| ||
La prima parte è semplicemente stupenda. La carta su cui è stato dettato questo soggetto trasuda mystero da tutti i pori della stessa. Mi hanno intrigato molto i salti temporali, frequenti più del solito, che coinvolgono la Mesopotamia remota e il medioevo di Bacone. E’ un sequel della famosa vicenda della torre di Babele dei primi albi ma, proprio perché non dichiarato, ancora più bello e non autoreferenziale.
Ci sono ancora molte cose da chiarire. Innanzitutto non credo che Dukakis sia uscito di scena così fortuitamente. Poi non mi convince la reale natura della testa senziente: non vorrei che affermasse di essere atlantidea solo perché ha profilato Martin attraverso il web, e sa che corde toccare per avere il suo aiuto. Credo che lo stia manipolando come fece col monarca babilonese, con fini che appaiono piuttosto sinistri. Se fosse davvero atlantidea (cosa che non credo), sta a vedere che è un agente della guerra senza tempo. Ottima la resa dell’inquisizione domenicana dell’epoca, che appare inquietante e organizzata senza rivelare al lettore che appartiene alla loggia nera. E’ gratificante quando si lascia al lettore la possibilità di fare 2+2 senza essere imboccato, manco avessimo bisogno dell’insegnante di sostegno. Oramai il metafumetto di Boris, che segue l’attualità e duella con i lettori, è a livelli da venerazione. E’ un mito inarrivabile. L’anno comincia bene da quel vedo. Do un 8 sulla fiducia perché il soggetto mi pare talmente solido che dubito possa deludere nella seconda parte. CITAZIONE La storia non mi dispiace, i disegni mi sono piaciuti. Ma la testa non me la conta giusta, anche sulla sua origine Leggo adesso la tua affermazione. Stessa opprimente sensazione. |