Agarthi - Il Forum di Martin Mystère


La camera del tempo
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La camera del tempo, Martin Mystere nn. 30-31

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DarkStar
view post Posted on 6/4/2013, 15:12 by: DarkStar
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Vecchio Saggio

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Come tutti i primi 100 numeri anche questa storia l' ho letta più di 20 anni fa, quindi non sono in grado di commentarla a dovere, a parte il ricordo molto positivo.

CITAZIONE (SEMTEX @ 20/4/2012, 20:21) 
La simulazione al MIT finalizzata a dimostrare che in 10000 anni è ragionevole ottenere la polverizzazione dei materiali da costruzione mi acchiappò na cifra. Pure gli effetti del tempo accelerato su organismi viventi.

Anche a me, tanto che ogni volta che sento parlare di antiche civiltà scomparse e a come sia possibile che non se ne trovi traccia ripenso al fatto che Martin Mystere ci ha già dimostrato il perchè.

CITAZIONE (Docteur Mystère @ 31/7/2012, 23:24) 
Un capolavoro che può essere letto anche come una delle frasi che ripeto spesso: tutti hanno diritto di vivere e noi umani non possiamo decidere la vita o la morte di altri esseri. Dico spesso a chi uccide insetti per divertimento se gli piacerebbe che un giorno esseri più potenti di noi o insetti stessi in cerca di vendetta facessero lo stesso. Ovviamente mi viene risposto con battutine e non seriamente.

Sono perfettamente d' accordo con te sul fatto di uccidere per divertimento, d' altra parte è proprio a causa di UNA QUESTIONE DI SCALA se ci può capitare di schiacciarne uno senza che neanche ce ne accorgiamo. E mi hai fatto venire in mente un racconto brevissimo di Fredric Brown, scrittore specializzato in questo particolare formato, tanto breve che posso postarlo direttamente.

Questione di scala
“Non capisco perché la gente si preoccupi tanto” disse la signorina Macy fiutando l’aria. “Finora
non ci hanno
fatto
niente, no?”
Altrove, in tutte le città, regnava il panico. Ma non nel giardino della signorina Macy. Con cal-
ma, serenamente, ella alzò gli occhi e guardò di nuovo gli invasori, mostruose sagome alte più
di mille metri.
Erano sbarcati una settimana fa, da un’astronave lunga almeno cento chilometri che s’era posa-
ta delicatamente sul deserto dell’Arizona. Erano usciti in lunga fila, almeno in mille, dal ventre
del vascello, e ora se ne andavano in giro per tutta la Terra.
Ma, come faceva notare la signorina Macy, non avevano toccato nulla, non avevano fatto del
male a nessuno. Non erano abbastanza
densi
per rappresentare un pericolo. Quando uno di loro
ti calpestava, o calpestava la casa in cui ti trovavi, tutto si oscurava di colpo e non vedevi più
niente finché non avesse spostato il piede: ma tutto finiva lì. Non avevano mostrato il minimo
interesse per gli esseri umani e ogni tentativo di comunicare con loro s’era dimostrato vano,
come del resto ogni tentativo di distruggerli. L’esercito e l’aviazione avevano fatto di tutto, ma i
grossi calibri li centravano in pieno senza turbarli, e neppure una bomba H, sganciata su uno di
loro mentre attraversava una zona deserta, l’aveva minimamente infastidito.
Gli uomini, era chiaro, non li interessavano affatto.
“E questa” disse la signorina Macy a sua sorella, che, non essendo sposata, era naturalmente
anche lei signorina Macy “è la prova che non vogliono farci del male, non trovi?”
“Speriamo bene, Amanda” disse la sorella della signorina Macy. “Ma guarda cosa stanno facen-
do adesso”.
Era una giornata molto limpida, o piuttosto, lo era stata. Il cielo, fino a poco prima, era d’un
azzurro tersissimo e le grandi spalle, le teste quasi umanoidi dei giganti, si distinguevano netta-
mente, lassù, a un miglio da terra. Ma ora l’atmosfera s’andava annebbiando, notò la signorina
Macy seguendo lo sguardo della sorella. I giganti, qui, erano due, e ciascuno teneva tra le mani
un oggetto cilindrico, da cui sprizzavano grandi nubi di una sostanza vaporosa che scendeva
lentamente a coprire la Terra.
La signorina Macy fiutò di nuovo l’aria.
“Fanno delle nuvole. Forse è il loro modo di divertirsi un po’, di giocare. Che male ci possono
fare con qualche nuvola? Non capisco perché la gente si preoccupi tanto”.
Tornò al suo lavoro.
“Cos’è che stai spruzzando, Amanda?” chiese sua sorella. “Un fertilizzante liquido?”
“No” disse la signorina Macy. “Un insetticida”.
 
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