Il naufragio del Telemaco, Martin Mystère n.333

Riguardo la badante: quando all'inizio pensa che i membri della corte sono degli svitati, potrebbe intendere qualcosa del tipo "questi sono pazzi perchè potrebbero mettersi alla ricerca del tesoro e invece si concentrano su questioni di successione che non stanno nè in cielo nè in terra?"

Una bella storia vecchio stile. Mi piace sempre il tratto di Romanini. Il mystero non manca e il finale è perfetto. Per un albo di MM come questo i soldi sono sempre ben spesi. Brutta però la copertina. (Tommaso Grande)

Soggetto intelligente, interessante e neanche del tutto fuori dal mondo. I personaggi sono invece un po’ fuori dal mondo, ma è voluto. Purtroppo c’è poca coerenza nel racconto. Dev'essere una di quelle storie che il Maestro ha scritto improvvisando, magari riprendendo spunti abbandonati tempo prima. Sono ben altre le storie su cui la testata dovrebbe puntare. Tuttavia, fra me e me dico sempre: "se filler dev'essere, almeno che sia del BVZA". Certo, gli errori ci sono, e ultimamente il BVZA non ne ha commessi pochi. Se è sempre lui a revisionare le uscite di MM, temo sia ora di affidare il ruolo a qualcun altro. Se invece non è lui, beh, mi sa che qualcuno deve rifarsi gli occhiali. Troppi errori pacchiani negli ultimi anni, e solo su MM! (Christian Di Biase)

Un grande soggetto che si poteva sviluppare un po’ meglio (Francesco Baroncini)

Grande storia, intelligente e ironica, disegnata magistralmente. Mi è particolarmente piaciuta l'idea del gruppo di rincoglioniti che si credono nobili francesi. Il teppista duca di Borgogna è veramente sublime. Qualcuno magari ci spiegherà la connessione tra la storia e questa copertina con un MM sul fondale del mare senza pinne ne bombole. (Callitrix)

Soggetto intrigante. Sceneggiatura ben realizzata, con il giusto incedere. Disegni puliti, senza forzature come Giovanni ci ha abituato. (Marco Colombelli)

Storia ultra classica del BVZM che si legge con piacere, con tutti i limiti della formula, ma anche con tutti i suoi vantaggi. Un po' forzato il finale e a tratti “tirato via” con la morte di quasi tutti i personaggi off-screen. Si sa da tempo che il buon Alessandrini gradirebbe affrancarsi dall'impegno delle cover del BVZM, e direi che con quella del 333 ha lanciato un messaggio abbastanza chiaro. La copertina sembra raccontare: "Il detective dell'impossibile, dopo essere stato spinto in acqua da Java stufo di sentirlo blaterare, cerca disperatamente il suo giacchetto milletasche in apnea nelle profondità dei Caraibi, dove dei pescatori sub cacciano scorfani in un relitto. Riuscirà la Pro Loco a far notare il forziere pieno di gioielli messo a bella posta su uno scoglio che nessuno sembra vedere o la stagione turistica sarà l'ennesimo fallimento?" (Riccardo Nicolè)

Strana sensazione, quest'albo. Mi rendo conto che è un albo "da poco", però è un piacevole divertissement. Se abbasso la soglia delle aspettative, lo trovo godibile. Soggetto debole, ma senz'altro castelliano, mysterioso, curioso... quindi (per un numero ogni tanto) va bene così. Il brodo però è troppo allungato: davvero troppe pagine. Il finale in compenso è stato un vero colpo di scena! I disegni senza dubbio sono belli, ma l'impressione mi è parsa un po' statica e troppo retrò. La divagazione sull'imperatore Norton è una di quelle cose che mi fa amare il BVZM. (Giorgio Libretti)

Soggetto molto esile e sceneggiatura abbastanza interessante, anche se eccessivamente allungata: in casi come questo rimpiango l'albo mensile di 96 pagine e le storie che non avevano l'obbligo di terminare a fondo albo, discorso vecchio, ma che torna a galla quando noto storie dal finale dilatato (questo caso) o dal finale convulso... bah, pazienza. (Zagrosky).

Personalmente sono un po' indeciso su quest'albo. Se da un lato la lettura è interessante dal punto di vista del MM "divulgativo" (grazie ad una vicenda abbastanza intrigante), e i personaggi messi in scena da Castelli sono ben caratterizzati e simpatici da leggere, dall'altro alla fine della lettura mi sono detto "beh, e allora?". Anche la mia abituale seconda lettura non è riuscita a togliermi quell'impressione di occasione sprecata... (xothit).

A me la storia è piaciuta con rilassatezza, cioè l'ho trovata una lettura godibile e tranquilla, la prosa di Castelli, i disegni di Romanini, tutte cose che danno la sensazione di "essere a casa". Però cavoli a me mancano tanto Atlantide, Mu, gli extraterrestri, la componente "mysteriosa spinta" insomma. (GGP).

Un po’ troppo esteso... Purtroppo le 160 pagine sono spesso un limite... Tuttavia la storia è interessante ma da 60-70 pagine. Ho notato un'incongruenza: la badante, nelle prime pagine, pensa e nei suoi pensieri definisce i membri della "corte" dei folli, pensando anche "perché non lo lasciano in pace"... Da questi pensieri sembrerebbe non conoscere i vari intrighi, quando alla fine si rivela complice... (Docteur Mystère)

Purtroppo i miei timori sono stati confermati, storia davvero carente dal lato mysterioso. Un giallo storico di poche pretese, tanto che lo dice lo stesso Aaron a pag. 85. Martin però non segue il suo consiglio, ma addirittura si scrive un finale in cui annulla quel poco su cui si era potuto fantasticare... Non basta per me la brillante sceneggiatura ad arrivare alla sufficienza. In più c’è l' errore già segnalato riguardante Esther, molto grave anche per me, perché crea un colpo di scena in modo "disonesto". Piacevole la consueta divagazione castelliana riguardante l’imperatore Norton. (DarkStar).

Ho molto apprezzato l'ironia nei dialoghi. Nel complesso la storia non mi è dispiaciuta ha per me i toni un'indagine investigativa. (federico.b).