L'ho riletta anch'io in attesa del sequel. Si conferma la mia storia preferita degli ultimi anni.
Anzi, ero convinto che avesse un errore di fondo
CITAZIONE (MaxBrody @ 7/12/2011, 19:31)
Alla fine sono convinto che sia una storia molto più semplice di quel che sembra.
L'errore che Castelli fa è non sottolineare che, oltre alla scelta di Martin (anzi, la non-scelta), è la sorte del pilota a influire sul continuum. In un universo il pilota non si salva (a pagg.14-15 non si vede nessuno eiettarsi dall'aereo), nell'altro sì. Quindi l'erroraccio è a pag.156, dove Martin cita un pilota che non ha mai conosciuto (oppure lo ha conosciuto ma hanno parlato d'altro).
che non invece non ha. Chissà cos'avevo fumato per incartarmi sul pilota (che giustamente vede la luce, perché c'è, viene preso per pazzo e va da Martin).
E ora vediamo le altre obiezioni.
www.postcardcult.com/articolo.asp?id=3785&sezione=47CITAZIONE
La questione irrisolta più evidente è quella di Ziegler e Peck. Chi sono costoro? Che “peso” hanno veramente nella narrazione?
Sono le due guest di turno. Ziegler ha un "peso" enorme nella narrazione, praticamente parla solo lui!
CITAZIONE
Ziegler sembra aver attivato un meccanismo di sdoppiamento degli universi. Perché l’ha fatto? Come poteva saper fare una cosa del genere? Quando lo ha fatto? Se aveva una tale capacità, perché poi in entrambe le realtà ha fatto una fine tanto patetica?
Ziegler dice di aver attivato qualcosa, non sappiamo se l'ha attivata lui la macchina nascosta in Antartide (anche perché avrebbe dovuto attivarla a distanza). Fa una fine patetica perché è patetico.
CITAZIONE
La realtà biforcata, in quanto tale, è un universo completo e a sé stante, ma Java lo respinge, ritenendo che si tratti di una deviazione temporanea. Se così è, perché Peck si comporta in modo tanto diverso? E se è una realtà separata, perché il Martin alternativo deve tornare nella nostra? In che senso questa azione chiude il cerchio? Nella nostra realtà, Peck muore in modo assai banale tra i ghiacci: eppure, nell’altra realtà si rivela essere nientemeno che uno scienziato nazista sopravvissuto fino a oggi e in possesso di ogni genere di segreto. Una contraddizione che sottolinea la separazione dei due universi, e che pone ulteriori domande: come si sono conosciuti lui e Ziegler? È stato un caso? Oppure Peck progettava di tradirlo anche nella nostra realtà? E ancora, qual è esattamente lo scopo di Peck, nell’altro universo?
Per lo scopo di Peck aspetto il sequel.
L'universo è un universo "bolla" tangente al nostro, e nasce e muore perché sì, perché è già nato e già morto. E perché così dice l'Akaschi.
CITAZIONE
Reimpossessarsi della tecnologia del “doppio tutto”? Per farne cosa? Dobbiamo concluderne che “di là” il male ha vinto? Suggestioni a parte, la doppia teoria del tutto è stata a sua volta dimenticata per strada: non solo non viene minimamente esposta (eccetto l’esca gettata da Ziegler), ma non viene esattamente mostrata in azione. Quando Peck la torna finalmente a nominare, sembra proprio che il nome sia stato introdotto in fretta e furia nei dialoghi per rimediare a una falla della sceneggiatura.
Se la doppia teoria del tutto fosse dimostrata avremmo finito la serie. Non ci sarebbe nulla su cui indagare.
O forse no? In Supernatural la doppia teoria del tutto è dimostrata: tutto quel che consideriamo sovrannaturale lì è legato stile albero genealogico. Però ai Winchester il lavoro non manca.
CITAZIONE
E in effetti, sebbene si riveli capace di collegare universi interi, non unifica nulla, disattendendo le promesse fatte.
La doppia teoria del tutto non collega gli universi, collega la "scienza" alla "magia".
CITAZIONE
Di certo, i mostri extradimensionali di The Mist e il disco volante capace di varcare le realtà sono una conseguenza dell’applicazione della doppia teoria, ma anche questo dettaglio rimane fumoso e tutte le sue implicazioni non vengono nemmeno menzionate (soldati nazisti ancora vivi? Come mai? E se i nazisti possedevano una simile conoscenza, perché non l’hanno usata? Oppure l’hanno usata in modi impensabili?). L’impressione è che la sceneggiatura non sia stata revisionata a sufficienza per far quadrare la logica della trama. Di conseguenza, nel finale, fatti e personaggi sembrano scivolare via come sabbia tra le dita di una mano, lasciandoci con l’impressione di osservare un edificio costruito a metà. Se a inizio storia Martin cerca di trovare una giornata perduta, perché non gli sovviene di aver straparlato più e più volte riferendosi a sensazioni e concetti e scene che non ricorda di aver vissuto? Decisamente questi misteriosi eventi (che Diana gli ha fatto notare con vigore) erano ciò che stava cercando: una giornata (o settimana) perduta!
I dettagli sono fumosi, è vero, come lo erano quelli dei marchingegni di Henry.
Per il resto, qui si sta parlando di qualcosa che modifica il tessuto stesso della realtà. Che non è improbabile abbia a che fare col Vril (che i nazi avevano scoperto e usato impropriamente, dunque non è detto che non abbiano usato anche la macchina di quest'albo). Dunque una spiegazione dettagliata e scientifica mi pare impossibile.
CITAZIONE
Purtroppo, il personaggio di George McCardell non ricompare nel finale (e Martin lo nomina frettolosamente, per rimediare), ma possiamo star certi che la conversazione tra lui e Martin sarebbe stata molto diversa da quella iniziale, dopo aver letto come si è effettivamente svolta la storia.
Ne ero convintissimo anch'io, ma rileggendo la storia mi sono accorto che no, è giusto così. Gli eventi, e mi riferisco alle precise vignette e ai precisi dialoghi che ci mostra Castelli, rimangono gli stessi in entrambi gli universi.
CITAZIONE
Nel calderone degli eventi sconnessi rientrano anche il falso ricordo del disco volante tra i ghiacci: a Martin pare di riconoscerlo, a pagina 69, ma non è possibile perché è la prima volta che lo vede. Una simile frase, infatti, dovrebbe riguardare invece le pagine 33-34 (che si svolgono nel futuro, rispetto a pagina 69; Martin dovrebbe quindi vagamente rendersi conto che il suo alter ego ha effettivamente visto quella foto in un’altra realtà).
Ti ricordo che Martin è uno che gli muore il migliore amico e dice "un giorno indagherò".
Ed è uno abbastanza sicuro di sé, oltre che uno smemorato, e se a pag.69 gli "pare" di riconoscere l'ufo, ma non lo riconosce, perché due settimane dopo dovrebbe dire di averlo riconosciuto?
CITAZIONE
ontinuando con le cose sfuggite alla revisione: la scena di pagina 113 sembra collegarsi a quella di pagina 36, come se Martin e gli altri fossero reduci dalla visione di Relatively Speaking. I tempi dovrebbero essere quelli, ma il collegamento non viene menzionato.
Forse un collegamento non c'è. Martin, Java e Diana vanno a passeggio quasi tutti i giorni.
CITAZIONE
Per esempio, l’atto finale del piano di Peck avrebbe potuto coinvolgere non solo Martin, ma lui stesso. Se entrambi fossero saliti a bordo del disco volante e avessero compiuto il balzo da una realtà all’altra, allora sarebbe stato possibile spiegare il piano di Peck e dargli una logica molto semplice ma funzionante: Peck e Ziegler avevano attivato la deviazione quantistica della realtà per creare una derivazione “temporanea” in cui utilizzare Mystere come “chiave” (sia per giungere al laboratorio, sia per attivare il disco volante e tornare quindi indietro). Il tradimento avrebbe tolto di scena Ziegler, come da effettiva sceneggiatura. Una volta tornati nella nostra realtà, Peck e Martin si sarebbero riuniti ai loro alter ego, fondendosi a livello subatomico e regalando loro sconcertanti ricordi di eventi mai vissuti: Martin avrebbe dovuto tirare le somme a casa propria, mentre Peck avrebbe usato queste conoscenze in Antartide, per procedere da solo fino al laboratorio. E qui avremmo avuto la sorpresa che è anche quella del finale dell’albo: Peck non aveva previsto di poter morire in questa realtà e la sua mente si sarebbe riunita a un cadavere, solo per essere definitivamente sconfitta.
Ma Peck non ha il terzo occhio. E non poteva saltare nell'altro universo perché avrebbe disfatto il tessuto stesso della realtà (infatti Martin si dissolve subito: non possono coesistere due Martin).
Non hai considerato l'Akaschi (e l'entropia), caro ReRosso.
Comunque, stando alla tramina preview, il sequel mostrerà gli eventi che conducono Ziegler e Peck in Antartide (nel nostro universo)... o forse sono io che lo spero.