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Votato "Buono" e ci sta tutto. Di solito muoverei qualche critica contro i pipponi sociali ma devo dire che, interpretati in ottica antropologica, stavolta non mi sono dispiaciuti (non sono contrario al messaggio in sé, sia chiaro, ma non deve mai diventare il fine di un racconto, come in troppi DD recenti). Peccato non aver lasciato in controluce un po' di soprannaturale, anche solo un Wendigo vero nato dopo un atto cannibalico, che ci poteva stare tutto , troppi errori nel lettering, un finale un po' scontato, ma in compenso un bell'argomento, una ottima gestione delle pagine e uno sviluppo psicologico molto interessante dei personaggi. Peccato che stavolta siano le rubriche a venir meno al loro compito, troppe ripetizioni di cose già dette nel testo: dovrebbero essere un'aggiunta, non un riepilogo delle didascalie. In ogni caso ci siamo, tra le migliori storie dell'anno. A me il romanzo di Cappi piace, come la nuova formula, non ho idea di come sia stata accolta nelle edicole ma, senza trionfalismi, la serie sta ricominciando a prendere finalmente quota. Più attenzione ai testi e una rilettura non guasterebbero. Si poteva approfondire meglio la questione della data sbagliata, cosa che poteva dare adito a begli spunti lovecraftiani di aree dove lo spaziotempo collassa, ma si è preferita una lettura realistica che non guasta a fronte di troppe precedenti sbracature fantasy.
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