|
|
| CITAZIONE (GGP @ 15/10/2007, 12:41) CITAZIONE ma soprattutto domandona: 6) pag.212 se il Graal giunse nella mani di San Nicola (vissuto nel quarto secolo) e fu sepolto con lui, come faceva Artù ad averlo duecento anni dopo (nel sesto secolo)? Se sono riuscito a capire bene: il Graal viene recuperato da Parsifal e Galaad, che poi partono "verso oriente". Lì nascondono il Graal in una tomba dove poi lo ritrovano gli uomini di Giovannoccaro. Ora probabilmente quella tomba non era quella del "vero e originale" san Nicola, ma lo era diventata nella leggenda popolare (forse diffusa proprio dai cavlieri del Graal). no, non nella tomba, finirà nella "mani" del vero San Nicola (come si dice appunto nell'ultima vignetta a pag.212) vissuto dal 270 al 325 però nell'universo mysteriano viene fatto "vivere in un periodo più tardo" (così è scritto nell'Indice Analitico 2002) in modo da succedere ai cavalieri arturiani. Gradirei però sapere in quale periodo Castelli ha deciso di farlo vivere! CITAZIONE Naturalmente la spiegazione non deve essere perfettamente chiara, perchè non si sa mai che a Castelli o a Recagno non venga in mente qualche idea per portare avanti questa linea narrativa. (Dopo che Morgana avrà fatto quello che deve fare con le sette spade auspico) e invece bisogna chiarire per inquadrare bene le storie future in cui si disattivano gli esagoni! Anzi mi pare di capire che Morgana cercherà l'Excalibur. Ma a che le serve? Non è stata disattivata da Martin nell'albo 16 "Il mistero di Stonehenge"? per una discussione sugli Esagoni http://agarthi.forumfree.net/?t=21512961Edited by Aldous - 21/10/2007, 18:00
|
| |