CITAZIONE (Robert Ulysses Sirius @ 7/3/2019, 18:10)
Uao, congratulazioni,
sti cazzi,
....
Quanta gente c'era? Ti han tradotto o hai parlato tu?
Come è andata?
Più o meno erano presenti 30 persone, tra studenti e docenti, tutte provenienti dalle varie facoltà di lingue di Bloomington.
Ho
obbligatoriamente parlato in italiano, poiché l'approccio dei docenti verso gli studenti è stato "Se studi italiano da tre anni devi comprendere una conferenza in italiano." Direi che ci sono riusciti.
Ho iniziato parlando di Mister No, e della "riproposizione" accurata di un mondo, l'Amazzonia, che ha quindi portato l'albo "moderno" successivo (il BVZM, ovviamente) ad allargare tale riproposizione a tutto il mondo contemporaneo.
È stata una conferenza di un ora, quindi mi sono concentrato sui "cardini" di MM (la lotta tra Mu e Atlantide come metafora della Guerra Fredda) e su due esempi cruciali: il N. 13, un vampiro a NY, in cui la "realtà" irrompe a spaccare il mito (il racconto iniziale, in cui una tribù primitiva viene colpita da casi di "vampirismo" solo per scoprire che il tutto era una mitizzazione della rabbia (la malattia); e "Nostra Signora dei Misteri" (Almanacco 1988), in cui il quotidiano diventa mito (il malessere di Diana, preannunciato da "piccoli segnali che il corpo le mandava per avvisarla che stava tirando troppo la corda, viene paragonato ai segnali (un terremoto qui, uno tsunami là...) che il Nostro Pianeta ci sta mandando per avvisarci che "stiamo tirando troppo la sua corda" attraverso lo sfruttamento indiscriminato di una varietà di risorse...
Nella seconda ora, il Q&A, sono stato letteralmente aggredito (a livello verbale, si intende
) da domande sul
come si realizza un fumetto di MM, dalla ricerca all'interfacciarsi con i disegnatori, ai rapporti con la redazione e così via. Cose per noi banali ma assolutamente nuove e coinvolgenti per gli studenti.
Ho mentito molto, dando del fumetto italiano un'immagine illusoria che ha spesso evitato o addolcito le crude realtà
Poi c'è stato il lavoro, con un gruppo più ristretto di studenti, "sul testo", ovvero "L'Albo Filosofico, "Le Porte dell'Immaginazione" e il N.1 di "Storie da Altrove" (con degli Americani puoi forse ignorare un albo con Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e la Guerra d'Indipendenza? Ovviamente no).
Devo dire che è stato vagamente irreale vedere i miei albi (se ne erano procurata una mezza dozzina per titolo) trasformati in pacchi di fogli tempestati da post-it e note a margine. Ma, come ha sottolineato il Professor Marco Arnaudo - che ha organizzato e segue il corso - "Non illuderti che con un corso a fumetti accumuli "crediti" facili. Per quanto mi riguarda, se studi Martin Mystère lo studi con la stessa serietà che applichi al Petrarca."
Molto bello. In più, a tratti sono stato io a imparare da loro.
Alla fine la sceneggiatura originale de "L'Albero Filosofico" è stata stampata, da me autografata (per definire quella copia come esemplare unico) e "accolta", nonché catalogata, nella biblioteca di Bloomington - il che significa che, anche in futuro, se qualcuno vorrà fare studi sul fumetto italiano - magari dall'Università di New York - potrà rinvenire la mia sceneggiatura attraverso una ricerca nel circuito delle biblioteche statunitensi, e chiederla in prestito come ausilio per i suoi studi.
Che dire... sono stati due giorni molto intensi, e non ho raccontato tutto (vi è addirittura stato un tentativo, la sera, tra me e il professor Arnaudo, di mandare l'altro sotto il tavolo a colpi di cocktail alcolicissimi - ma questo non rientra nel programma
)
In definitiva, un'esperienza "alla Martin" (il viaggio per tenere un conferenza); e una mia sceneggiatura che diviene ufficialmente parte del patrimonio culturale delle università statunitensi. Non male. Questo è un tollino di merito che mi appunto volentieri, e al diavolo la mia abituale modestia