mattamanlio |
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| Questa é proprio una delle classiche storie di Castelli primo periodo, dove, secondo me, il suo scopo principale non era "spiegare" dettagliatamente i misteri come si fa ora, ma trascinare il lettore in una atmosfera "impossibile" e lasciarlo con più interrogativi che risposte...accompagnati magari da qualche spunto di riflessione, con quei maledetti finali a codina dell'ultima vignetta che anche io qualche volta ho odiato, lo ammetto.  Rileggendola per lavorarci su l'ho riscoperta in tutto il suo fascino. Allora era tutto più ingenuo, ma non per questo meno affascinante. Una storia epocale e affascinante come quella dei teschi del destino, anche quella lasciata in sospeso in quella che poteva essere la parte più interessante. Tra l'altro si disse nel gigante scorso che era in lavorazione la continuazione...che fine ha fatto? |
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