Ok, alla fine l'ho (ri)finito, ho (ri)letto i vecchi commenti e posso dire di aver trovato tutto quello che avevano trovato GGP e Deki, anche perché credevo che avessero trovato chissà cosa, probabilmente 3 anni fa mi sono stupito per l'immensa cultura dei due soggetti (GGP è chiaramente Belbo, Deki mi sa un po' di Diotallevi... fossi stato Casaubon già all'epoca, avrei potuto fare una gustosa parodia di quelle mie, ma vabbé, ho perso l'Occasione).
Ad ogni modo, che dire? Direi che di Occasioni ne ho perse almeno due o tre: sicuramente una l'ho persa quando lessi il Pendolo la prima volta, avevo quattordici anni, ci misi due o tre giorni, cosa di cui mi sono sempre vantato, tanto mi aveva preso, ma con questa rilettura mi sono accorto che non ricordavo praticamente nulla, anzi, che probabilmente non ci avevo capito nulla. Ora, però, so di non sapere, ma preferisco far finta di sapere e spacciarmi per diabolico, anche perché, se diventassi Saggio all'improvviso - in senso agrippiano - vorrebbe dire che starei per tirare le cuoia, e per il momento preferirei evitare. (difatti la Verità si manifesta due volte nel corso della vita: la prima volta l'Occasione non viene colta, e questo per me è stata la prima lettura; la seconda quando si muore).
La prima cosa che balza all'occhio è che - ormai è palese - Lost non è altro che un remake del Pendolo: nel telefilm, infatti, c'é un personaggio che si chiama Eko, un Pendolo di Foucault vero e proprio svolge un ruolo decisivo nella trama, e la "morale finale" - se così possiamo chiamarla - è la stessa del libro (o del Libro?).
Per il resto, spiegare il Pendolo è impossibile e, come ormai sappiamo, inutile: c'é Tutto e non c'é Niente, GGP e Deki hanno spiegato meglio di me il significato di queste parole. Il Piano è la Storia, quindi la Storia è un Gioco, chi gioca è l'Uomo, perciò l'Uomo è importante, sia che comprenda la Verità, sia che non la comprenda, perché anche se non la comprende (i diabolici, ma pure i 3 protagonisti fino ad un certo punto) contribuisce a portare avanti il Gioco, ossia la Storia, mentre il 'contorno' (come si sono svolti i fatti nello specifico) non è importante, o meglio, è importante relativamente, ciò che conta è sapere che ci sia qualcosa, ma solo perché, tramite quel qualcosa, si riesce a ricostruire il modo in cui l'Uomo è arrivato in quel punto e perché.
Mi dite: ma il Gioco parte da presupposti errati. Certo. D'altronde, nessuno di noi può dire se la vita sia nata perché così doveva andare o per un incidente fra quattro atomi o perché Dio ha pigiato il tasto sbagliato. Alcuni diabolici sostengono una causa, e altri diabolici l'altra, a volte si scannano pure, ed è 'giusto' così, se nessuno sostenesse niente, non ci sarebbe Vita, tutti sarebbero Saggi e, per la proprietà commutativa, saremmo tutti morti
. In questo senso, secondo la mia personale e modesta interpretazione del pensiero echiano, Eco detesta sì i diabolici, gli Erich Von Daenikaen che vedono gli ufo dappertutto, i presunti guaritori, i fumetti con i biondi archeologi (ecco perché ha sempre snobbato Martin, ma questo ce lo metto io), ma al tempo stesso li giustifica, li cita, ne parla spesso, l'idea del Piano l'inventa lui, il romanzo è suo, non di Zacharia Setchin.
La Vita va vissuta senza preconcetti o fideismi (ho finalmente acquistato L'enciclopedia dei mysteri di Martin, non ve ne frega niente, ma ho ancora nella mente l'introduzione), come un Gioco, chi la prende troppo sul serio degenera (le varie sette, i Templari, il Conte di San Germano, Hitler... perché ci si ammazza? Perché si vuol dimostrare le proprie ragioni a tutti i costi, fondate o infondate che siano, e inculcarle agli altri, i quali vogliono dimostrare e inculcare le loro. Perché le vogliono dimostrare a tutti i costi? Ma perché se faccio credere una cosa agli altri - anche la più stupida, o la più falsa - vinco la mia insicurezza e ci posso credere anch'io senza vergognarmi, non mi sento più solo: il Berlusca dice che i magistrati son tutti comunisti, anche se il comunismo è morto da vent'anni (o più), anche se chi occupa posti di un certo tipo è quasi sempre di destra, e la maggioranza ci crede, e se non ci crede fa finta, tanto non sono solo, ci credono tanti altri posso crederlo anch'io, no?
Alla fine è tutto lì: l'unica cosa che conta è l'Uomo, le persone sono più importanti di ogni cosa, e le persone rifuggono la solitudine: escluso qualche romita silente qua e là, chi è solo prima o poi diventa quasi sicuramente matto o, comunque, fa una brutta fine (vedasi come muore Diotallevi). Allora si cerca compagnia, la comunione, l'unione, e qual é la più grande forma di Unione? Per Casaubon è Giulio, il suo Umbilicus Mundi, il suo Graal.
Lo ottiene nella sefirah Tiferet, guarda caso quella della Bellezza, del culmine "terreno" del percorso di vita immortalato dall'albero sefirotico (a proposito: curiosa è l'equazione albero=carta=Libro=Universo in senso borgesiano=Uomo in senso relativista) e vabbè, tutto il romanzo segue l'albero, e ogni capitolo ha in sé la citazione che lo apre, e il romanzo tutto ha una struttura lineare e circolare al tempo stesso... e, insomma, Lost vi si ispira anche in questo. (collegamento diabolico!)
Ok, da buon diabolico fatemi dire ancora due cose. Uno: che l'aspetto ludico dell'esistenza è riprodotto anche materialmente dalla scelta della forma romanzo: Eco poteva scrivere un noioso saggio, ma ha scelto un romanzo, che è ludico, fittizio per antonomasia, anzi, più correttamente 'verosimile', e si veda tutta la dissertazione su Eugene Sue e i romanzi d'appendice.
Due: la Resistenza non è messa lì solo per la storia personale di Belbo (la tromba, l'Occasione, ecc) ma fascisti e partigiani che prima si ammazzano a vicenda e poi stringono accordi, sono lì a ricordare che gli Uomini sono tutti uguali, in fondo, e che, nonostante le apparenze differenti, fanno in soldoni le stesse cose (fascisti che picchiano comunisti, comunisti che mettono bombe, poi si ritrovano tutti al bar, gli ex-sessantottini sistemati che brontolano per le manifestazioni, le storie della Cagoule e dei Protocolli). Ancora una volta, solo l'Uomo conta. Se solo lo capisse.
S'è capito qualcosa? Dubito. Non importa, anch'io ho una mia importanza, ne sono certo. L'ho scritto io