L'ho letto ieri e trovo un po' difficile commentarlo.
L'impressione è: una bella storia.
I buchi ci sarebbero, se volessimo attaccarci a criticare questa storia potremmo trovare un milione di motivi. A cominciare dal soggetto, che, a ben vedere, non è proprio originalissimo, di folli che cercano di replicare un punizione divina se ne sono già visti a bizzaffe, ma...
Il punto forte della storia sta nella sceneggiatura, e non nella caratterizzazione dei personaggi, nei dialoghi o in altro, ma proprio nella costruzione della storia.
Qualcuno ha parlato di "universo parallelo", beh è una definizione incredibilmente azzeccata! Morales ci porta in un mondo che è il nostro, ma al tempo stesso, non lo è, è qualcosa di completamente ALTRO.
New York coperta dalle mosche, invasa dalla termiti, sono scene agghiaccianti, ma estremamente semplici. E quindi ancora più agghiaccianti. E qui un bravo, anzi bravissimo, va anche ad Orlandi che traduce in immagini perfettamente questo senso di straniamento.
Certo, Xothit potrebbe aver ragione nel sottolineare che la trama non sta in piedi logicamente, ma Morales è riuscito a convincermi del fatto che la mancanza di logica è qualcosa di assolutamente voluto. (come a ricordarci che MM è il detective dell'Impossibile
)
Insomma, alla fine la storia è: New York è quasi distrutta da un pazzo che si nasconde nella Statua della Libertà. Se ci avessero detto che questo era il soggetto del gigante nessuno di noi l'avrebbe comprato, avremmo detto: - che vaccata! - e ci saremmo tenuti quei 7 eurini stretti al portafogli. Eppure non è successo, la storia mi ha tenuto talmente incollato da non permettermi di accorgermi degli enormi buchi nella trama, quindi
un bell'8 pieno sia a Morales che ad Orlandi!