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Boh, comprato il numero uno (delle Nuove Avventure di Martin, quello di Tex Willer invece mi è piaciuto), non mi ha preso minimamente e son tornato a rileggermi il Martin classico (ora sono al numero 167 della rilettura). In qualche modo sono sempre utili gli aggiornamenti dei personaggi: ti fan venir voglia di rituffarti in quelli autentici; spero sia lo stesso per il Mister No nel Vietnam. Ho notato pure io certi sbracamenti degli ultimi anni: una roba a tre in Dylan Dog col cattivo ovviamente alla moda e dai gusti variegati, una particolare attenzione del nuovo Morgan Lost per i dettagli anatomici femminili, un'attenzione particolare in Deadwood Dick per le funzioni corporee degli esseri umani: mi auguro non sia questa l'idea di fumetto "adulto" che passi. Per me una storia adulta è il trittico dei misteri delle cattedrali o della figura di Mhosis su MM: storie fatte per lettori intelligenti, di variegati interessi e propensi anche a rileggere le proprie certezze religiose tra le pagine di un fumetto, il resto sono strizzate d'occhio adolescenziali e cattivo gusto furbetto à la page. Capisco il tuo dilemma, ma non è il caso della Bonelli. Non c'è nessuna virata verso tematiche "adulte" (uso appunto le virgolette). Qualche anno fa un fumetto di Luca Enoch e Andrea Ricciardi "Hit Moll" doveva uscire nella collana Romanzi a Fumetti, ma la Bonelli, dopo aver comunque pagato gli autori, decise di non pubblicarlo perché troppo esplicito nelle sue scene. E lo affidò a un'altra casa editrice. Gli esempi che fai non indicano per niente che ci sia un processo di cambiamento, ma si tratta soltanto di taluni espedienti narrativi, soprattutto nel caso di Deadwood Dick, coerenti con quel tipo di storie... non è un problema. Sarebbe un problema se avvenisse su Tex. Per quanto riguarda l'auspicio finale, hai ragione: le storie devono essere fatte per lettori intelligenti. Sempre più pochi, purtroppo, soprattutto da quanto leggo su facebook o nei forum dei fumetti, dove si nascondo dei veri imbecilli... |