Agarthi - Il Forum di Martin Mystère

Almanacco del Mystero, notizie insolite,curiose,mysteriose tratte dalla stampa non specializzata

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alupo
view post Posted on 10/12/2008, 17:13




Quest'anno, secondo il Corriere della Sera durerà un secondo di più!

Ecco l'articolo:

CITAZIONE
Il 2008 si allunga di un secondo
L'osservatorio di Washington: colpa del rallentamento della rotazione della terra

MILANO — Il 2008, con tutti suoi guai economici, non vuol proprio finire. E ci farà soffrire (ma qualcuno certamente gioirà) un secondo di più. Il Naval Observatory di Washington che governa il tempo americano, ma di fatto quello del pianeta perché controlla buona parte degli orologi atomici di riferimento nel mondo, ha deciso di aggiungere alle 24 ore del 31 dicembre un altro secondo quando nella capitale degli States saranno le 18, 59 primi e 59 secondi.

«Guarderemo l'orologio, ma siamo sicuri che non succederà nulla — precisa Geoff Chester, portavoce dell'Osservatorio — sarà soltanto una celebrazione anticipata dell'anno nuovo». In Italia, per la differenza del fuso orario, l'aggiornamento sposterà di un secondo il brindisi della mezzanotte. Tenendo conto che quest'anno era anche bisestile, il 2008 è da record. L'intervento degli scienziati americani è necessario per tener conto del progressivo rallentamento della rotazione della Terra causato da fatti naturali come l'azione di marea esercitata dalla forza gravitazionale della Luna, oppure dal Sole, ma anche da grandi eventi analoghi allo tsunami in Indonesia nel dicembre 2004. È tutto normale, comunque: lo studio dei depositi mareali di circa novecento milioni di anni fa raccolti in varie parti del mondo, dallo Utah all'Indiana, dall'Alabama all'Australia, dimostrano che allora il giorno era di circa 18 ore. E quindi continuando a rallentare, fra qualche centinaio di milioni di anni il giorno sarà di addirittura di un paio di mesi. Tutto cambia inesorabilmente. Oggi, però, il tempo è diventato un riferimento importante perché ogni marchingegno elettronico ha a che fare con l'orologio: dai computer ai satelliti, ai cellulari. Ed è stata la diffusione di queste tecnologie che ha reso necessario da una parte misurare meglio il tempo e dall'altra aggiornare il suo scandire secondo i ritmi astronomici.

Per questo nel 1949 il National Bureau of Standard negli Stati Uniti installava il primo orologio atomico il quale calcolava il secondo in base alla frequenza di risonanza di un atomo. Solitamente si è impiegato il cesio, ma ora sui satelliti di navigazione europei Galileo si farà ricorso per la prima volta al maser a idrogeno più preciso e tra l'altro costruito dalla società italiana Selex Galileo con l'Osservatorio di Neuchatel in Svizzera. Intanto dagli anni Cinquanta i vari organismi internazionali discutevano su come intervenire. Proprio per rispondere a queste necessità il Naval Observatory, un luogo celebre perché sotto la sua cupola Hasaph Hall scopriva i due satelliti di Marte, Phobos e Deimos, e ora ospita l'International Earth Rotation Service, dal 1972 iniziava a tener conto del rallentamento della rotazione terrestre adeguando il battito degli orologi atomici al fine di mantenerli in sintonia con il comportamento del pianeta. Da allora a giugno o in dicembre gli astronomi resettavano i quadranti digitali aggiungendo un secondo. È accaduto quasi tutti gli anni: l'intervallo più lungo in cui non sono intervenuti è stato dal 1998 al 2005, l'anno dell'ultimo aggiornamento, il ventitreesimo (nel 1972 ne hanno compiuti due). E con il 2008 hanno «regalato» 24 secondi al valore medio storico che stabiliva la lunghezza del giorno in 86.400 secondi, valido, però, nel 1820. Il tempo scorre l'uomo e la Terra lo devono rincorrere. E la frontiera per dominarlo è rappresentata da orologi su un chip a ioni di mercurio. I progettisti del National Institute of Standard and Technology statunitense ne hanno sperimentato un prototipo in laboratorio e dicono che sbaglia solo di un secondo ogni 4,5 miliardi di anni, l'età della Terra.

A quanto pare, una chiesa risalente alla seconda guerra mondiale è scomparsa mysteriosamente:

CITAZIONE
Il mistero della chiesa scomparsa
la cercano i reduci inglesi. Invano
di MARCO PATUCCHI

ROMA - Quando ne parlano la chiamano la "chiesa perduta", la "chiesa fantasma". Loro sono i veterani dell'esercito inglese che nel settembre del 1943 sbarcarono sulle spiagge attorno a Salerno per l'Operazione Avalanche e che oggi vorrebbero sapere dov'è finita quella cappella costruita per onorare i compagni morti durante lo sbarco e nei 22 terribili giorni della battaglia contro i tedeschi. Dove sono finiti i dipinti realizzati dagli stessi soldati, l'altare di pietra e quarzo, la targa commemorativa di marmo, la croce di mattoni rossi. Un'opera evidentemente mimetizzata dal tempo e dagli edifici che in oltre sessant'anni hanno cambiato a più riprese il profilo dei paesi affacciati sul golfo di Salerno.

"Ma una chiesa non può semplicemente svanire nell'aria", dice George Hillman, veterano dell'Ottavo Squadrone del Genio Reale e della Sesta Divisione Corazzata, che ha attivato la Italy Star Association (associazione dei reduci della campagna alleata in Italia) per ritrovare le tracce di un luogo legato alla memoria di quanti combatterono in nome della libertà. Una ricerca nell'oblio portata avanti anche da Harry Shindler, altro veterano dell'associazione.

La storia della cappella emerge dai ricordi di chi partecipò all'Operazione Avalanche e di chi la visitò negli anni successivi. Ed è raccontata anche in un articolo pubblicato dall'inviato di guerra Don McWhinnie nell'estate del 1944, un anno dopo lo sbarco e mentre il conflitto scuoteva ancora il mondo. All'alba del 9 settembre 1943, dunque poche ore dopo l'annuncio dell'Armistizio, il Quindicesimo Gruppo d'Armate angloamericane guidato dal generale Alexander sbarcò sulle spiagge del golfo di Salerno e avviò un'operazione che, secondo i piani, avrebbe dovuto allontanare i tedeschi dall'Italia Meridionale, conquistare le basi aeree di Foggia, raggiungere Napoli e liberare rapidamente Roma. Obiettivi centrati solo in parte e dopo tre settimane di durissima battaglia. Tra le zone di sbarco c'era anche la spiaggia di Pontecagnano, un villaggio a pochi chilometri da Salerno, ed è lì che dopo la conclusione dell'Operazione Avalanche viene edificata nel giro di qualche mese la cappella di St. Martin e St. George, in memoria dei caduti alleati.
Alla costruzione partecipano una mezza dozzina di uomini che lavorano sui resti di una cantina danneggiata dai bombardamenti: il giornale dell'epoca ne cita qualcuno, a partire dal cappellano militare padre H. P Hansen; poi il caporale Harold Addenbrooke, di Sheffield, autore dei dipinti; il tenente Wainwright, di Wolverhampton, che si occupa dei lavori di muratura insieme ai soldati semplici Pritt e Robinson. Il risultato è una cappella che può ospitare fino a 300 persone, con un pavimento di mattoni, la navata di marmo, l'altare di pietra, marmo e quarzo, una croce in mattonelle rosse, quindici dipinti.

All'ingresso c'è una tela che ritrae il Cristo, donata da un italiano e danneggiata dai fori di proiettile. Anche gli altri soldati della divisione di stanza a Pontecagnano partecipano a modo loro alla costruzione della cappella, portando le sedie con inciso il proprio nome e la città di provenienza. Ed è padre Hansen a spiegare la scelta di intitolare la chiesa a San Martino e San Giorgio: "Rappresentano i nostri ideali meglio di ogni altra figura - dichiara il cappellano militare all'inviato di guerra -. St. George è il soldato che combatte contro il male e anche St. Martin è un soldato: impersonano gli atti di carità cristiana che sono le ragioni per le quali siamo venuti a combattere".

Di questa chiesa oggi si sono perse le tracce e i veterani inglesi sperano che qualcuno possa aiutarli a ritrovarle, magari in qualche scantinato o lungo qualche strada di Pontecagnano. E chissà che non possano rispuntare fuori i dipinti del caporale Addenbrooke o quella targa in marmo che, in inglese e in latino, spiegava l'origine della cappella di St. Martin e St. George: "Edificata alla gloria di Dio nel ricordo di coloro che caddero nello sbarco sulle spiagge di questa zona nel 1943, monumento eterno agli ideali della cavalleria e della fratellanza che li ispirò".

Fonte: Repubblica

Ecco a voi, invece, dalla Stampa le immagini di costruazioni islamiche prima del rinascimento:

CITAZIONE
I robot islamici dell'Anno Mille

Team italiano ricostruisce le macchine che anticipano il Rinascimento
GABRIELE BECCARIA
Si intitolava «Kitab al-Asrar fi Nataij al-Afkar» ed era uno dei prodotti della globalizzazione islamica, che univa l’Asia all’Europa. Lo scrisse un ingegnere, ibn Khalaf al-Muradi, quando Cordova era la capitale dell’Andalusia musulmana e le sue biblioteche scintillavano di sapere, dall’astronomia alla poesia, e raccoglievano i preziosi relitti dell’antichità classica, compresi i trattati su Erone e Archimede. L’anno preciso non lo sapremo mai, ma era intorno al Mille, in un momento in cui, altrove, il Medio Evo passava per essere molto buio.

Oggi quell’opera si intitola «Il Libro dei Segreti» e ricompare in scena grazie alla globalizzazione del XXI secolo: l’unica copia sopravvissuta, datata 1266, è stata recuperata dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, trascritta in arabo e tradotta in italiano, inglese e francese, mentre gli strumenti e gli automi che descrive con pignoleria sono tornati in vita grazie all’occhio degli ingegneri e alla potenza di calcolo dei computer. Ci ha pensato il team italiano di «Leonardo3», con Massimiliano Lisa, Mario Taddei e Edoardo Zanon, sostenuto dal mecenatismo dello sceicco Hamad bin Khalifa Al-Thani, e che ora espone l’impresa nel nuovo Museo d’Arte Islamica di Doha in Qatar: una ricostruzione digitale e interattiva del manoscritto e soprattutto della sua tecnologia d’avanguardia di mille anni fa.

I modelli tridimensionali animati su touch-screen olografici ne rivelano le tante facce, gentili e brutali, utili e superflue, sempre molti passi avanti a quella europea, che avrebbe riscoperto o re-inventato orologi ad acqua, calendari idraulici, teatrini semiautomatici, pozzi meccanizzati e torri d’assedio e macchine da guerra, tutti zeppi di ingranaggi, leve, serbatoi, micro e macro-meccanismi e di personaggi capaci di muoversi senza interventi umani. Secoli prima di Leonardo da Vinci e degli ingegneri del Rinascimento si assiste a un’anticipazione del mondo del futuro.

«Tra le tante, mi ha colpito la macchina numero 13 - racconta Taddei -: presenta un complicato e ingegnoso sistema che ogni ora mette in moto una serie di automi meccanici, serpenti, donne e uomini, che funzionano attraverso un “motore” ad acqua, mercurio e pulegge. Ha richiesto un enorme lavoro di interpretazione». Le macchine - spiegano i curatori - sono tutt’altro che astrazioni fantastiche. Le simulazioni al computer dimostrano che la maggior parte dei disegni può essere considerata un progetto credibile e che molte delle invenzioni era in grado di funzionare, anche se - come preannuncia il titolo - rimane qualche segreto.

La prospettiva non è ancora stata inventata, le dimensioni reali cedono il posto ai rapporti tra le parti, alcuni pezzi sono omessi e altri rivelano inconsistenze logiche. Colpa degli antichi tecnici o errori degli amanuensi? Anche questo interrogativo è uno dei segreti.

 
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Sergej Orloff
view post Posted on 10/12/2008, 22:18




Dal Corriere del 10 dicembre, una nuova teoria sul Diluvio Universale.

CITAZIONE
Il Diluvio Universale? Avvenne in Galilea
Secondo l'archeologo inglese Sean Kingsley fu un'onda killer che 7mila anni fa cancellò sei villaggi del Neolitico

GERUSALEMME – «E avvenne, al settimo giorno, che le acque del diluvio furono sopra la terra; nell’anno seicento della vita di Noè, nel secondo mese, nel diciassettesimo giorno del mese, proprio in quel giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande oceano, e le cataratte del cielo si aprirono…» (Genesi 7:10-11). Sopra la terra: ma dove? Proprio in quel giorno: ma quale? Da Indiana Jones in su, non c’è un fantarcheologo o un serio studioso che non abbia sognato di risolvere il dilemma del Diluvio Universale, il mistero dell’Arca, l’affascinante leggenda o la storica verità d’uno spaventoso tsunami raccontato non solo dalla Bibbia, ma anche dalla mitologia greca, dall’epopea mesopotamica di Gilgamesh, dalla tradizione indù, perfino dalle memorie di civiltà lontanissime come i Maya, gli Inca e gli Indiani d’America. Adesso, una nuova teoria s’affaccia dagli scavi del Monte Carmelo. E ci dice che un diluvio ci fu, eccome. Qui, in Galilea. Settemila anni fa, per la precisione. Un’onda gigantesca che cancellò sei villaggi del Neolitico, lasciando ancora oggi – dieci metri sottoterra – tracce di case, templi, tombe, cisterne, pietre tagliate.

«FU UN'ONDA KILLER» - «La più solida delle prove – dice Sean Kingsley, archeologo inglese – per datare l’Arca di Noè». Lo scavo non è nuovo, dura ormai da venticinque anni, ma la teoria sì. E Kingsley ne è così convinto d’averla pubblicata sull’ultimo numero del Bollettino della Società archeologica angloisraeliana, arrivando a contestare la prevalente scuola che invece fa risalire la memoria del diluvio alla fine della glaciazione e a un’esondazione molto più a Nord, fra Mediterraneo e Mar Nero: la scienza è orientata ad anticipare il disastro a novemila anni fa, quando il livello del mare si alzò di 155 metri e le onde coprirono una regione di 150mila chilometri quadrati. Fu allora, si pensa, che le acque dolci del Mar Nero si mischiarono al sale del Mediterraneo: «Un assurdo – ribatte lo studioso inglese -. Che cosa è più convincente, sotto il profilo scientifico? Un’alluvione del mar Nero, così lontano da Israele, che non ha lasciato segni? La leggenda dell’arca trascinata dai flutti e abbandonata sulla cima del Monte Ararat? Oppure questi sei villaggi, che furono travolti dalle acque nel cuore della terra biblica? C’è un cocktail di coincidenze piuttosto evidenti, tracce stratificate d’abitazioni. Questi villaggi non andarono perduti né per un terremoto, né per altri eventi traumatici: fu un’onda killer».

GLI SCETTICI - Kingsley elabora in realtà le ricerche di un altro archeologo, l’israeliano Ehud Galili, che vicino a Haifa ha diretto il recupero del sito di Atlit-Yam, uno dei sei villaggi neolitici, il più grande mai ritrovato nell’area mediterranea. E Galili è critico verso il collega: «Non c’è nessuna prova che queste case siano state abbandonate per un evento catastrofico. Nemmeno prove che ci sia mai stata un’onda assassina, nel Mediterraneo. Ci fu un lento innalzamento del livello del mare, sì, come dappertutto. È dallo tsunami che dura questa moda archeologica d’andare a caccia di megadisastri dell’antichità. Ma il modo in cui questi villaggi furono sommersi non fu drammatico e non può essere rimasto così impresso nella memoria d’antichi popoli, per millenni, come lo fu il diluvio». Kingsley ammette d’aver ceduto a qualche suggestione: «Sono ateo. Ho cominciato a studiare l’origine di Noè cinque anni fa, perché m’interessa come la mitologia sia entrata nella vita reale, come i cambiamenti climatici siano collegati alla Bibbia>. Piovve quaranta giorni e quaranta notti, narra la Genesi. E altre prove non se ne hanno, dice un altro archeologo, Shimon Gibson dell’Università del North Carolina, che pure ha dubbi sul legame fra insediamenti neolitici e racconti biblici: «Non sappiamo niente. È dimostrato solo che inondazioni massicce avvennero in questa parte di mondo. E quando le acque si ritirarono, rimase una paura millenaria. Mai dimenticata».

Francesco Battistini
10 dicembre 2008

 
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view post Posted on 14/12/2008, 19:13
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Il Dybbuk

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Attenti a quello che pensate, possono leggervi la mente. Finzione? Per ora sì, ma un domani..chissà:

CITAZIONE
I pensieri sullo schermo
"Così leggiamo la mente"
L'esperimento di un gruppo di ricercatori giapponesi. "Per la prima volta abbiamo rappresentato graficamente le immagini pensate"

QUANDO si dice "ti leggo nel pensiero". Un gruppo di scienziati giapponesi ha preso la sfida sul serio e, stando ai risultati delle ricerche, è riuscito a proiettare le immagini della mente su uno schermo. L'esperimento condotto dai ricercatori dei Laboratori di neuroscienza computazionale ATR di Kyoto, ha dimostrato la possibilità di ricostruire varie immagini viste da una persona analizzando il suo flusso sanguigno cerebrale.

L'esperimento. Attraverso una macchina di risonanza magnetica (fMRI) sono state mappati i cambiamenti del flusso al variare delle immagini percepite dal soggetto in un periodo di tempo di 12 secondi, mentre un computer analizzava i dati e associava le variazioni. In un secondo tempo al soggetto è stata sottoposta una nuova serie di immagini, come le lettere che compongono la parola "neuron", e il computer è stato in grado di ricostruire e mostrare ciò che la persona stava vedendo basandosi unicamente sulla sua attività cerebrale. Finora la ricerca è stata condotta con 400 immagini in bianco e nero di 10 x 10 pixel, ma gli scienziati assicurano che in futuro potrà essere applicata a situazioni più complesse, fino a rappresentare le immagini del pensiero e persino i sogni.

Il futuro. I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista statunitense Neuron, potrebbero trovare applicazione anche nel campo delle arti visive e del design. Secondo gli scienziati infatti, sarà possibile ad esempio leggere quanto passa nella testa di un artista quando crea. Ma non è tutto, la scoperta potrebbe aprire la strada a ulteriori sviluppi anche nel campo degli altri sensi e suggerire nuovi trattamenti nella psichiatria, risolvendo ad esempio i problemi legati alle allucinazioni. "Questa tecnologia - ha spiegato il capo dell'ATR Yukiyasu Kamitani - potrebbe essere estesa anche agli altri sensi". "Sarà possibile - ha aggiunto - leggere i sentimenti e gli stati emozionali complessi di una persona". "E' una grande scoperta per la comprensione dell'attività cerebrale - ha affermato Kang Cheng, ricercatore del Riken Brain Science Institute - in soli dieci anni i progressi in questo campo renderanno possibile leggere i pensieri di una persona con un certo grado di precisione".
(13 dicembre 2008)

(da "La Repubblica")

E chissà cosa pensava la Maddalena mentre ungeva i piedi a Gesù..non lo sapremo mai, ma intanto abbiamo un'idea di come potessero essere gli unguenti:è stato infatti trovato il "profumo della Maddalena", come dice "Il Messaggero":

CITAZIONE
Galilea, archeologi scoprono il "profumo della Maddalena"

CITTÀ DEL VATICANO (10 dicembre) - Gli archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme hanno riportato alla luce a Magdala, in Galilea, oggetti davvero unici e particolari, la cui antichità affonda nella leggenda. Sotto uno strato di fango sono stati ritrovati suppellettili e ornamenti risalenti a 2000 anni fa, ma soprattutto degli unguenti e profumi, probabilmente simili a quelli con cui Maria Maddalena unse i piedi di Cristo.

La notizia della scoperta, diffusa oggi da Terrasanta.net, non mancherà di accendere dibattiti e studi scientifici, ma è una traccia utilissima da seguire per scoprire ulteriormente le abitudini degli abitanti della zona. Il direttore degli scavi, padre Stefano De Luca, ha spiegato: «Abbiamo trovato piatti e coppe di legno in un ninfeo (edificio sacro costruito sopra una sorgente), oltre ad altro materiale», tutti oggetti databili intorno al 70 d.C.

«Sul fondo delle piscine abbiamo trovato oggetti per i capelli e il trucco e – continua padre De Luca – Alcuni unguentari intatti e sigillati, contenenti ancora balsami e profumi, noi pensiamo». Questi profumi, oltre a rivelare molto dei costumi di Magdala, probabile centro nevralgico della zona del Lago Tiberiade, diventano importanti perché potrebbero essere «analoghi a quelli che la Maddalena ha usato per ungere i piedi di Cristo».

Gli archeologi francescani hanno riferito che le ampolle con gli unguenti sono state affidate ad un'importante università italiana per essere studiate; non si esclude il tentativo di ricreare in laboratorio i balsami usati al tempo di Gesù.

E sempre dal quotidiano romano, un altro ritrovamento archeologico:

CITAZIONE
Villa delle Vignacce, tornano alla luce
una testa di Zeus e le antiche terme

ROMA (10 dicembre) - Una testa di Zeus è spuntata tra frammenti di colonne, resti di mosaici e fontane in marmo. La scoperta è degli archeologi dell'American Institute for roman culture che nel complesso termale della Villa delle Vignacce a Cinecittà hanno riportato alla luce reperti del II secolo in eccezionale stato di conservazione. L'annuncio è stato dato oggi in Campidoglio dal sovraintendente comunale Umberto Broccoli, che insieme a Darius Arya, direttore dell'American Institute ha riferito i risultati dell'ultima campagna di scavo iniziata nel 2006. Lo scavo, in collaborazione con il comune di Roma, riprenderà nel 2009.

I ritrovamenti. Si tratta di una testa attribuita a Zeus Serapide o a Esculapio del II sec d.C, un capitello corinzio, frammenti di colonne, resti di pavimenti a mosaici, riportati alla luce insieme alla piscina, alla caldaria e a fontane in marmo. Il sito, frequentato dal II secolo d.C fino all'alto medio Evo, è considerato uno dei più importanti ritrovamenti del suburbio romano degli ultimi anni. Conserva testimonianze dell'età d'oro dell'impero, ma anche delle fasi successive, quando Roma si spopolò e i barbari erano accampati nel suburbio.

Dal sito provengono sculture di grande pregio oggi conservate ai Musei Vaticani tra cui un'Afrodite, un Ganimede, la Tyche di Antiochia e un colossale ritratto della moglie dell'imperatore Settimio Severo. «Proseguiremo gli studi - ha detto Dora Cirone, archeologa dell'American Institut - nella prospettiva di rendere l'area comprensibile , quando, come speriamo, il sito diverrà un parco archeologico».

Mancanza di fondi. Attualmente, completati rilievi fotografici, sondaggi archeologici e ricerche d'archivio, il sito è stato reinterrato per mancanza di fondi e le sculture conservate nei magazzini dei musei comunali. L'American Institute ha incaricato il Politecnico di Milano di realizzare il rilievo tridimensionale dell'area meridionale dello scavo. In base ai bolli sui mattoni e alle condotte acquarie di piombo la villa apparteneva a E.Servilio Pudente, costruttore di mattoni della prima metà del II secolo d.C, ma non si esclude che, successivamente, sia stata acquisita dall'imperatore e ri-musealizzata come avvenuto ad altre ville private all'epoca di Massenzio.

 
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view post Posted on 20/12/2008, 19:15
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Il Dybbuk

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Avete mai pensato di farvi un giretto nello spazio, magari con qualche amico? Beh, ora potrete farlo. Infatti vendesi Space Shuttle usato, come riporta La Repubblica:fra una decina di voli gli ultimi esemplari di Shuttle ancora in uso (ossia, Discovery, Atlantis e Endeavour) andranno in pensione, e la Nasa, che investerà qualcosina come 42 mln di dollari al pezzo per consegnarli al pubblico, prevederà di incassarne almeno 120 mln, così da rimpinguarsi le tasche in previsione delle future missioni (ritorno alla Luna per il 2020). Attenzione, però:solo musei o enti che mostreranno il miglior progetto espositivo potranno aggiudicarsi i 3 glioriosi ma obsoleti shuttle.

Ricordate le 3 leggi di Asimov sul comportamento che i robot devono assumere nei confronti dei loro creatori umani? Ebbene, al solito la fantascienza diventa realtà. Al Pentagono si stanno ponendo seriamente il problema, e già sono sorte due fazioni: chi, come Noel Sharkey, crede che "l'idea che un robot debba prendere decisioni sulla terminazione di vite umane è semplicemente terrificante" e chi invece, come Ronald Arkin, affermano che è possibile che "i robot possano agire più eticamente sul campo di battaglia di quanto facciano adesso gli esseri umani. Dotandoli di alcune regole che non possano essere infrante". Insomma, esagerazioni o no, li abbiamo creati ed è nostro dovere preoccuparcene. (tratto da La Repubblica)

E finiamo (con questo quotidiano) con un'interessante filmato pubblicato da "La Repubblica" che ci mostra l'acqua su Marte.

Fioccano notizie insolite&mysteriose sul "Corriere della Sera"!
Scoperta su Marte una zona più favorevole alla vita. E' la cosiddetta "fossa del Nilo", un'articolata formazione lunga 666 chilometri all’estremità del bacino di Iside, una vasta area di 1500 chilometri di diametro, di cui il quotidiano pubblica anche una foto qui. Trattasi di una zona ricca di carbonati e altri minerali, a causa dell'ormai certa presenza di acqua sul pianeta rosso (tanto per collegarci al filmato di cui sopra) e che rendono il sogno - perchè tale rimane, comunque - di una vita extraterrestre sempre più vivido.

Acqua su Marte, ma non solo lì:nascosta in una remota galassia, è stata trovata L'acqua più antica dell'universo! In soli 14 giorni e al primo colpo (!) le due ricercatrici, Violette Impellizzeri e Paola Castangia, hanno individuato una sorgente maser, un fascio di radiazioni in particolari condizioni fisiche che quando attraversa un gas si amplifica, e tramite una lente gravitazionale ne hanno ingigantito l’immagine, proprio come una lente ottica tradizionale. In questo modo la debolissima presenza della nube di vapore acqueo è giunta fino a noi ed è stato possibile individuarla, appunto, grazie all’amplificazione esercitata dai due fenomeni che la fortuna ha posto davanti alle antenne del radiotelescopio di Effelsberg, il più grande d’Europa e installato vicino a Bonn. (dal Corriere del 18 Dicembre)

E dal buco in cui l'acqua primordiale era imboscata, ad un altro "buco nello spazio", per la precisione nella magnetosfera. Come riporta il Corriere del 17 Dicembre scorso, si tratta di una sorta di "Buco dell'Ozono 2 - la vendetta" (del sole).

I misteri dell'universo non finiscono mai, e c'è sempre qualcosa di nuovo per noi umili terrestri. Che però qualche risultato lo otteniamo: Fotografata l’azione dell’energia oscura, come titola l'onnipresente Corriere del 17 Dicembre (che possiamo premiare come Giorno del Mystero 2008, vista la mole di enigmi che proposto). In fondo, se pensiamo che questa "materia oscura" copre circa il 70% dell'universo, possiamo dire di aver compiuto un passo infinitesimale sulla percezione reale di quello che ci circonda:percezione molto difficile da ottenere, se si considera che anche Einstein sbagliò, addossandosi un errore che non aveva commesso, intuendo l'esistenza della "materia oscura" e poi rinnegandola; daremo, un giorno, risposta alle domande fondamentali dell'universo? Avremo mai una conoscenza totale di tutto? Chi vivrà vedrà.
Nel nostro piccolo qualcosa si muove. Ad esempio, ora sappiamo che su Titano, i vulcani eruttano ghiaccio (così l'instancabile Corriere del 16/12). E dalla famosa luna di Saturno ad altre lune il passo è breve:su Europa, satellite di Giove, si immagina la presenza di oceani liquidi mantenuti tali da una sorta di cappa costituita dal ghiaccio che ricopre la superficie del satellite.

E dopo questo lunghissimo excursus del cosmo, vi promettiamo che la prossima puntata torneremo sul pianeta Terra, non meno privo di intriganti stranezze e inimmaginabili curiosità!



 
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view post Posted on 22/12/2008, 19:51
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Il Dybbuk

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Intriganti stranezze e inimmaginabili curiosità che si sono riunite sul Monte Mabu, pronte a farsi immortalare dagli scienziati del Royal Botanic Gardens di Kew (Inghilterra). Gl'indomiti esploratori, dopo aver rapidamente consultato il pratico Google Earth, si sono fiondati nella finora sconosciuta area, scarsamente agibile per via delle difficili condizioni fisiche e climatiche della regione, situata nella parte più interna del Mozambico. (da Repubblica del 22/12)

Rimaniamo nell'ambito con una notizia che oramai saprete, tanto è stata diffusa. A titolo d'esempio, linkiamo il Corriere della Sera del 17 Dicembre scorso, il quale, nonostante gli svariati, e lancinanti, errori ortografici, lancia il grido Scoperto 1000 specie sconosciute C'è anche il ragno più grande mondo. Eh, sì, nella foresta pluviale del Mekong, fiume che attraversa 5 province dell'Asia meridionale, si nasconde(va) un gruppo (uno degli ultimi?) di ricercati esemplari di fauna e flora. Fra questi, spiccano il già citato "ragno più grande del mondo", dalle zampe lunghe 30 cm (!), un ratto ritenuto estinto da 11 milioni di anni, una nuova vipera e uno sgargiante quanto seducente millepiedi rosa. Dal canto nostro, se vogliamo che questo ben di dio perduri, impegnamoci a non contaminare la preziosa area asiatica.

Con la sensibilità che ci contraddistinghe, saltiamo di palo in frasca, e parliamo del famoso Meccanismo di Antikythera. Come forse saprete, il famoso "orologio" fu ritrovato nel 1901 da alcuni pescatori vicino ad Antikythera (da qui l'originale nome affibbiato al reperto). Di cosa si tratta(va)? Secondo i più, di uno strumento capace di eseguire complessi calcoli astronomici, quali previsione dei moti di Sole e Luna, dello Zodiaco, delle eclissi. Quale che sia la funzione originale del Meccanismo, prima che l'antico oggetto (risalente forse circa al 150 a.C.) faccia una brutta fine, uno scienziato, Michael Wright, ex curatore della sezione di Ingegneria Meccanica del Museo delle Scienze di Londra, ha pensato bene di munirsi di una copia esatta e ha risolto una volta per tutte il mistero: girando manopole e combinando i vari quadranti, è riuscito a mostrare quello che, forse, da ora in poi dovremmo considerare come il reale funzionamento del non più misterioso Meccanismo di Antikythera. (Corriere del 18/12)

Da un meccanismo antico ad un software moderno. Un software particolare, che scatta "foto" ai nostri pensieri. State attenti alle immagini che avete in mente, prima di presentarvi da Yukiyasu Kamitani, dell'ATR Computational Neuroscience Laboratories di Kyoto, e dal suo team di ricercatori:il loro esperimento, come potete leggere sul solito Corriere, ha aperto nuove ed entusiasmanti frontiere.

Terminiamo, per oggi, col sempreverde Leonardo da Vinci. Scoperti tre disegni inediti di Leonardo da Vinci, titola Il Giornale:sul retro della cinquecentesca "Madonna col Bambino e Sant'Anna", infatti, sono comparsi 3 disegni inediti, probabilmente schizzi & abbozzi di Leonardo, poco visibili ad occhio nudo.
Lo scorso Settembre la tela è stata staccata dalla parete (forse per comprovare qualche teoria di Dan Brown?) e scansionata dal Centre de Recherche et de Restauration des Musees de France, il quale, armato di raggi infrarossi, ha permesso agli amanti d'arte e non di ammirare i 3 disegni:una testa di cavallo, la metà di un cranio umano e un Gesù Bambino con agnello, tutti realizzati con pietra nera. E mentre gli ultimi 2 sono comuni nell'opera di Leonardo, la testa equina potrebbe essere quella della perduta "Battaglia di Alghieri". Ma, che avesse o meno a portata di mano un pezzo di carta, rimangono sconosciuti i motivi del perchè fare abbozzi dietro una tela e perchè proprio quella tela. La sindrome di Dan Brown è tornata a farsi sentire?
 
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alupo
view post Posted on 29/12/2008, 19:54




Fra le ricerche dell'anno, ce ne sono anche 5 italiane: dal Corriere della sera

CITAZIONE
scelte dalla Società Americana di Fisica (Aip)
Cinque ricerche dell'Agenzia Spaziale Italiana fra le top dell'anno
Geyser di Encelado, nubi di Venere, ghiaccio su Marte, «lampo gamma» e materia oscura


ROMA - Anno da record, il 2008, per l'Agenzia spaziale italiana (Asi). Infatti nella lista dei più importanti risultati della Fisica per l'anno 2008, riportata sul numero 879 di dicembre dell«American Institute of Physic Bullettin of Research News» e divisa in dieci aree tematiche, spiega una nota Asi, «Ben cinque riguardano ricerche condotte da missioni spaziali che vedono l'Asi in primo piano». Insomma: «Un un gran bel risultato per i ricercatori italiani e per l'Agenzia», commenta soddisfatto Enrico Flamini, a capo dell'Unità osservazione dell'Universo dell'Asi.

LE SCOPERTE ITALIANE - In testa alla classifica assoluta c'e' la scoperta di materiali superconduttori e l'inaugurazione del più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) di Ginevra. I riconoscimenti che hanno coinvolto l'Asi hanno riguardato L'Asi sono i seguenti.
- La scoperta dei geyser d'acqua su Encelado, effettuata dalla sonda Cassini, una missione congiunta Nasa-Asi-Esa con un contributo determinante dello spettrometro italiano Vims.
- La scoperta di depositi di ghiaccio su Marte al di fuori dei poli fatta da ambedue i radar dell'Asi, Marsis a bordo della sonda europea Mars Express, e Sharad, sulla sonda Nasa Mars Recoinassance Orbiter
- La determinazione delle strutture delle nubi di Venere, che ha visto il sostanziale contributo dello strumento Virtis, evoluzione di Vims, sulla sonda europea Venus Express.
- Il più brillante «lampo gamma» mai osservato, proveniente da un oggetto distante 7 miliardi di anni luce, fatta da Swift, missione Nasa con un fondamentale contributo italiano.
- L'evidenza di un eccesso di elettroni, con energia di centinaia di GeV, nei raggi cosmici misurata della missione Pamela, che è interpretata come possibile evidenza dell'annichilazione di particelle pesanti della materia oscura.



Edited by Sergej Orloff - 29/12/2008, 20:54
 
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Sergej Orloff
view post Posted on 3/1/2009, 18:32




E ora due notizie dal mondo degli animali:

Vi ricordate di Patsy, il delfino mutante capace di parlare la lingua umana incontrato da Martin? Ebbene, come riferisce questo articolo del Corriere della Sera del 2 gennaio, presto sarà possibile parlare con i delfini: a tale scopo è stato ideato uno strumento, il Cymascope, che traduce in immagini i suoni emessi dai delfini. Registrando i delfini mentre individuano degli obiettivi ben precisi, sarà quindi possibile ottenere una sorta di "vocabolario figurato" del loro linguaggio e, quindi, usarlo per cercare di parlare con questi cetacei.

In attesa di fare quattro chiacchere con i delfini (che, ne sono sicuro, dicono cose molto più sensate di buona parte di noi umani <_< ), passiamo dagli animali vivi a quelli estinti: sempre Il Corriere della Sera spiega che i Mammuth si sarebbero estinti a causa di una pioggia di meteoriti che investì la terra circa 12900 anni fa; essa ebbe una potenza pari a migliaia di bombe atomiche e sterminò tutti i grandi mammiferi dell'epoca (dalle tigri dai denti a sciabola ai bradipi giganti). Lo proverebbe il rinvenimento negli strati di terra risalenti a 12900 anni fa di milioni di nano-diamanti (diamanti della grandezza di un milionesimo di millimetro): la formazione di queste pietre richiede temperature altissime e una fortissima pressione, e solo una immensa pioggia di meteoriti avrebbe potuto causare queste condizioni.

E per oggi è tutto: linea allo studio! :D
 
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view post Posted on 11/1/2009, 19:38
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Il Dybbuk

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Buongiorno a tutti. Non bastava Cristoforo Colombo, che fissò loro l'appellativo di "indiani":più di cinque secoli dopo, gli Italiani riscrivono le origini degli Indiani d'America, come titola La Stampa del 9 Gennaio. Secondo uno studio guidato da Antonio Torroni dell'Università di Pavia, e pubblicato da Current Biology, i "vecchi" abitatori del Nuovo Mondo giunsero dall'Asia fra i 15 e i 17 milioni di anni. La novità della ricerca sta nell'aver individuato due rotte distinte, aventi però in comune lo stesso punto di partenza: la Beringia territorio ora sommerso che connetteva (almeno così si presume) le attuali Russia e Alaska. Le due differenti ondate migratorie - la prima scesa fino in Sudamerica, la seconda infiltratasi nel Nord - sono statue individuate dai ricercatori analizzando due linee genetiche piuttosto rare e finora mai approfondite. Insomma, la storia degi nativi americani è (quasi) tutta italiana.

Italia popolo di geni, ma anche di meraviglie della natura. Il Corriere della sera del 7 Gennaio ci ricorda che l'organizzazione New 7 Wonders Of Nature ha indetto una votazione per delineare una volta per tutte le 7 meraviglie del mondo naturale, sulla scia di quanto proposto nel 2007 per quelle artificiali.

Chissà, forse questo ha dato un suggerimento all'amministrazione londinese, che a deciso di riscoprire i fiumi seppelliti nel cemento (da La Stampa del 9/01). Un po' come accaduto a Milano con i navigli, gli affluenti del Tamigi, per secoli centro dell'economia cittadina, a partire dall'industrializzazione sono degradati fino a divenire delle vere e proprie fogne a cielo aperto. 92 progetti sono già approvati, e, in 6 anni, 14 vie d'acqua dovrebbero finalmente rivedere la luce, nell'ambito del processo di riqualificazione con cui Londra intende consegnarsi al XXI° secolo.

Eppure potrebbe essere tutto inutile. Infatti La Via Lattea è più grande e veloce. Ma la sua fine diventa anche più vicina, come minaccia il Corsera. Gli scienziati dell’American Astronomical Society, con sede a Long Beach (Florida), anzichè andare al mare, hanno - fortunatamente - stabilito che la rotazione della nostra galassia intorno al suo asse è più veloce di 160 mila chilometri orari rispetto al previsto (da 800mila km a 960mila). Morale? Fra 2 o 3 miliardi di anni la Via Lattea avrà uno scontrò frontale con Andromeda, ma già qualche anno prima i nostri pronipoti avranno a che fare con i movimenti delle placche terrestri e conseguenti sconquassi. Non li invidiamo.

Lo spazio, grande com'è, è inesauribile fonte di informazione (ed è anche regolare, come testimonia una ricerca di studiosi - al solito - italiani, riportata dall'onnisciente Corriere):
fra le tante cose, sono state scoperte Una miniera di ferro sulla Luna (augurandoci che non si scateni una "caccia al ferro selenita" da parte delle potenze mondiali) e Una stella simile al Sole quando era ancora <<adolescente>> che ci aiuterà a comprendere meglio la formazione dei pianeti.
E che dire di Spirit e Opportunity, i robot su Marte che compiono 5 anni? Auguri! (dal Corriere rispettivamente del 30/12, 29/12 2008 e 4 Gennaio 2009)
Chissà che anche il vento marziano non faccia loro qualche sorpresa, come una scritta "Happy birthday from Mars":secondo un esperimento condotto da alcune università americane la brezza che (non) si respira sul pianeta rosso non è nuova a disegni bizzarri, sovente scambiati per opere di alieni (ricordate la "sfinge marziana" di cui si parlò qualche anno fa?)
(notizia del 09 Gennaio)
 
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view post Posted on 22/1/2009, 19:09
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Il Dybbuk

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Buongiorno a tutti.

Obama rinuncia all'incarico. Fermi! Non strappatevi i capelli (o, viceversa, non urlate dalla gioia!):si tratta di una notizia-bufala che nasconde un virus, il W32.waledac, che potrebbe portare gli avventati - e distratti - lettori a scaricare software che abbassano il livello di guardia nei confronti dei pericoli in grado di minacciare la sicurezza dei propri computer.

E dopo questa spiritosa notizia (anche se chi ci è cascato non la penserà così) tratta dal Corriere del 19 Gennaio, iniziamo, stavolta "seriamente", con un'altra minaccia, stavolta proveniente dal Regno Unito. A quanto sembra, infatti, gli inglesi vogliono «scippare» il telescopio a Galilei e attribuire la prima osservazione e descrizione dei crateri lunari a Thomas Harriot. Quale miglior modo per inaugurare il 2009, Anno dell'Astronomia, se non "boicottando" le celebrazioni per il quattrocentennale della scoperta del genio pisano? Secondo lo storico Chapman, Harriot (1560-1621 ca.) avrebbe raccattato una specie di cannocchiale olandese e l'avrebbe utilizzato, per divertimento, osservando la Luna e abbozzando dei disegni. Questo nel Luglio 1609, quando a Galileo mancavano 3 mesi per arrivare alla stessa conclusione. Harriot, afferma Chapman, era benestante, e non doveva sottostare alle "pressioni finanziarie" che spinsero Galileo a darsi da fare. Gli studiosi italiani, ovviamente, negano tutto e reputano la teoria una bufala. L'Anno dell'Astronomia si preannuncia scoppiettante.

Da un genio passato ad un genio presente (e, chissà, forse futuro): Marko, il Mozart dei computer (così titola il Corriere). Si chiama Marko Calasan, è macedone e ha 8 anni e a prima vista è un bambino come tanti altri. A differenza di tanti altri, però, Marko ha già superato il Microsoft Certified Professional, l'esame per amministratori di sistema della casa di Bill Gates. A Marko, fra l'altro, non piacciono nè i videogames, nè usa troppo internet o altre diavolerie informatiche. Del resto, a molti geni del passato è capitata la stessa cosa; che dire? Speriamo solo che Marko non venga colpito dalla Maledizione degli Enfant Prodige, i quali, superati il periodo di geniale pubertà, si sentono schiacciati dal peso e dalle responsabilità, e spesso giungono a condurre tristi o travagliate esistenze.

Saltiamo, come si suol dire, di palo in frasca, e torniamo a parlare dei misteri del cosmo, sempre affascinanti e sempre sulla cresta dell'onda (mediatica). L'onnisciente Corriere ci riassume le "puntate precedenti" della soap-opera più antica mai prodotta: Pianeti separati alla nascita. Eh, sì! Secondo Brad Hansen dell’Università di California a Los Angeles, partendo da una fotografia di Mercurio, Venere, Terra e Marte disposti in fila indiana, e dal principio per il quale yutti i corpi planetari si formano da un anello di materia distribuito intorno alla stella, è giunto alla conclusione che i 4 pianeti siano nati con lo stesso anello, i due pianeti maggiori (Venere, Terra) sui "bordi" interno e esterno dell'anello, mentre Mercurio e Marte, scaturiti dalla materia interposta fra i due "bordi", sarebbero poi stati "espulsi" verso le posizioni in cui si trovano ora.

Marte, in effetti, ha diverse "affinità" con la nostra Terra; riprova ne sono l'importanza attribuitogli nei diversi miti fin dall'antichità, nonchè la classica domanda "c'è vita su Marte?" che da sempre interroga studiosi e non. Ebbene, oggi abbiamo una risposta: "Potrebbe". La sonda Mars Express ha rilevato grandi quantità di metano sul pianeta rosso (pensate, 21mila tonnellate dal 2003 e con studi basati su sole 3 aree del pianeta). Il metano ha due possibili origini: una biologica, dovuta a digestione animale o imputridimento di animali o vegetali; una geologica, causata da cambiamenti geologici, attività vulcanica o sorgenti calde sotterranee. Ma gli esperti sono scettici su questa seconda possibilità, per via della scarsità di prove, ed ora l'ago della bilancia pende verso la teoria biologica, tanto che nel 2011 la Nasa inviera un SUV su Marte per trovare ulteriori conferme. Sognare, in fondo, non fa mai male; e se poi i sogni diventano realtà, tanto meglio.
 
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alupo
view post Posted on 30/1/2009, 10:06




Pure i robot possono essere confusi: è proprio quello che sta succedendo a Spirit, la sonda su Marte.FONTE:Corriere della sera

CITAZIONE
Spirit è in «confusione mentale»
Il robot della Nasa su Marte non risponde più in modo coerente ai comandi

Spirit, il robot della Nasa che ha appena festeggiato il quinto compleanno su Marte, dà segni di «confusione mentale». Gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena che lo governano sono preoccupati. Durante il 1.800 esimo giorno marziano Spirit aveva ricevuto ordini per muoversi e intraprendere alcune azioni ma dopo un’intera giornata sembrava non aver sentito nulla e non si muoveva dal luogo in cui si trovata.

CONFUSIONE - «Forse – dicevano i controllori cercando la risposta più buona per la loro creatura – il robot ha deciso che non era il momento più opportuno per darsi da fare e compiere ciò che gli era stato chiesto». Però lo stesso giorno Spirit doveva anche stivare sulla memoria non volatile, cioè quella che rimane anche se tutto viene spento, i dati raccolti e invece si guardava bene dal farlo. Come non bastasse, nel tentativo di ottenere risposta, i controllori gli chiedevano di guardare il Sole con la camera da ripresa determinando così con precisione la locazione. Questo perché avevano supposto che il robot non si muovesse perché aveva perduto la cognizione di dove si trovasse e non riusciva quindi a capire dove andare senza un riferimento preciso. E qui c’è stata un’altra sorpresa: ha obbedito al comando ma ha sbagliato a individuarlo. La confusione insomma persiste anche se qualche risposta riesce a darla. Che cosa potrebbe essere accaduto?

LE IPOTESI - L’ipotesi è che un’intensa pioggia di raggi cosmici abbia temporaneamente mandato in tilt l’elettronica del suo cervello come talvolta accade nei veicoli spaziali. «Adesso dobbiamo cercare di diagnosticare esattamente il guaio per poter rimediarvi», dice Sharon Laubach a capo del team che guida il robot. La preoccupazione è che il problema sia un segno della vecchiaia contro la quale si può fare ben poco anche sui robot come per gli umani. Ma la speranza di allungargli la vita a Pasadena resiste.

 
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Sergej Orloff
view post Posted on 11/2/2009, 15:53




Un aggiornamento flash di archeologia: nella necropoli egizia di Saqqara è stata ritrovata una mummia risalente a 2600 anni fa e perfettamente conservata. Sul Corriere della Sera trovate un breve trafiletto unito ad una ricca galleria di immagini.
 
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ACE1
view post Posted on 20/2/2009, 20:14




L'agente del ris delle piante è stato il mio prof di patologia vegetale all'università....
Pazzesco ritrovarlo qui.... Quanto è piccolo il mondo, o agarthi... eh eh....

ps scusate l'off topic ma sono rimasto folgorato....
 
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Prof. Mystère
view post Posted on 20/2/2009, 21:29




Vi riporto un articolo tratto da Repubblica dove si parla di come dei poliziotti olandesi si siano trovati alle prese con un vero caso mysterioso nel cimitero del paesino di Aalsten:

CITAZIONE
Il mistero del cimitero olandese - La pietra tombale si sposta da sola
di ALBERTO D'ARGENIO


BRUXELLES - "Non è un pesce d'aprile", assicura la polizia. "Non sono i fantasmi", giura il sagrestano. Così tutti brancolano nel buio senza poter dare una spiegazione al mistero di Aalsten, paesino del profondo nord dell'Olanda, 162 anime in tutto. E' nel cimitero della chiesetta locale che l'enigma si ripete da mesi: il coperchio di una tomba, 450 chili di granito, si sposta da solo lasciando il sepolcro a cielo aperto.

Il tutto ha avuto inizio quando una famiglia ha trovato la tomba di un parente scoperchiata. Pensando ad un atto di vandalismo, si è rivolta alla polizia. Il fatto però si è ripetuto ben quattro volte senza che gli agenti riuscissero ad individuare i responsabili. Regolarmente quando i parenti o il sagrestano andavano a controllare la tomba, la trovavano aperta, con il pesante coperchio spostato lateralmente di oltre un metro. A questo punto la polizia ha preso la cosa a cuore e in gran segreto ha installato una telecamera proprio di fronte alla sepoltura.

Quel che è successo dopo lo spiega meglio di tutti Anna Van der Meer, portavoce della polizia frisone: "Assurdo, da brividi, assolutamente incredibile. Quando ho visto il nostro video sono rimasta di stucco. Si vede la pietra scivolare di lato, quasi cadere per terra. Poi tocca la tomba di fianco e si ferma lasciando il sepolcro in gran parte scoperchiato con un movimento di più di un metro. Com'è possibile? Non lo so, pesa 450 chili. Oltretutto nel video si vede benissimo che la pietra è ferma, poi in un batter d'occhio schizza di lato. Non ho mai visto una cosa del genere in tutta la mia carriera. Noi non abbiamo nessuna spiegazione".

La storia ha subito fatto subito il giro dei Paesi Bassi, con i media scatenati alla ricerca del video. Ma sono rimasti a bocca asciutta, visto che su richiesta della famiglia il Dvd è stato secretato e spedito alla scientifica di Amsterdam. Intanto è partita la corsa alla soluzione del mistero di Aalsten. Gli scienziati negano si possa trattare di smottamenti o movimenti sotterranei del terreno. C'è chi incolpa dei ratti giganti, ma la teoria fa acqua da tutte le parti. Si parla allora degli sbalzi di temperatura che potrebbero creare scompensi alla pressione interna della tomba.

Insomma, poche idee e ben confuse. L'unica apparente certezza arriva dal sagrestano di Aalst, Tjerk Smit: "Di certo non sono stati i fantasmi. Io non credo agli spiriti, altrimenti non avrei scelto questo mestiere".

 
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Sergej Orloff
view post Posted on 4/3/2009, 09:33




Giusto per stare in tema con l'argomento del nuovo albo del BVZM, martedì un asteroide ha sfiorato la nostra cara vecchia Terra, avvicinandosi come nessun altro oggetto cosmico aveva fatto dal 1973. Se fosse avvenuto l'impatto, si sarebbe scatenata un'esplosione pari a quella prodotta da 1000 bombe atomiche (fonte: Repubblica).

Passiamo ad una più rassicurante notizia flash di archeologia: nell'area archeologica di Saqqara (Egitto), che ultimamente sembra prodiga di scoperte (vedi la mummia segnalata qualche post fa), è stata rinvenuta la tomba di una nobildonna egizia di nome Isis vissuta 1300 anni fa (fonte: Repubblica).

Sempre restando in ambito archeologico, in Perù è stata scoperta un'enorme fossa dove il popolo Nazca offrì i propri beni più preziosi per placare l'ira degli dei: siamo nel 400 d.C. e dopo due alluvioni e un terremoto, i nazca erano pressochè certi che gli dei fossero in collera con loro e cercarono di placarli offrendo loro un centinaio di vasi in ceramica raffinatissimi, 34 spettacolari zucche incise e dipinte, tessuti, cesti, oggetti d'oro e persino un uomo e un bimbo. La scoperta è stata fatta dall'archeologo italiano Giuseppe Orefici. (Fonte: Repubblica)
 
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Sergej Orloff
view post Posted on 18/3/2009, 13:21




Archeologia: ultimamente l'Egitto si sta rivelando una vera miniera di scoperte! Uno scavo condotto a Luxor ha portato alla luce una camera funeraria risalente a 3500 anni fa e costruita in memoria Djehuty, alto dignitario della regina Hatshepsut. Fonte: Repubblica.
 
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75 replies since 29/1/2007, 19:01   2221 views
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