| Memorabile albo centenario non solo all'interno della serie, ma, a mio avviso, tra tutti gli albi celebrativi pubblicati dalla Bonelli. L'unicità e la genialità di questo numero stanno nel fatto che non è una qualunque storia "verniciata" per l'occasione speciale in technicolor, ma una storia incentrata proprio sul tema dei colori. L'episodio di Castelli si sviluppa in tre racconti brevi con protagonisti i colori, in cui, come ampiamente già dimostrato in precedenza nei racconti di Zona X, il creatore del personaggio mostra tutta la sua bravura nello scrivere appunto storie brevi. La prima storia è senza dubbio la mia preferita, un vero capolavoro nonostante la brevità. Il racconto parte dall'intrigante e allo stesso tempo un po' inquietante interrogativo: tutti noi percepiamo davvero i colori allo stesso modo? O, invece, li vediamo in modi totalmente diversi ma li chiamiamo con gli stessi nomi perché ce li hanno insegnati così (a tal proposito, memorabile e geniale la scena in cui la maestra chiede ai bambini i colori dei vari elementi paesaggistici e si vedono le "soggettive" dei vari alunni del paesaggio fuori dalla finestra, tutte diverse tra loro). Molto interessante anche la spiegazione di Fleming, in cui sono contenute molte informazioni sui colori. Assolutamente geniale (sto ripetendo questo termine, ma non saprei quale altro aggettivo si addice meglio) la scena in cui si scopre che Fleming non ha ucciso un alieno invisibile ma...il proprio angelo custode! Ottimo anche il secondo racconto, che è anche quello con più nozioni sul colore (e in particolare sul lavoro dei fotolitisti). Intrigantissima la premessa in cui Zell, non essendo ancora riuscito a replicare fedelmente il quadro "Monochrome" di Yves Klein, giura che ci riuscirà a costo di uccidere qualcuno. Ed è in relazione a questo che il finale, in cui si scopre che Zell è entrato nel museo solamente per ridipingere il quadro con un blu riproducibile tipograficamente, è davvero fantastico e magistrale. Si arriva infine al terzo racconto, che non mi ha mai fatto impazzire (solo per questo non do 10...). Mentre gli altri racconti, pur essendo in parte assurdi, erano comunque credibili anche nella realtà mysteriana, quest'ultimo è un po' troppo sopra le righe e richiede una notevole sospensione dell'incredulità, oltre ad essere un tantino "infantile". Ciò non toglie che sia anche divertente, ma pur sempre meno delle altre. La riflessione dei colori come generatori di differenze è comunque molto interessante. Il modo poi di esprimersi degli Inca è esilarante! Il finale del racconto non mi è granché piaciuto, a differenza degli altri. I disegni di questo centenario sono stati ovviamente affidati a Giancarlo Alessandrini, che non ha bisogno di commenti: il suo è il vero Martin Mystère. Ribadisco che questo, in cui ha abbandonato i tratteggi dei primi anni e non è ancora diventato ipersintetico come sarebbe stato più avanti, sia il periodo migliore della sua carriera. Buona pure la cover.
Storia: 9 Disegni: 9
Edited by Magico Vento - 17/9/2022, 19:05
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