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Riemerge dalla mailing list la trama originale di questi albo, esposta dallo stesso Castelli con tanto di dialoghi: inizialmente, il "nostro" satellite avrebbe dovuto essere la causa del deterioramento dei rapporti tra Atlantide e Mu, e non l'arma finale.

E' un refuso: come viene chiarito in seguito, si tratta della Base Madre.
Ma Castelli, mentre sceneggiava, aveva in mente la storia sarda, a cui infatti poi si riallaccia, e così confuse i due nomi.

Nota che "Roncisvalle" e "Orrore a Karnak!" si svolgono entrambe nell'arco di due-tre mesi del 1990, mentre il n. 100 si svolge nel 1989.
Sembra che Castelli abbia cercato di incastrare le storie in modo tale che "realisticamente" potessero essersi svolte tutte nel 1990, nonostante quegli ampi intervalli temporali.

A questo punto della serie, sappiamo che gli Uomini In Nero esistono almeno dai tempi dei Fenici (Terith): risulta quindi indigesta l'idea che gli Uomini in Nero apprendano dell'esistenza dei mutanti solo alla fine degli anni 1980, e solo tramite studi dei Nazisti a cui gli UiN non avevano mai avuto accesso (come dire che tra i Nazisti non c'erano UiN). Sembra quasi che gli UiN siano stati creati solo in epoca moderna (1950?), a leggere questa storia.
Ci risiamo col riciclo delle idee Marvel, forse perché con Nathan Never e Dylan Dog, queste citazioni a piene mani erano ormai la moda: John Merrick diventa Charles Xavier e il supercomputer Cerebro, tutti in uno; l'UiN Mutante tormenta Merrick come faceva l'Arcano prima delle Guerre Segrete; Pat è una Dragoluna coi poteri di Wolverine.
Nel segmento finale, la trama si stanca di Pat e passa a un'altra bella Donna In Nero infiltrata nell'ONU, ma recupera la calva in extremis per un'uscita di scena illogica: in albergo, Martin l'ha esplicitamente respinta; in seguito, Pat non ha più combinato niente con lui; perché, quindi, quel finale strappalacrime in cui Pat agisce come se fosse stata sedotta e abbandonata?

La sofferenza maggiore per me è l'idea che Atlantide abbia creato, e poi lasciato nell'Impero della Fenice come se niente fosse, un traliccio dell'elettricità capace nientemeno che di spegnere il sole. Non so se rendo l'enormità del conseguimento scientifico e tecnologico: più che sufficiente per vincere tutte le guerre contro Mu in 5 minuti. Per carità di patria, diciamo che Soneb ha trovato il covo di uno scienziato pazzo morto prima di usare la sua "invenzione", magari un seguace di Oduarpa o addirittura un Marziano (non necessariamente Satiro, anche il batrace va bene), il che farebbe risalire la cosa a molto più di decimila anni fa, implicando che l'Impero della Fenice non sapeva di questo covo. Visto che ci siamo, buttiamoci dentro Arya e Lemuria come precedenti "nazioni" in cui fu sviluppato questo traliccio.

Ricordiamo che lo Speciale "New Atlantis" (dell'anno precedente) aveva già riportato le previsioni di cambiamento climatico, con conseguenze sociali che stiamo osservando adesso: gli abbiamo dedicato un post sul blog. In precedenza, Ruta e Daitya e pure la civiltà dei Satiri di Marte sono state spazzate via dalle conseguenze dell'inquinamento.

Edited by IlReRosso - 23/9/2022, 20:46

Di Paperino, in realtà: si vede l'albo nella pagina finale, se non sbaglio.
Carl Barks, come anche Gottfredson, ha avuto un'influenza enorme sull'immaginario di Castelli: consiglio vivamente di leggere questa storia.

Ma io ho dimenticato dove ho scritto il contrario (anche perchè Get a Life! vive di recuperi).


Ha un talento psichico acclarato, che le consente di entrare in contatto con persone oltre il tempo e lo spazio e le dà capacità telecinetiche. In entrambi i casi, non sembra avere un controllo cosciente sui suoi poteri. La classificherei come "ESPer" (tipica definizione usata ad Altrove) o come una mutante analogamente a J Merrick e l'Uomo In Nero suo nemico (ma, alla fine, che differenza c'è?).

Da notare che Castelli aveva già accennato a questa sua teoria ne "I misteri di Londra", dove la gente di Neverneverland, isolata dal resto del mondo, cessa di invecchiare.

Ancora sofferenza per le facce ridisegnate di Martin Mystère.

Da notare che in due storie di fila Martin ha a che fare con una ragazzina bionda che scatena violenti poteri psichici in reazione all'odio (interiore in un caso, esteriore nell'altro) e manco si degna di notarlo o di correlare le cose.

Nel caso di Java, secondo me considerarono Java troppo simile a Hulk, da quel che sopravvive dell'arte originale.

Dimenticavo che la Marvel viene saccheggiata anche per quanto riguarda l'idea di base della storia: la cittadina nel profondo degli USA, abitata da reazionari rancorosi e ansiosi di sfogare il loro odio, e la creatura superumana ed empatica che reagisce con violenza ai sentimenti come l'odio sono gli elementi fondamentali di Man-Thing.

Da notare il breve accenno di caratterizzazione di Diana, che si accorge che il suo lavoro per lei è quasi un hobby: si ritrovano simili tentativi di caratterizzazione dei comprimari anche ne "Gli eroi di Troia".

Che sofferenza vedere l'arte di Rinaldi "corretta" da Bignotti (o Pepe o non so chi altri) con uno stile così dolorosamente diverso, specialmente per quanto riguarda la faccia e le pose di Java durante la lotta dentro la casa di Sally, e i primi piani di Martin. Una storpiatura orribile.

Non me lo ricordavo così brutto.
Purtroppo la "cultura" di Chiaverotti è prevalentemente televisivo-cinematografica, e quindi non può che esordire con un frullato di film dell'orrore per adolescenti come Poltergeist e Nightmare, faticando non poco a nascondere il suo feticcio stracitato fino alla nausea, Beverly Hills 90210, specialmente quando in scena c'era Brenda (che pure è del 1990, un anno dopo: quindi non fatevi fregare, ci sono comunque i Forrester di Beautiful).
Alla galleria dei luoghi comuni degli adolescenti si mescolano inoltre assurdità su assurdità: non dico di Martin che teorizza immediatamente che il burattino (Pinocchio, come lui stesso diceva in precedenza, gli mancava ancora) sia l'assassino, non dico dei due ricercatori universitari che sviluppano a scatola chiusa un congegno che potenzia le facoltà ESP ma non sanno se funziona (è la NEGAZIONE del concetto di ricerca e sperimentazione), ma dico del ricercatore Forrester che tiene nascosto alla polizia di avere nel suo istituto una ragazza in coma a causa di una lampada che l'ha colpita in testa, con la parente Diana che a sua volta tace la cosa ai genitori della ragazzina, in un concentrato di responsabilità penali sconcertanti (ma tanto loro già sanno che Monique si risveglierà senza ricordare niente e senza notare la frattura cranica e l'ematoma).
Togliendo Martin e i ruoli cuciti su misura, e quindi cancellando le pagine "erudite" posticce, si può spostare la vicenda a Londra e metterci Dylan Dog, senza cambiare altro.

Edited by IlReRosso - 9/9/2022, 22:40

Imitazione delle storie degli X-Men, con tanto di Charles Xavier. Se qui però siamo ancora a Illyana bambina, in seguito l'autore ci ritenterà con mutanti adulti, ancor più spudoratamente.
Se non altro, il nome della cittadina rende la cosa "dichiarata".

Edited by IlReRosso - 9/9/2022, 20:30

Direi che ce li abbiamo tutti.


Direi la stessa, prima che Recagno perdesse interesse nella trama.


Forse perché è descritta in modo molto prosaico: è un'arma "soltanto" sonica e viene pure distrutta, mi pare. Forse è più difficile da rettificare per questo motivo: Excalibur invece era stata manipolata da Merlino, e integrata con tecnologie varie, però è uscita illesa da tutte le sue traversie.
O forse il futuro di NN non è più quello di MM, e quindi neanche i flashback lo sono.


Visto l'autore diverso, e la scarsa importanza conferitale, mi aspetto che finisca nel dimenticatoio, come la spada di San Galgano e il relativo non-Graal.