La storia mi è molto piaciuta, nonostante le incongruenze-errori riscontrabili.
C'è avventura, mystero, continuity, attualità. Infatti è interessantissimo segnalare che in un momento di ormai distensione, forse segnale di un leggero indietreggiare delle paure atomiche da guerre fredda (neanche tanto, visto quello che succede a Cuba in questa storia), Castelli introduce un'altra civiltà che si è autodistrutta a causa dell'effetto serra e dell'inquinamento, il nuovo grande pericolo globale. Per non parlare poi di una critica alla scienza che vuole giocare a fare dio invece di impegnarsi a risolvere i problemi eliminandone le cause (se salgono le acque trasformiamo gli uomini in pesci, non cerchiamo di ridurre l'inquinamento).
L'immagine che viene accennata della figura di Oduarpa in questo numero, in effetti, è solo in parte coincidente con quella che appare ne "il re Rosso", dove però appare di persona (vabbè, bisogna rileggere).
Sono curioso di leggere il seguito.
Segnalo che il progetto di Oduarpa doveva essere conosciuto anche ai tempi della fine di Atlantide, come apprendiamo in Nathan Never 51, dove compare un "cyborg anfibio".
Effettivamente sarebbe interessante ragionare sulle cinque razze (che la Blavatsky definisce atlantidee) e le successive catastrofi che sembrano essersi verificate in quel continente.
Purtroppo, alla nostra (almeno alla mia) cronologia mancano molti dati. Sappiamo che ad ATlantide si è sviluppata una civiltà che è finita circa 10000 anni fa, che questa era preceduta da una che era finita 75000 anni fa, ma non conosciamo abbastanza sui loro rapporti e sulle origini di entrambe.
Voglio un mega gigante sulla cronologia!
