Ho letto, sempre nello stesso periodo, anche due saggi del trio franco-britannico Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Come altri saggi del genere scritti a 4 o 6 mani ho notato un approccio disomogeneo, o almeno questa è stata la mia impressione. Nel senso che uno ipotizza una cosa, l'altro qualcosa di diverso ed alla fine il terzo fa una specie di summa. Dire che qualcuno credeva che esistessero documenti che permettevano di affermare che i re merovingi discendevano da Gesù Cristo non vuol dire ne che questi siano autentici, ne che ci creda l'autore. Purtroppo con 2 o 3 autori spesso uno intende una cosa, l'altro intende la stessa cosa in modo diverso.
Per fare un esempio con un saggio più recente, "Il Mistero di Orione" di Gilbert e Bauvaul, il secondo afferma che gli antichi egizi delle prime dinastie credevano che la costellazione di Orione, specialmente le 3 stelle della cintura, indicassero una cosa, mentre il primo afferma che quella cosa in cui gli antichi egizi credevano era il segno di una sapienza più antica e nascosta.
Riguardo all'estratto dell'intervista di Eco, che lessi per intero e se ricordo bene c'è anche un audio su youtube, era un pelo più complicata di così. Si riallacciava al fatto che spesso il protagonista del romanzo è un sosia dell'autore, ed in questo senso Eco affermava che Dan Brown è uno dei suoi personaggi. Che poi non era chiaro se Casaubon, Diotallevi o Belbo, ed io in passato lo vedevo più simile a Belbo. Inoltre non dimenticare che il Romanzo di Dan Brown, alla sua uscita, fu presentato inizialmente come un Saggio ed è per questo che Baiget, Leight e Lincoln lo portarono in tribunale con l'accusa di plagio.
La differenza tra un'opera di dichiarata finzione come Martin Mystère ed un'opera che sembra un saggio ma è un romanzo è fondamentale. Per me Eco non metteva Martin tra i diabolici, semplicemente non lo considerava in questa sua disamina proprio perché dichiaratamente un'opera di fantasia.
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