| Una storia importante come quella che vede Martin Mystère confrontarsi con il mistero per eccellenza del genio di Leonardo da Vinci, la Gioconda, non è stata scritta, come ci si poteva aspettare, dal vulcanico Castelli (comunque autore del breve racconto Il sorriso della Gioconda), ma da Giuseppe Ferrandino. La scelta comunque non dà il minimo fastidio dato che Ferrandino è stato capace di scrivere una storia davvero ottima. Innanzitutto ho notato come, nonostante la storia duri ben due albi completi, la sceneggiatura sia briosa e scorrevole e i dialoghi assai efficaci, rendendo il tutto molto avvincente e intrigante. Da appassionato di storia dell'arte, poi, l'argomento Leonardo non poteva lasciarmi indifferente. Un altro aspetto positivo è la peculiare e convincente caratterizzazione dei personaggi, anche e soprattutto dei nemici, Loberg e i suoi due scagnozzi (ma pure, per esempio, di Renzi, il contadino che nella sua ignoranza crede che gli altri siano degli ingenui, quando è lui ad essere beffato dagli altri). La storia parte fin da subito alla grande, con il curioso arrivo a casa di Martin di una Gioconda originale, e la suspense cresce fino alla parte finale nel castello di Pietranera con i colpi di scena tanto attesi. La risoluzione del mistero mi ha soddisfatto: non l'ho trovata troppo ironica (come ne Il tesoro di Loch Ness, per capirsi), ma, anzi, a suo modo l'ho trovata geniale, per quanto faccia allo stesso tempo sorridere. Se dunque sono rimasto piacevolmente colpito dalla storia di Ferrandino, devo dire che i disegni si sono rivelati più che discreti. Lo stile sintetico di Deidda mi ha ricordato quello di Milazzo e complessivamente mi ha convinto, ma, come succede anche per il creatore di Ken Parker, ci sono pure delle vignette tirate via (particolarmente brutto, ad esempio, il primo piano di Martin a pag.55). Notevole comunque la capacità di storyboard. Le due copertine di Alessandrini sono entrambe stupende e geniali nella composizione.
Storia: 8,5 Disegni: 7,5
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