Agarthi - Il Forum di Martin Mystère

Sauro Pennacchioli, Sceneggiatore

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Sauro Pennacchioli
view post Posted on 23/1/2010, 00:53 by: Sauro Pennacchioli




Caro Sergej,
sono nato nel 1960 (quindi non sono giovanissimo, anche se a parere unanime dimostro 15 anni di meno!), le prime cose le ho scritte a 17 anni per le riviste semiunderground di Max Capa, con i disegni di mio fratello Gabriele (poi autore di Diabolik e Dylan Dog, attualmente a Los Angeles come capo animatore della Dreamworks). Nello stesso anno ho cominciato a scrivere articoli per il Quotidiano dei Lavoratori, dove mi avevano scambiato per uno studente universitario, e a realizzare vignette alternate da quelle di Elle Kappa (una bella e brava ragazza che poi ha continuato). Nel 1978 sono stato tra i fondatori dell’agenda Smemoranda, la quale ha il logo della mela perché la prima ipotesi era Melagenda (mentre Smemoranda era una parodia della Memoranda, una famosa agenda internazionale per bancari dell’epoca). Nel ‘79 ho fondato Birba, una fanzine che piratava gli autori underground americani. Quindi ho scritto qualche storia per Lanciostory e Skorpio. Nell’83 Alfredo Castelli mi propone di scrivere una storia per la sua Eureka, ma la rivista chiude subito dopo e allora mi dice di scrivere qualcosa per Martin Mystère. Io preparo due grossi soggetti semisceneggiati di una trentina di cartelle ciascuno, “Il flauto di Pan” e la “Notte del Druido”. Il primo verrà sceneggiato fedelmente da Castelli e disegnato da Claudio Villa, il secondo sceneggiato fedelmente, ma senza la parte finale della storia (!), da Tiziano Sclavi (credo) e disegnato da Casertano. Non vengo pagato, ma da lì inizio a scrivere sceneggiature tutte mie per Martin Mystère, però non sento molto il personaggio: faccio fatica ad adattare il mio stile brillante (semicomico) alle atmosfere realistiche del Brick Bradford “de noantri”. Così, appena ho l’occasione di fare altro, lo lascio perdere (non senza avere prima fatto vomitare molti con qualche storia di Zona X, che, tra parentesi, era una collana che avevo proposto io ad Alfredo con il titolo retropulp di Storie Fantastiche). Nel frattempo (anzi, dal 1984) scrivo per Topolino, progetto e dirigo la rivista paninara Cucador, scrivo He-Man e tutti gli altri fumeti Mattel per il mensile Masters della Mondadori (inventando anche qualche serie nuova). Per la Play Press, nel 1988 creo il bonellide Ronny Balboa e ne scrivo una ventina di numeri (poi continuerà a lungo con altri autori), per lo stesso editore faccio da consulente per il fumetti Marvel e Dc, di cui sono esperto, ma solo nella fase iniziale della loro pubblicazione. Scrivevo anche molto per Calimero e meno per Splatter. Nel 1991, per farmi del male, ho scritto fotoromanzi per il settimanale francese Nous Deux, e siccome uno è piaciuto, con gli stessi personaggi ho dovuto realizzare tutta una serie. Sempre nella prima metà degli anni Novanta propongo una rivista di fumetti duri alla Universo, la rivista viene bocciata, ma i fumetti vengono incanalati nel prestigioso Intrepido, a cui vengo messo alla guida. Vi pubblico il debuttante Luca Enoch con Sprayliz, Michelangelo La Neve con Esp, Giuseppe De Nardo con Billiband e molti altri (un sacco di nuovi autori che vanno da Mario Alberti a Bruno Brindisi, tutti scelti da me). Nello stesso periodo ho cominciato a realizzare circa 150 volumetti cartonati De Agostini per bambini, in parte fiction e in parte didattici. Una curiosità. Nella seconda metà degli anni Novanta ho “rischiato” di diventare un interno stipendiato alla Bonelli quando, di sua sponte, Castelli mi disse: “Tranquillo, ora io e Tiziano Sclavi andiamo a Barcellona con Sergio Bonelli e lo convinciamo ad assumerti”. Non ne ho saputo più nulla. Un’altra curiosità. Fui chiamato dalla Rizzoli-Rcs come consulente per scrivere una relazione sul tema: “Corriere dei Piccoli e Linus, continuare la pubblicazione o cederli ad altri editori?”. Vedendo soprattutto i conti, la mia relazione terminò con: “Chiuderli, cederli o sostituirli con riviste più moderne”. Li cedettero. Dopo il 2000, a malincuore, ho lasciato perdere del tutto i fumetti per diventare giornalista professionista, scrivendo per periodici molto diffusi, lavorando alla progettazione di alcuni e al restyling di altri. Siccome mi sono stufato di scrivere questa autobiografia pallosissima salto i particolari, per ora. Dico soltanto che per una rivista maschile ho dovuto intervistare tutte le attrici e showgirl del momento, che vi pubblicavano i loro servizi di nudo. Ho visto, per esempio, molto da vicino le tette di plastica di Belen Rodriguez, cosa che il vanaglorioso replicante di Blade Runner non può invece citare insieme ai bastioni di Orione. Per fortuna, come giornalista, mi sono quasi sempre celato dietro vari pseudonimi. Ho scoperto questo sito per caso, e sono intervenuto nelle discussioni su due miei vecchi episodi di Martin, “L’Olandese Volante” e “Mutanti”, dicendo un sacco di cose intelligenti, per questo il sig. Sergej mi ha premiato aprendomi questo spazio personalizzato a cui non interverrà nessuno perché sono fuori dal giro dei fumetti da troppi anni. Tanto per dire, un paio di mesi fa Alfredo Castelli mi ha chiesto se volevo tornare a scrivere Martin e io non ho saputo cosa rispondergli. Se non altro, finché scriverò qui, invece che sull’albo di Martin, farò pochi danni.
 
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