Pietro sarebbe intervenuto di persona durante l'assedio di Alessandria dalla parte degli assediati (che, nella finzione del romanzo, è un trucco ideato da Baudolino) non è un'invenzione dell'autore, ma bensì una vera leggenda popolare. Nello stesso contesto, è anche vero, per esempio, il curioso modo con cui la città di Alessandria si salvò dell'assedio del Barbarossa (grazie a una vacca), e anche il nome del padre di Baudolino è quello del salvatore della città, secondo la tradizione. Ben ricostruita la complessa situazione dell'Italia in quel periodo, caratterizzata da continue alleanze e tradimenti tra città e città e tra città e impero. Molto interessanti i vari discorsi filosofici, teologici e sociali presentanti all'interno della narrazione spesso attraverso dibattiti tra i personaggi. Insomma, leggere Eco è un vero piacere perché i suoi romanzi miscelano avventura e tanta cultura, per cui non si smette mai di imparare. A un certo punto (quando Baudolino e i compagni si stanno avvicinando al regno di Padre Giovanni) il racconto, da romanzo prettamente storico, per una serie di capitoli diventa quasi un fantasy e all'inizio questo mi ha un po' spiazzato, ma poco dopo ho iniziato a apprezzare molto questo viaggio nei bestiari medievali (sciapodi, blemmi, panozi, cinecefali, satiri, chimere...). Il finale, in cui vengono proposte ben tre soluzioni (di cui probabilmente è l'ultima a essere vera), una più sorprendente e ingegnosa dell'altra, dell'assassinio del re Federico Barbarossa, è meraviglioso e appassionante a dir poco. Ho anche trovato magnifica e poetica l'uscita di scena di Baudolino alla fine del romanzo. Inoltre, sia il mistero del Gradale (il Graal) che quello del regno di Padre Giovanni mi hanno sempre incuriosito. Ottima, infine, la celebrazione dell'utopia evidenziata dal personaggio del protagonista, che si presenta come un bugiardo matricolato ma che crede fermamente in ciò che dice. Anche lo stile dello scrittore mi è piaciuto: non sarà così immediato e scorrevole come quello di molti altri scrittori moderni, eppure mi ha a suo modo appassionato; molto buona la conoscenza grammaticale e sintattica dell'italiano. Ottimo romanzo, da leggere.
Edited by Magico Vento - 9/8/2022, 12:03
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