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Devo dire che una storia di Natale così carica di tensione, angoscia e che lascia nel lettore un senso di impotenza non me l’aspettavo proprio. Lo dico in senso positivo, perché stavolta usciamo davvero dal solito clischè sottoforma di “divertissement” a lieto fine. Il lieto fine rimane, ma le prospettive per il futuro rimangono ammantate sempre da quell’angoscia. Non una situazione inedita, perché ricordo vagamente una storia del periodo di tanti anni fa che riguardava una bambina ritenuta una strega, e braccata dai compaesani completamente lobotomizzati dalle loro paure. Ricordo ancora che, come oggi, mi montò una rabbia a leggere quel numero...
Non so perché, ma mi chiedo se l’albero di Natale celebrativo morente, poi rinsecchito con le ironie e le polemiche della stampa, non sia ispirato al famoso “Spelacchio” romano di qualche anno fa, che fece clamore in tutto il mondo. Insomma… Storia che mi ha convinto da subito, e di cui ho apprezzato tutte le soluzioni inventate dall’autore per risolvere il puzzle strada facendo (il modo in cui si muove e le decisioni che prende Martin durante l’indagine, il “medium” Java, la memoria bio degli ibridi albero-alieni, ecc ). Bella storia natalizia. |