Molto sinteticamente, per non continuare ad andare fuori tema: non posso darti ragione su nessuna delle tue argomentazioni:
1)
plecto esiste, ma significa qualcosa di diverso, quindi è indebito (e anche un po' paraculo
) postulare che i romani avrebbero inventato un *perplecto col significato che vuoi dargli;
2)
perplexus è un aggettivo, quindi NON nasce come participio verbale, per cui non deve esserci nessun verbo dietro. Calloso è un aggettivo (der. da callo), non per questo esiste "callare"
3) visto quanto detto al punto 1, cioè che *perplecto non esiste, e plecto ha tutt'altro significato, viene a essere infondata la tua successiva argomentazione. Non c'è nessuna necessità della lingua, a mio avviso. Hai ragione sul fatto che un verbo si possa sviluppare per analogia con "indignare", "sorprendere", ma è a mio avviso, secondo quel che ti dicevo prima, un'analogia sbagliata. Ce ne sono, e come no, nella storia della lingua, ma quello sono, innovazioni indebite (poi passate, col tempo, in cavalleria, ma non per questo devono suscitare la nostra indulgenza, altrimenti a lasciarvi campo libero in modo acritico una lingua scivolerebbe nel caos). Non c'è invece a mio avviso nessuna necessità e nessuna "antichità" per questo neologismo.
Dette le mie motivazioni chiudo, così evitiamo di deragliare