Agarthi - Il Forum di Martin Mystère


New York stories
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New York stories, Martin Mystère nn.182-183-184

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MaxBrody
view post Posted on 4/5/2017, 14:08 by: MaxBrody
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Il Dybbuk

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Pazzesca, geniale, ricca come una tavola imbandita dove si mangia bene con cari amici con cui è piacevole trascorrere una domenica diversa, divertente, colta (e questi due aspetti non sono in contrasto), "anni '90" nel senso buono - ricorda certe pellicole di quegli anni, che avevano ancora una "patina" classicheggiante che oggi forse ha solo Woody Allen (menzionato da Castelli) -, la prosa e la regia di chi sa perfettamente cosa vuole raccontare e come farlo e ha il totale controllo di ogni minima vignetta, e sa dare precise indicazioni al disegnatore, che viene così messo a proprio agio ed è invogliato a sfornare una grande prova.
Una miniera di nozioni raccontate in modo non didascalico, e di fatto la storia - lunghissima - è in gran parte una conversazione (continuamente interrotta) che ricorda conversazioni che ricordano dialoghi troncati. Molti esaltano "Carnage": e questo, allora?

Purtroppo il paragone con gli albi attuali è impietoso. Seppure nel piacere del lasciarsi trasportare dall'avventura (una avventura epica e mitologica... tutta ambientata in città! Con la base operativa nel salotto di casa! Il sogno di ogni bambino, avventuriero, Scrittore con la S maiuscola), è quasi doloroso rileggere un Castelli così ispirato, divertito, preparato, consapevole, adulto, Maestro nel senso più completo nel termine, e pensare agli albi più recenti, inclusi (e soprattutto) i suoi. Questa storia fa veramente il paio con l'Altrove di Mark Twain e Joe Gould ricorda quale sia il vero Castelli, che non è quello de "Le dieci tribù" o "L'oro di Re Mida".

178 pagine di persone che parlano, eppure offre una varietà di ambientazioni e situazioni e personaggi pazzesca.
E nel finale l'autore si prende in giro, e prende in giro i personaggi, e fa la parodia della sua serie, e Martin ne esce ridicolizzato, eppure non si rimane con l'amaro in bocca (o peggio) come nel #350 perché tale scelta ha una giustificazione interna alla storia (che di fatto è un quaderno segreto di Joe Gould) e non è così perché sì e basta o perché i personaggi sono anzianotti e dobbiamo portare pazienza in attesa dell'inevitabile.

Mitologicamente fondamentale, come ho ricordato a suo tempo nella Storia segreta del mondo. Eppure la narrazione non ne esce appesantita da mille strizzate d'occhio fanservice, e non sono necessarie abiette retcon per far quadrare i conti, e comunque c'è anche molto, moltissimo altro, ed è difficile non trovarvi proprio nulla di interessante.

Ma la Pietra di Fal è davvero UNA Pietra? O è LA Pietra? Ora sono più dubbioso.
Naturalmente il mystero delle dieci tribù perdute viene completamente risolto, in modo chiaro ed esauriente e logico, senza bisogno di riscritture, e nel complesso ogni dannato elemento di questa intricata e deliziosa vicenda si incastra con gli altri alla perfezione, e tutti i fili tornano nella matassa in un modo che lascia sazi e soddisfatti, ma tristi perché la gita domenicale è conclusa e bisogna tornare al grigiore quotidiano (bimestrale).

p.s.: ancora Trump :lol:
 
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16 replies since 25/6/2008, 12:58   786 views
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