Letta la storia. il voto è buono.
Detto questo devo fare alcune brevi riflessioni:
1) questo albo, volutamente o meno, si pone quasi in antitesi con la mini The Secret scitta dal bravo Di Bernardo ed edita nel 2011 dalla Star Comics. Senza andare nel particolare, anche lì si parlava di scie chimiche o della Sindrome di Morgellons (e di molto altro). Con la differenza che in quella mini tutte le teorie complottistiche considerate paiono essere "vere" o quantomeno "verosimili". Nella storia di MM invece le teorie considerate vengono smontate da Martin. Insomma, abbiamo una mini "complottista" contrapposta ad un albo "del CICAP"
. La breve distanza di tempo tra le due pubblicazioni mi va pensare che forse Recagno è stato incuriosito dall'argomento e lo abbia voluto analizzare dal suo punto di vista, però visti i tempi lunghi per le scenggiature Bonelli è anche possibile che si tratti di un caso;
2) Martin anti complottista? Mah! Martin è uno scienziato non scettico. Crede a quello che vede e non ha paraocchi che gli impediscono di accettare l'impossibile, inteso come non contemplabile dalla scienza/archeologia ufficiale. Ha le sue idee, sa che esistono diversi complotti e potentati nascosti nel mondo (Uomini in Nero, Illuminati, Giovanni e altro ancora, forse persino troppi) ma questo non gli impedisce certo di guardare con attenzione a tutti quei finti complotti che, come dice il capo degli UIN, servono proprio a nascondere quelli veri. E' anche un uomo, può sbagliare, può anche cadere in contraddizione (lo accetto nel momento che lo considero un uomo e non un super uomo), ma rimane nei valori base il Martin del Numero 1, invecchiato e meno avventuroso sicuramente, però tutt'altro che "divanista";
3) Gli UIN gli dicono che non gli ha mai dato reali problemi. Per me è un'emerita stupidaggine. Eccome se gliene ha dati, il che per me vuol dire che lo stanno prendendo in giro, che vogliono sminuirne il valore;
4) Cosa vuol dire cambiare in un fumetto seriale? Cambiare vuol dire di solito far prendere al personaggio direzioni nuove e in alcuni casi addirittura "senza ritorno". insomma cambiare radicalmente lo status quo. Da questo punto di vista le storie bonelliane questo lo fanno molto raramente (dovrei dire mai, ma forse in Nathan Never così non è). Se guardo a Zagor, Tex o MM i cambiamenti ci sono a volte stati, ma tutto sommato hano avuto un impatto minimo. Nel caso di Martin il matrimonio, la morte della fidanzata di Java, i cambiamenti di Sergey Orloff hanno mutato alcuni punti senza trasformarlo. Se guardiamo ad un personaggio che molto doveva a MM, cioé a Lazarus Ledd, lì sono avvenuti cambiamenti radicali, in una serie in cui una continuity serrata mostrava un personaggio nel qual lo status quo in effetti non esisteva.
Ma modificare Martin che vuole dire? Perdere le parti tradizionali, Java, Diana? Insomma innescare un evento traumatico che trasformi il personaggio o lo liberi da uan situazione ormai "legata"? E' un problema che negli USA affrontano spesso e che non hanno quasi mai problemi a risolvere con soluzioni sin troppo draconiane (la morte di Superman, Batman su una sedia a rotelle, il diavolo che "annulla" il matrimonio dell'Uomo Ragno, interi universi ricreati da entità cosmiche). In Italia, e alla Bonelli in particolare, mi pare improponibile. E poi ce ne sarebbe davvero bisogno?
Tuttavia questo pippone (del quel sin d'ora mi scuso) è dovuto ad una frase che ho letto in qustia discussione, quando si diceva che Martin avrebbe dovuto/potuto divulgare l'esistenza degli UIN. Facendolo cambieremmo davvero in modo radicale non solo il fumetto ma anche il mondo di Martin. Un mondo conscio dell'esistenza degli UIN, ed a cascata conscio dell'esisteza di alieni, di maghi, di licantropi e così via sarebbe del tutto diverso da quello nel quale si muove Martin e che deve essere, per rendere le sue storie verosimili, il più possibile simile a quello reale. Insomma, se cambiamo troppo cambiamo anche il personaggio stravolgendone le caratteristiche di base, se lo facciamo poco lo facciamo soltanto invecchiare e nulla più.
Pare un lavoro facile scrivere di queste storie, no?
Ciao Ciao