MaxBrody |
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| Secondo recenti studi, questa storia è prefigurativa del MM odierno. Il protagonista appare nella sua doppia versione "adolescenziale" (infantile e anziana) riscontrabile negli albi recenti: - professionalmente è sia una sorta di genio autistico (riporta a memoria discorsi uditi per caso una volta) che un vecchietto che stenta a raccapezzarsi del progresso della tecnologia; - caratterialmente parlando, mostra di avere un ego decisamente ballerino (passa dall'aplomb castelliano al pianto "emo", alla sfuriata salviniana contro i giornalisti, al brontolìo dell'anziano sui teppisti). Narrativamente parlando, la storia viene risolta con due bei colpi di fortuna notevoli: emblematico il passo in cui Travis sente di dover correre pur sapendo che l'amico è morto, "ma non sa perché". Meta-narrativamente, questa è la prima storia in cui il protagonista si sdoppia letteralmente, e può benissimo essere considerata l'archetipo della deriva multi-mystèriana dei tempi odierni (e non soltanto perché dal computer a proteine viventi sono nati il robo-MM, quattro Mister Jinx e non meno di tre Nemo).
In quest'ottica, la figura di Alfie Doolittle - l'alcoolizzato che cerca tesori inesistenti - trova un'esegesi altrettanto prefigurativa che usa il futuro per spiegarne le segrete origini: egli non è altri che il fan mysteriano odierno, rappresentato con tratto crudo e verista, secondo la lezione dei grandi cineasti nostrani.
Secondo altre fonti, invece, il nome "Alfie" associerebbe la figura a quella dell'Autore, un viaggiatore del tempo del 21° secolo, già "Uomo in Nero" ai tempi della pubblicazione della storia, seguace del "Principia Discordiae" nonché autore dei Vari Loghi dei MM Dis-Uniti.
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