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Beh, dai, la costina è rimasta la stessa. Allora, avevo riletto l'"Aria di Baker Street" degli Aristocratici, quella di MM, "L'uomo che inseguiva le ombre" e "La dama che incantò Lupin" e con un pizzico di sorpresa mi ero trovato di fronte ad una vera e propria saga, un puzzle che, una volta ricomposto, mi aveva lasciato decisamente soddisfatto ed emotivamente coinvolto. Dalle due "Arie di Baker Street" emergeva l'ovvia conclusione della saga e non vedevo l'ora di vedere come Carlo avrebbe trasformato quei brevi cenni in una conclusione lirica, drammatica e memorabile. Ahimé, la parte dedicata a questo mi è parsa invece un po' frettolosa e fredda. Forse perché, in fondo, sapevamo già come sarebbe andata a finire, o forse perché la distribuzione degli eventi nelle 122 tavole si poteva calibrare meglio. La parte con Lupin è stata invece buona. Pur non avendo mai letto i romanzi di Leblanc (grave lacuna, dato che sono mysteriosissimi) mi ero informato e conoscevo già gli eventi drammatici intercorsi fra i due: mi ha fatto dunque un po' sorridere (in senso positivo) il modo in cui Carlo ha cercato di mantenere il mistero il più a lungo possibile.
La storia complessivamente è stata gradevole, ma ci sono stati alcuni "salti" (gli spostamenti, ad esempio) che, come ai vecchi tempi, sarebbe stato piacevole vedere sviluppati per poter entrare di più nel contesto (sarò vecchio dentro, ma penso che più che inseguire gli altri media il fumetto dovrebbe ritornare a fare il fumetto). Contemporaneamente, alcune vignette sono state un po' allungabrodo (le carrellate dei corridoi, qui inutili perché nessuno ha camminato in nessuna base). Insomma, il Recagno del passato b. Recagno del presente 6-0 6-1.
Si ripresenta qui quel tentativo di trasporre su carta i meccanismi del Doctor Who e dello Sherlock televisivo (visto anche nel "Matrimonio di Orloff"). Beh, stavolta li ho apprezzati. Però la vignetta con la planimetria di Londra andava fatta con più precisione (si cita Fleet Street, che è fuori dal "frame"), sarebbe stato più godurioso (io mi sono fermato a cercare i riferimenti).
Disegni talvolta sbalorditivi (c'è un passaggio in cui pare di vedere Villa - non Franco) talvolta più tirati ma sempre "a modo". Sì, i volti si assomigliano tutti, ma secondo me è realistico.
Personaggi: tutti riusciti. Lupin però è secondario e si sorvola quasi completamente sulle sue vicende. Secondo me perché questo è l'addio a Holmes ma non a lui. Mancano poi le conseguenze del bislacco siparietto tra il Re di Boemia e Franz Joseph.
I mysteri: non ce ne sono. Questo è l'episodio conclusivo della saga di Holmes "personaggio". Mettendo insieme i 5 episodi ripercorriamo sostanzialmente la sua Storia e Gloria. (E sì, è buffo notare come la "trilogia Twin Peaks" sia ora quasi un incidente di percorso!) Era dunque doveroso dare tanto spazio alle vicende personali dei personaggi. MA! la possibilità di infilare un po' di mitologia mysteriana c'era: il romanzo "L'isola delle trenta bare" tirava in ballo Pietre dai poteri taumaturgici (il radio), antichi celti e tutta la Storia di Francia (praticamente una storia di MM). Qualcosa si poteva prelevare, magari al posto della bomba h e di Einstein, che qui è infilato un po' a forza.
A proposito di questo romanzo, non mi torna una cosa: i nostri erano già stati a Sarek nel 1903; non dico Lupin, ma Le Centre non aveva studiato l'isola (che ospitava il mysterioso covo di Josephine)? Bisogna aspettare che sia Lupin a trovare il pechblenda nel 1917? E quando vi torna non riconosce l'isola? (ho letto il finale del romanzo ma mi pare di no)
Anche "Il faraglione cavo" contiene elementi mysteriosi (complotti, codici segreti, tesori di Francia risalenti a Cesare) che potevano in qualche modo fare da sfondo o dare ispirazione. COPERTINA: 7 ( è straniante) TITOLO: 6 SOGGETTO: 7,5 SCENEGGIATURA: 6,5 DISEGNI: 7,5 COMPONENTE MYSTERIOSA: 6 RUBRICHE: 6,5
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