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| Roba molto buona! Già quando il tema verte sul detective vittoriano è sinonimo di successo, ma devo dire che è stata pure scritta molto bene. Tutto equilibrato e avvincente: White che fa saltare i tempi dei cospiratori causa passione compulsiva, e la freddezza con cui “ingarbuglia” la situazione nel poco tempo rimasto; Martin che segue le tracce lasciate da Holmes quasi emulandolo in una sorta di remake moderno; Owen spalla perfetta per interfacciare Martin col mondo di Holmes e Java protagonista attivo. A essere onesti, se si esclude la ricerca dell’ubicazione del laboratorio sotterraneo, il mystero alla base dell’indagine (cosa c’era dietro il caso MB) è praticamente risolto a metà albo. Ma poco male, perché lo sviluppo dell’indagine che punta all’organizzazione è altrettanto interessante. Abbiamo un’altra irruzione all’interno di un pericoloso complesso avversario, ma senza ingenuità indigeribili: a differenza dell’ultimo albo vedo forti giustificazioni per farlo e una pianificazione perfetta alla base.
Una cosa che mi aveva lasciato perplesso era il motivo che aveva spinto lo 007, generalmente gente fredda e abituata ad agire in modo razionale, a seguire Martin nel raid contro i suoi ex datori (cosa comunque accettabile, perché le pagine erano troppo poche per costruire una motivazione credibile). Ma il finale, con lui con i documenti in mano, da credito ad un individuo con natura e fini ancora tutti da scoprire, e che credo rivedremo in futuro. Quindi rimane l’unica vera pecca (niente che mina il giudizio sulla storia, ma che andava curata meglio).... La fidejussione falsa è fondamentale, perché la scoperta della cospirazione e lo sviluppo degli eventi futuri parte da questa leggerezza (in tandem con White che anticipa le analisi). Il punto è che non è credibile che un’organizzazione che introita miliardi di dollari non acquisti legalmente l’oggetto d’asta (bastava un prestanome spacciato per finto collezionista, o una delle attività legali che stanno sempre davanti a attività clandestine di quel tipo). Braccino corto…
Sui disegni passo sempre, perché li adoro quasi tutti, ma qui devo dire che sono veramente perfetti e funzionali alla storia. Tutto molto vittoriano: tra scuri e nebbie e che si intravedevano perfino negli uffici sentivi l’umidità nelle ossa.
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