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secondo me è una falsa impressione. Martin è sempre stato verosimile. di una verosimiglianza interna, prestabilita. io trovo che si stia ritornando in carreggiata dopo che questa verosimiglianza era venuta, per un certo periodo, meno (vi ricordo il Maxi con gli uomini rettile). se nell'universo di Martin tutto diventasse possibile questo sì che sarebbe un tradimento! il problema è inventare nuove storie e nuovi misteri dopo che tutti quelli più noti sono stati indagati e magistralmente riscritti. dopo questa prima ricchissima fase (che termina attorno al decimo anni di vita del personaggio, a mio avviso), per un certo periodo la forza della collana risiedeva nella sua continuity sempre più rigorosa: e allora abbiamo le saghe che tutti amiamo, i personaggi che si svelano poco a poco (penso a Ben Maxwell, ad esempio, o Adam). Poi questa ricchezza è stata (inspiegabilmente?) abbandonata e c'è stata una fase di totale anarchia, dove è stato appunto possibile forzare troppo le maglie del rigoroso sistema-mondo di Castelli (e noi lo amiamo proprio in quanto ha un suo rigore interno, non negatelo). Con la collana bimestrale pensavo si sarebbe tornati sulla giusta strada, ma quello che ci è stato proposto non è un rafforzamento della continuity (inteso come nuovi tasselli della storia del mondo e della storia di Martin stesso) ma una serie di seguiti, spesso godibilissimi (vedi Il tesoro di Capitan Kidd) ma che poco hanno a che fare con l'ampio respiro del mirabile edificio imbastito da Castelli (e Recagno, e Beretta, e Russo) nei tardi anni Novanta e nei primissimi duemila. Io preferisco il Martin di questo albo a quello lanciato in avventure che sacrificano il rigore della concezione di Castelli del mondo in cui si muove Martin (pensate a Gli immortali!) e qui intravedo uno spiraglio di una neonata continuity. Quella si costruisce lavorando di cesello, aggiungendo tasselli che a poco a poco formano i grandi disegni. Concependo gli albi come parti di una grande storia, non come piccole storie isolate. Quello è il Martin che vorrei tornasse, e secondo me tornerà, voglio essere ottimista.
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