CITAZIONE (Aldous @ 15/5/2008, 18:00)
i carcerati non debbano pesare sulle casse dello Stato. So che ognuno costa 250 Euro al giorno! Ma come è possibile? Uno delinque e poi gli devo pure pagare la retta! Che se la mondi lui la cella invece di pagare l'impresa di pulizie. Che alcuni lavorino in cucina! Che altri facciano altri servizi utili (non quelli "socialmente inutili")! Insomma se uno va in carcere non va certo al Grand Hotel.
Concordo, ma devi pure dar loro da magnà
CITAZIONE (Aldous @ 15/5/2008, 18:06)
Se in Italia comandasse uno solo, il male non sarebbe per il popolo ma per la casta che non potrebbe più continuare il magna magna.
Se Comanda uno Solo non può demandare ad altri la responsabilità del malessere, ma farsene completamente carico e risolvere i problemi!
A che serve avere 630 parlamentari che chiacchierano, mangiano e guadagnano stipendi folli? Non ci tutelano e se li accusi dicono pure che non è colpa loro.
A parte che non è detto che un unico "re"/"presidente" non si spartirebbe tutto con la "corte" (alla tentazione, che viene sempre, è difficile resistere, soprattutto in Italia), ci avevo pensato anch'io.
630 scrocconi sono tanti, troppi e inutili e sono favorevolissimo a diminuirli.
Però sono d'accordo con Deki: una visione comune del mondo è il modo migliore per governare bene e vivere in pace;
poi il "Re"/"Presidente" deve prendere una decisione. Allora ha due strade:
1-decide da solo. Dopotutto abbiamo demandato lui a questo scopo, giusto? Allora che decida! E lui decide. E qui ancora una divisione:
1a-quelli che erano d'accordo con lui lo restano, quelli che non lo erano cambiano idea come pecore e siamo tutti felici
1b-quelli che non erano d'accordo protestano, scioperano, assaltano il "castello", insomma rompono le balle.
2-siccome alcuni non sono d'accordo, il "Re" opta per non decidere da solo e si consulta con qualcuno. Con chi?
2a-con i suoi fidati. E chi sono questi fidati? Chi li ha eletti? Io no! Oppure Io sì. Ma allora sarebbe un Parlamento. E quello ce l'abbiamo già. Senza Re sarebbe stato uguale lo stesso.
2b-il Re (che è un Re moderno e aperto, non un Re medievale e bigotto) si consulta con il popolo. A meno che, utopia, tutti non abbiano davvero una visione comune del mondo, ci sarebbero i soliti disaccordi. E allora si dovrebbe dibattere e raggiungere un accordo. E allora ritorniamo al Parlamento.
E un Parlamento col Re o col Presidente della Repubblica, che cambia?
Poco o niente.
Il problema non è avere il Presidenzialismo (su cui potrei essere d'accordo),ma avere una persona degna e capace di ricoprire tale ruolo.
E ad oggi tale figura sarebbe ricoperta dal nostro nuovo premier. (o dal leader dell'opposizione).
(tutto questo mi ricorda il paradosso circolare di "Oggi,domani e ieri" :P )CITAZIONE (Aldous @ 15/5/2008, 18:06)
ve li meritate. :angry:
Quotissimo!!
CITAZIONE (Aldous @ 16/5/2008, 08:32)
I criminali vanno schiacciati con la forza!
Beh, piano, che poi posso travisare le tue parole.
Dimenticavo la cosa più importante:
CITAZIONE
Nel decreto «sicurezza»: Le 13 righe dell'articolo 2 applicabili anche al caso Mills
E spunta una norma per sospendere
i processi in corso
L'attacco di Di Pietro «L'avevo detto che di lui non ci si può fidare. Berlusconi pensa agli affari suoi»
ROMA — La norma è inserita nel decreto legge, dunque entrerà in vigore subito dopo l'approvazione da parte del consiglio dei ministri di domani. Concede la possibilità a chi è imputato per reati commessi prima del 31 dicembre di 2001 di chiedere la sospensione del dibattimento per due mesi in modo da valutare se accedere al patteggiamento. Quanto basta perché si torni a parlare di legge «ad personam». Del beneficio potrà usufruire infatti anche il premier Silvio Berlusconi, sotto processo a Milano per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills.
Insorge il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro: «L'avevo detto che di lui non ci si poteva fidare, io lo so che stringe la mano all'opposizione e intanto pensa agli affari suoi. Berlusconi predica i morti e frega i vivi, con lui non ci sono accordi da fare. Con due mesi di sospensione chissà che si inventa per non arrivare alla sentenza».
Quando la bozza di decreto ha cominciato a circolare, numerosi giuristi si sono interrogati sui motivi che avevano spinto il governo ad inserire la nuova norma nel provvedimento che sarà esaminato dall'esecutivo durante la riunione fissata a Napoli. In tutto tredici righe messe alla fine dell'articolo 2, quello che modifica alcune disposizioni del codice di procedura penale.
«Relativamente ai procedimenti per fatti di reato compiuti fino al 31 dicembre 2001 — è scritto — l'imputato o il suo difensore munito di procura speciale, e il pubblico ministero, nella prima udienza successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto legge, possono formulare la richiesta si applicazione della pena ai sensi dell'articolo 444 e seguenti del codice di procedura penale, anche nei processi penali in fase di dibattimento nei quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto legge, risulti decorso il termine previsto dall'articolo 446, comma 1 del codice di procedura penale, e anche quando tale richiesta sia stata già presentata, ma vi sia stato il dissenso da parte del pubblico ministero ovvero la richiesta sia stata rigettata dal giudice, e sempre che la nuova richiesta non costituisce mera riproposizione della precedente. Su richiesta dell'imputato o del difensore, il dibattimento è sospeso per un termine di sessanta giorni per valutare l'opportunità della richiesta. Durante il periodo di sospensione, restano sospesi i termini di prescrizione e di custodia cautelare».
Anche dal Quirinale sarebbero state espresse perplessità. Sembra che i tempi di sospensione fossero inizialmente più ampi e che proprio dal Colle sia arrivato l'invito a una riduzione, in modo che potesse essere poi il Parlamento — in sede di conversione in legge — a stabilire la durata del periodo. Dopo l'eventuale approvazione da parte del governo, sarà comunque il capo dello Stato a valutare se sussistano gli estremi di necessità e urgenza tali da giustificarne l'inserimento nel decreto legge che si occupa di immigrazione e sicurezza.
E' tornato