Agarthi - Il Forum di Martin Mystère


Le dieci tribù
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Le dieci tribù, Martin Mystère n. 350

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Pigei
view post Posted on 22/4/2017, 10:02 by: Pigei

Custode dei Mysteri

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Ho votato sufficiente.

Vorrei scrivere due righe di commento, ma prima devo fare una premessa. Io non possiedo il MM Gigante da cui – leggo – è nato questo filone degli esagoni, né ho memoria storica su tutte le tematiche della serie, pur leggendo MM da almeno 20 anni. Quindi spero di non dire castronerie nel seguito. Se è così “mi corrigerete” (cit.)

Premesso questo, notavo
diverse incongruenze nell’albo.

Parto da una constatazione: l’esagono in mano al sacerdote del tempio (ritrovato secoli prima nel deserto) è un “modulo di previsione stocastica”. Immagino sia lo stesso che abbia poi tra le mani Martin. Non credo ve ne siano diversi in giro per il mondo, di quel tipo…
Ma allora, perché quello di Gerusalemme antica è in argilla e quello di Martin in avorio vegetale/plastica di tipo sconosciuto?

Il ragazzo, nel tempio, dice che prima quell’esagono era decorato con animali e figure geometriche (curiosità: era una decorazione originaria derivante dal modulo così come adoperato dagli alieni? Perché il modulo pare attivarsi per la prima volta nel tempio di Gerusalemme). Poi però su tutte le facciate dell’esagono compare la “profezia” scritta in lingua assira. Invece sul prisma di Martin, solo una facciata contiene la profezia.

Il prisma di Martin poi è ben strano e composito, rispetto a quello che vediamo a inizio dell’albo. In pratica contiene una facciata bianca, dove compare la profezia a mezzo dei giornali; un’altra o altre con i disegni geometrici e di animali (p. 45, come appunto diceva il ragazzo del tempio); e infine altre pagine con frasi in lingua ebraica e giapponese.

Tuttavia, molte pagine più avanti, il prisma viene confrontato con quello di Taylor, che ha tutte e sei le facciate scritte in testo accadico e in particolare incentrate sulle imprese di un re assiro. Martin (p. 75) afferma che il suo prisma, eccezion fatta per la facciata delle profezie, è perfettamente coincidente col prisma di Taylor. Ma come?? Non c’erano scritte in ebraico e giapponese (mentre quello di Taylor è tutto in lingua accadica)?? E tuttavia il prisma viene disegnato con scrittura cuneiforme! E poi (p. 45) non c’era almeno una facciata contenente disegni??

Insomma non si riesce a capire come sia fatto questo prisma portato a Martin.

Leggevo poi su Wikipedia che del prisma di Taylor esiste una copia a Chicago. Martin invece parla anche di un’altra copia a Gerusalemme…

Dalle carte e dal prisma, Martin riesce a tradurre l’ebraico e nota che si tratta di genealogie (peraltro non si capisce bene quale sia l’esatto contenuto dei testi scritti sulle carte e di quelli scritti sul prisma). Quindi prova a controllare sulla Bibbia. Ma dell’esito di questo controllo non si sa poi nulla.

Dopo di ciò, fa tradurre le scritte in giapponese e ci dice che è una lunga genealogia scritta in giapponese (ma non era in ebraico? Aveva iniziato a tradurla lui…).

Resta poi del tutto trascurato lo scopo degli affanni di Kasaki, che sicuramente agiva per interessi meramente personali e non lavorativi. Né sappiamo molto sulla sua identità. Questa carenza trasmette un senso di incompletezza e ricorda molto la “gestione” di quel personaggio che irrompe sulla scena col camion nelle pagine finali della storia “Il Grande Gioco”.

Resta così un filone aperto, che desterà interesse agli appassionati della continuity, come promette Martin a fine di pag. 157 quando dice che un giorno scoprirà chi era Kasaki. Ma chissà quando verrà ripreso questo filone e riannodato con gli altri fili della storia degli esagoni….

Infine non mi pare molto congruente la parte in cui il prisma dice che Kasaki sarà investito da uno scuolabus, quando invece quest’ultimo procedeva bello tranquillo e sulla propria strada. Ma questa notazione è comunque la meno rilevante…
 
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