Voglio essere onesto: "Le Due Sfingi" (che, tra l'altro, è la seconda storia che abbia mai scritto e la prima che abbia pubblicato) non è affatto tra le mie migliori. Non ne fui contento, e non capivo perché - anche perché ci avevo lavorato molto, e non capivo cosa mi sfuggiva.
Qualche tempo dopo la rilessi e la trovai invece curiosamente avvincente... fino al finale
Ero arrivato corto con le pagine, e dovetti appiccicarci un finalino tirato via - laddove quello che avevo pensato originariamente era, quanto meno, più organico, meno brusco, e conteneva un'ultimo colpo di scena.
Il lato positivo di tutta l'esperienza fu che da allora imparai a scrivere il finale di una storia entro al massimo
un terzo della lavorazione - perché i lettori perdonano un passaggio affrettato, o una scena di due pagine che forse ne avrebbe richieste quattro,
a metà storia, ma non perdoneranno mai la delusione di un brutto finale: basta sbagliare quelle poche pagine per rovinare un intero albo, non importa quanto ci si è lavorato.
Inoltre scrivere subito il finale ci dice che siamo soddisfatti di dove andremo a parare, definisce la poetica della storia (e aiuta quindi a compiere le scelte giuste per la trama quando siamo incerti sul modo migliore di procedere), e diviene, in un certo senso, il "faro" che ci guida durante il viaggio. E talvolta accade che il viaggio ce ne fa pensare addirittura uno migliore.
Da allora c'e stata solo un'altra storia per la quale non ho scritto subito il finale: "L'Albero Filosofico". Ma è accaduto perché sapevo così chiaramente dove andavo a parare che ho finito la sceneggiatura a pagina 151 - e, letteralmente, non sapevo di cosa farmene delle tre pagine rimaste vuote, perché lì la storia finiva! (alla fine le usammo in redazione per chiarire alcuni passaggi). Ma la mia regola ferrea, da dopo "Le Due Sfingi", è stata "non pensare nemmeno di iniziare una storia se non sai come finirà - o se non sei certo che l'idea del finale si sviluppi durante la prima parte; e una volta che lo sai, SCRIVILO SUBITO."
La prima pagina della sequenza finale de "Le Porte dell'Immaginazione" è (ho qui la sceneggiatura nell'ordine in cui è stata scritta) TAVOLA 22. Non avevo neppure completato la sequenza iniziale.
Vi è anche un valore più generale che emerse da questa "esperienza". Qualche tempo dopo Alfredo mi chiese di esaminare le storie e i soggetti che aspiranti autori avevano mandato come prova. Ne lessi... ehm... 123... perché in redazione erano un po' indietro (a volte una o due pagine, a volte intere sceneggiature). Più di metà li scartai perché NON FINIVANO. L'autore esponeva tutto entusiasta un sacco di idee, anche interessanti... e a metà, finiva il gas e si fermava (ricordo ancora certe giustificazioni "E, naturalmente, non oserei mai offendere il Maestro Alfredo Castelli imponendogli la mia idea su come concludere la storia!"; quando le leggevo tiravo una riga sulla proposta e ci mettevo intorno punti interrogativi... Per chi è curioso, di 123 proposte presi una sceneggiatura - di un tale che poi ci disse che era contento, ma non aveva intenzione di continuare a scrivere - e un soggetto).
Con quanto sopra non intendo dire "Non comprate l'albo!" A parte che ci sono altre due storie
; ma, come ho scritto, rileggendolo ho trovato "Le Due Sfingi" curiosamente avvincente e ben strutturato. In più, contiene una severa lezione - anche se, non conoscendo i dietro le quinte, ovviamente i lettori non potranno sapere cosa è andato storto e la lezione che ne ho tratto (né è loro dovere farlo, intendiamoci).
Infine, "Le Due Sfingi" mi diede una piccola soddisfazione. Il panico morale della metà degli anni '90 non era più "I fumetti fanno uccidere la nonna!", ma "PLAGIO!!" Bastava una vignetta in cui un personaggio si mettesse un dito nel naso perché i lettori ne citassero altre duemila "da cui si era copiato".
Io non nego affatto che l'ispirazione iniziale fu una storia con le atmosfere di "Alien"... ma il risultato fu anche una storia che precedette "Punto di Non Ritorno" ("Event Horizon") di ben tre anni. Stranamente, nessun lettore scrisse a Paul Anderson una lettera con "PLAGIARISM!!" scritto a caratteri cubitali. La vita è piena di cose curiose.
E chi farà caso alla caratterizzazione dei protagonisti noterà come essi contengono i semi di... una cosa che venne dopo
CITAZIONE (Stormur @ 14/6/2017, 17:45)
Dal 15 luglioTavola 1,
tavola 2,
tavola 3,
tavola 4,
tavola 5Soggetti e sceneggiature:
Vincenzo Beretta,
Alfredo CastelliDisegni:
Pasquale Del Vecchio,
Fabrizio Russo,
Rodolfo TortiCopertina:
Giancarlo AlessandriniContiene:
-
La grande truffaMartin Mystère non è il Detective dell'Impossibile? La sua casa non è più al n. 3 di Washington Mews? Che fine hanno fatto Diana e Java? E chi sta dando la caccia a Martin, che ora è un tranquillo docente universitario di storia, sposato e con un figlio? Il mondo è impazzito, oppure esiste un'altra spiegazione?-
Le due sfingi"Spazio, ultima frontiera..." e probabilmente lo rimarrà ancora per molto, molto tempo. Ma cosa succederebbe se un'astronave terrestre dovesse intercettare un messaggio proveniente da una forma di vita aliena ai confini dell'universo?-
Dietro le quintePuò essere che certi grandi accadimenti storici siano determinati in realtà da avvenimenti minori? Intrighi, ricatti, piccole vicende personali fatte di egoismo e meschinità, che magari possono davvero influenzare la Storia...* * *
Da notare che in realtà La grande truffa era l'albo 226 della serie regolare.
Non avendole mai letto prima, sono contento di questa Zona X anche se sono ristampe, e apprezzo molto la vena copertinifera creativa!