Ho sognato di andare a un FEST. Stavo parlando con Alfredo Castelli e altre due persone, una era Max Brody e l'altra un altro organizzatore che ora non riesco a inquadrare. Dopo un po', in un momento di attesa in cui non parlavamo più (i classici attimi di sospensione dell'eloquio in cui si teme che l'interlocutore ti lasci per andare a parlare con altri o per allontanarsi) decido di presentarmi al Maestro. Egli fino ad allora non sapeva chi fossi, pensava a uno dei tanti normali fans. Alla notizia, sembrava stupito, ma non più di tanto. Io pensavo a come mi immaginasse prima... Non so dire quale delle tante sensazioni notai in lui, ma i suoi occhi non riuscivano a sostenere il mio sguardo, e si girò per guardare in uno spigolo della parete e sorridere.
Il BVZA aveva i capelli neri e anche la barba nera, molto nera, però era un po' stempiato. Insomma era giovane! La cosa strana è che fosse alto 1,85 m. Anche Max era alto almeno 180 cm e aveva la barba nera (e corta).
Tutto ciò mi fa pensare che l'incontro onirico sia avvenuto quando il mio ego era di 160 cm, quindi quando ero ragazzo, ed ecco spiegata l'aspetto da quarantenne di Castelli.
Forse era così che volevo conoscerlo, chissà.
Mi pare di ricordare che la terza persona avesse i capelli grigi, quindi credo che fosse Lucio Filippucci o forse era troppo alto per essere lui, forse era Daniele Busne Busnelli... non saprei.
In questo FEST si entrava a pagamento, ma io fino ad allora non avevo pagato, per cui proprio in quel momento, poco prima di presentarmi o forse poco dopo, decisi di dare una banconota (era da 5 o forse da 10 euro) a Max. Insomma decisi di pagare allorchè... vi ero dentro fino al collo.
Dopo lo stupore (inaspettatamente lieve) di Max, ci allontaniamo lentamente, come avviene di solito negli assembramenti di molte persone che prima parlano con uno e poi si girano con garbo a vanno a parlare con qualcun'altro. In quel mentre noto a pochissimi passi da me, alcuni miei amici di infanzia, o meglio di adolescenza. Altro indizio che mi fa dedurre l'ambientazione del sogno nei primi anni '90. Ebbene, devo confessare che... mi vergognai di loro. Non volevo che gli altri sapessero che quelli erano stati miei amici per la pelle. Erano quei 3 o 4 che ho frequentato tantissimo nell'adolescenza, ma erano, come dire... sfigati. No, non pensate alle donne, ne avevamo diverse, anzi io ero quello che ne "beccava" di meno all'epoca (nonostante il fisico atletico e prorompente). Ci sapevano fare con le ragazze, però in quel momento pensai che mi facessero fare una brutta figura, che dicessero cose stupide. Insomma sono di scarsa cultura, tranne uno che però forse non c'era o comunque si adeguava agli altri 3. Non vorrei sembrare razzista, ma nei sogni non si può stabilire quale coacervo di sentimenti esca fuori, e probabilmente ho sempre pensato che fossero denigranti da un punto di vista intellettuale, però li frequentavo perchè... bah, non so perchè.
Comunque questi amici mi cercano, mi chiamano a gran voce, e io esco subito fuori, e mi nascondo sotto un palco, sul quale c'erano delle belle ragazze. Lì arriva Diego, il più Don Giovanni di tutti, e forse mi vede... si avvicina... ma poi rientra dentro, chissà se mi aveva visto o alla fine ha deciso di capire che io non volevo vederli.
Vi erano due uscite parallele, da due stanzoni grandi, e io li bypasso entrambi, non so come, per andare a finire ad una terza entrata, all'aperto, molto più grande delle altre, che i vigili stavano transennando, probabilmente per evitare che entrasse gente a sbafo. Mettevano una linea di adesivo bianca e blu per non far passare la gente. Io riesco a entrare poco prima con nonchalance e quelli... non mi chiedono il biglietto, per mia fortuna. Infatti non lo avevo. Avevo pagato in mano a Max (o all'altro) ma non avevo avuto premura di farmi dare il ticket. E lui non me lo aveva dato probabilmente per mera dimenticanza.
Lì vengo svegliato da mio figlio, il più piccolo, che mi dice "papà, ti voglio bene" e mi dà un bacetto. Erano le 16 di ieri, 28 febbraio. Dopo tanti anni ero riuscito a schiacciare un pisolino la domenica pomeriggio, col "benestare" dei miei bambini, e ho fatto proprio questo sogno: mi ha donato un sentimento che non provavo da molto tempo, un inaspettato senso di benessere, un vago odore di... felicità.