Come mi è stato consigliato, ho comprato quest'albo e l'ho letto.
Non ne sono entusiasta, lo dico in tutta onestà, ma c'è da considerare due cose importanti che mi riguardano: primo apprezzo sempre meno ciò che esce in edicola, secondo non leggevo MM da ben 8 anni.
Allora. Per la verità, a differenza di quello che ricordavo, il BVZM non è al di sotto della media qualitativa Bonelli, anzi. Ma ai testi c'è Castelli, ed è lecito aspettarsi qualcosa di più.
Nel fumetto seriale in genere, ci sono delle cose che si ripetono con una frequenza spaventosa, e che, dopo 16 anni di letture, continuare a ritrovarsele è quantomeno fastidioso. No, ho usato un eufemismo: è intollerabile.
Martin Mistère, purtroppo, non fa eccezione.
Le coincidenze, la corsa contro il tempo, il protagonista in pericolo di vita.
Ma dico, abbiamo letto centinaia di storie in cui il protagonista è in pericolo di vita, ma mai ne fosse morto uno! Chi ci crede più? Un protagonista che muore, nel fumetto, è un ossimoro.
Quando ne parlai, in altra sede (tra l'altro specificando qual'è il metodo più usato per NON far morire il protagonista, ma darne l'impressione, fosse anche solo per un attimo), mi sentii rispondere che "spesso è divertente sapere come il protagonista si salva".
Eh, già. In effetti può essere un motivo per tenerci incollati alla lettura. Chissà cos'ha inventato questa volta quel diavolo d'un Castelli per salvare il nostro eroe.
Allora vediamo un Martin Mistère colpito al cuore da un proiettile. BUM, in terra: è morto! No, qui nessuno muore. Fiuuu, che fortuna! Ci pensi te? Cioè, una volta che lo prendono al cuore, preciso, senza che la pallottola si sia fermata a un micron di distanza dal ventricolo destro, senza che un bottone della camicia abbia deviato al colpo, senza che fosse un sogno, o un'incubo... per una volta, insomma, che lo prendono al cuore davvero, l'azione si svolge in quel punto preciso dell'universo in cui - guarda un po' - non si muore! Che coincidenza! Eh, del resto se non fosse stata una coincidenza, sarebbe stata una corsa contro il tempo.
Intendiamoci, non voglio la morte di Martin, nè quella di altri protagonisti (chè il discorso è, più che altro, generico), ma allora non mettiamolo davanti all'oscura signora per niente. Al lupo, al lupo, poi non ci crede più nessuno.
Insomma, torniamo alla storia in senso più generico. Per 107 pagine mi è piaciuta proprio. Raccontata con l'abilità di una vecchia volpe, qual'è Castelli, e disegnata da un'artista di grosso calibro, ovvero Alessandrini. Dopodichè si scade nel banale, nella giustificazione degli eventi, in un big-crash che, implodendo, rimetta tutto in ordine, tutto al punto di partenza, pronti per una nuova esplosione.
Dunque, peccato. La storia, secondo me, si è sciupata nel crescere (come il sottoscritto, del resto). Peccato perchè Alessandrini non mi ha deluso affatto e perchè i dialoghi sono squisiti. Peccato perchè avrebbe potuto essere molto di più.
Soggetto: 6
Sceneggiatura: 7.5
Disegni: 8
Saluti