Le nuove avventure a colori

Precisamente. Noi abbiamo due tipologie di lettori, in Italia: gli affezionati, che continuano a seguire per la passione che fu, e i perditempo, che per perdere tempo si bevono qualunque cosa (tanto, guardano senza capire niente).
La percentuale di lettori educati ed emotivamente indipendenti è, in Italia, totalmente trascurabile ai fini delle vendite.

Sì, sono d'accordo. Ma non essendo cresciuta la percentuale di un'altra tipologia di lettori, è ancora il settore trainante del fumetto italiano (in particolare Diabolik e Dylan Dog, letti da gente che non sa neppure chi siano gli autori)...

Dottò, ma faciteme 'o piacere!

Hai fatto bene a esprimere la tua opinione, ci mancherebbe (la mia era una battuta ironica, spero mi perdonerai). Però considera una cosa: questi elementi che tu dici (taglio televisivo, azione, semplificazione del linguaggio ecc.) non sono gli stilemi più comuni dell'attuale industria dell'intrattenimento? Martin Mystère invece non era interessante proprio per ciò che aveva di peculiare ed esclusivo, una verbosità e una lunghezza adeguata, una certa complessità degli scenari e delle trame, una vena da feuilleton? Così sarà ridotto come l'ennesimo Jason Bourne a colori, senza arte né parte, scazzottate (pure brutte!) e corse in auto. La scritta "serie voluta da Alfredo Castelli" a mio avviso denota una certa coda di paglia...
E poi, perché non metterci a dirigerla Bepi Vigna?

Capisco cosa dici, ma a mio avviso è impossibile far avvicinare qualcuno a te se per farlo ti trasformi in ciò che lui vuole: non avverrà il suo avvicinamento a te, ma il tuo a lui. Molto più apprezzabile sarebbe, a mio avviso, liberare MM "da quelle pastoie da cui io stesso l'ho infilato" (Castelli) perché possa comunicare in modo più apprezzabile anche al pubblico odierno che però, nonostante tutto, è meno imbecille di ciò che gli editori credono, e anzi gradirebbe delle storie che si rivolgano alla sua maturità e lo impegnino intellettualmente (ciò lo dimostrano i buoni riscontri che hanno avuto storie recenti come "Le mille gru di Hiroshima" o "L'albero filosofico"). Altrimenti, non si ottiene né una cosa (mantenere i vecchi lettori) né l'altra (trovarne di nuovi). In sintesi: l'arte non deve adattarsi ai tempi, deve essere buona, affinché sia apprezzabile in ogni tempo. La Nike di Samotracia si adatta ai tempi? Mi pare di no, e pure le attenzioni non le sono mai mancate.

Ahah... Sono lusingato di essere stato scambiato per napoletano! Tuttavia la mia è solo una passione per la napoletanità (alimentata anche dal fatto che la mia compagna è campana). Ho vissuto per poco tempo a Napoli ed è uno dei posti nei quali ho più piacere a tornare. Tra una gita e l'altra cerco di perfezionare il mio B1 di napoletano!


Signor Jinx, mi creda che il mio astio era esclusivamente a posteriori, a posteriori di ciò che ho visto come pubblicità della serie, che non è poco. Se poi la pubblicità è l'unica cosa a peccare di fatuità e civetteria, ne sono contentissimo. Del resto acquisterò almeno il primo numero.

Ti dirò, io preferisco i fumetti che maggiormente si avvicinano alla loro componente letteraria, e dunque mi interessa un modo di fare fumetto che è più antico e che adesso è ormai in disuso. Tuttavia, si tratta di scelte che vanno affrontate storia per storia, e quindi hai anche ragione sul fatto che per alcune tipologie di storie questo stile (alla Morales, per dire) potrebbe essere una buona idea.

Concordo con entrambi.