| Grazie Aldous della gentile accoglienza. In realtà non credo sarò mai un frequentatore assiduo di questo blog perchè il tempo che ho a disposizione è sempre molto poco. Ho avuto la fortuna, che è anche un onere e una responsabilità, di poter fare fin da ragazzo il lavoro che sognavo da bambino. E proprio per questo, per me, i fumetti, come i libri, come i film, che preferisco e per cui ho una particolare attrattiva, non sono un hobby ma una parte della mia vita e del mio sapere. Tutto e tutti fanno parte della mia vita e del mio lavoro. Però, proprio per questo, seguire ogni rivolo di ogni fonte di divertimento, apprendimento, e lavoro, è molto difficile. Anche se credo che, aderendo a questo forum, ho già compiuto un passo in più rispetto ad un argomento - Martin Mystére - su cui non avevo mai avuto occasione di scrivere mentre avrei dovuto farlo molto tempo prima. E cercherò sempre, comunque, di rimanere aggiornato e informato, e participare, ma nei limiti delle 36 ore al giorno che ho a disposizione. Inoltre ho ormai imparato come, finchè si è giovani, il tempo sembra infinito. Ma poi, passati i quarant'anni, anche se si è ancora molto giovani dentro e fuori, ci si accorge che esso, il tempo, scorre via con una velocità che, di fronte agli impegni dell'esistenza, non permette di lasciarci sfuggire ogni istante da dedicare al lavoro, e a tutto quanto sia ad esso relativo, abbiamo dedicato la nostra vita. Del resto, di questo argomento, se n'è occupato più volte lo stesso Martin Mystère. Comunque, detto questo, sperando di non essere sembrato strano o intrusivo nelle vostre consuete conversazioni sugli albi, i personaggi, che si avvicendano di bimestre in bimestre, e una volta di mese in mese, dirò qualcosa circa le trame delle storie del BVZM. Io penso che Castelli sia davvero un inventore sopraffino. Anche se spesso ha attinto, fin dall'inizio, da tantissime e svariate forme narrative, nel riportarle a Martin Mystére ha mostrato sempre un talento che non ha conosciuto invecchiamento o momenti di autentica stanca. Perciò la sua caratteristica peculiare, il creare trame in cui il fantastico si colleghi alla storia del reale per quanto mysteriosa e fuori dai canoni tradizionali, fornisce storie, come anche quella di "Il Leone del Transvaal", che devono, per forza e per necessità, maturare colpi di scena del tutto inaspettati, far scaturire cose che poche vignette prima non avevamo nemmeno immaginato. E' parte del suo stile. E' il suo stile. Per quanto mi riguarda l'intrusione delle palle luminose - o cosa diavolo sono - in una vicenda che si regge benissimo sulla storia di Salgari innestata su quella delle guette anglo-boere, è assolutamente inutile. Si direbbe quasi un escamotage per non farci dimenticare che stiamo leggendo una storia con Martin Mystére e quindi l'apparizione del mysterioso diventi obbligatoria. Ma la accetto anche così. Non mi pongo il problema se sia stato giusto o no. Tanto è stato fatto. Del resto, se questa storia avessi potuta rivederla io, almeno nel soggetto, come del resto non mi dispiacerebbe affatto fare se lavorassi alla Bonelli, non avrei nemmeno mescolato Salgari e i boeri. A parte il fatto che i boeri li avrei lasciati nel cassonetto della Storia senza farli emergere come eroici ribelli (ma questa è una mia opionione squisitamente politica che sarà pure di chiara origine democratica ma non deve interferire nella creatività di un autore, tanto meno di un autore dalla mente enciclopedica e navigante in mille mondi come Castelli) io credo che nella vicenda del Traansval e nella vita di Salgari vi siano elementi per due lunghe storie separate che, una volta unite, tolgono un pò all'una e un pò all'altra. Ma se a Castelli piace far intrecciare questi elementi, e questo piace al lettore, a me va bene così. Non credo che valga la pena discuterne più di tanto. A meno che qualcuno di voi non pensi, sbagliando secondo me, di poter far cambiare stile e conformazione mentale a Castelli dopo vent'anni di successo del suo personaggio a cui ha dedicato ormai tutta la sua espressività artistica. Magari sarebbe giusto. Ma impossibile a mio parere. Mentre invece trovo che chi conosce bene il BVZM debba vegliare, ed usare accuratamente questo blog per un'accurata illuminazione, sulla sua coerenza, sull'evitare che, come accadde in un paio di storie di tanto tempo fa (le uniche che non riuscii a leggere) per esempio il mondo della magia si sovrapponga totalmente a quello della scienza e della Storia finchè, con l'apparizione di gnomi e fate e elementi da favolistica infantile, tradiscano l'elemento base delle storie di Martin Mystere, che esigono sempre una finalizzazione, un senso profondo che sta nella bellezza della conoscenza, dell'avventura, della sfida all'ignoto e non nelle avventure alla Hans Christian Andersen con tutto il rispetto per lui e la sua opera. So bene, come mi hai fatto notare acutamente caro Aldous, che qualche volta il BVZM si è espresso sugli "Uomini in nero" con un'ambiguità che mi ha fatto pensare che Castelli fosse andato a farsi un giro mentre qualche ghost writer finiva la sceneggiatura. Ma, se penso a come in questi ultimi dieci anni, nemmeno tanto gradualmente, autori avulsi dal contesto nolittiano, purtroppo col benestare di Nolitta in quanto editore, hanno devastato Zagor, rendendolo un personaggio antitetico a quello originale e facendo perdere alla testata più di 20.000 lettori dagli anni Novanta, mentre un accurata sorveglianza del suo autore avrebbe potuto migliorare e migliorare il personaggio e il suo ambiente senza farlo diventare un estraneo ai lettori più fedeli che oggi preferiscono l'ingenuità delle prime storie all'ingolfato marasma delle ultime - tra l'altro prive del caratteristico senso dell'umorismo che segnava le storie dello Spirito con la Scure - beh, allora penso, grazie a Castelli di essere l'unico creatore e controllore delle storie di Martin Mystere e grazie a Castelli di avere ottenuto un'autonomia creativa che ci preserva il BVZM dalle amarezze che, mese dopo mese, tra Burattini e Boselli ed altri nonchè disegnatori ancora più lontani di loro dalla materia che trattano, gli album di Zagor riservano a me che, da parecchio ormai, ho rinunciato a leggerle e, quando fedelmente lo compro, penso sempre se sto facendo qualcosa di giusto a dare il mio obolo ad un personaggio che non è quello al quale ho voluto bene e del cui declino editoriale e creativo i suoi autori stessi non si rendono conto o, se se ne rendono conto, sono incapaci di ammettere le proprie responsabilità e passare la mano oppure fare qualche passo indietro sul cammino della modestia e dell'autocritica. So bene che Martin Mystére, che vive in un contesto contemporaneo, regge facilmente molti disegnatori che farebbero, o fanno, pena alle prese con il west di Tex o quello, ormai solo teoricamente, embrionale e primordiale di Zagor. E lo stesso vale per i pochi innesti di altri autori che però Castelli, mi sembra (ditemi se sbaglio considerando che sono sempre indietro di una decina di album rispetto alle uscite regolari) controlli e sorvegli piuttosto bene. So altrettanto bene che il BVZM non ha mai avuto masse di lettori come Tex o Zagor o, nella sua fase iniziale, Mister No e quindi permette una fedeltà che, alla ricerca di strade nuove, i responsabili di Zagor hanno perduto e mai più ritrovato. Ma il fumetto bonelliano, per fortuna, non è mai stato d'elite. E anche se Castelli sa benissimo di rivolgersi ad un nucleo di lettori meno numeroso di altri ma certo più evoluto per interessi storici e scientifici, sa anche che gli album di Martin Mystére escono in edicola e quindi una materia elitaria viene consumata in modo genuino e popolare. E questo fatto, ragazzi miei, nel paese delle elite e delle lobbies che prendono perennemente e tragicamente in giro le esigenze popolari e genuine delle persone e dei cittadini, è un fatto bellissimo di cui dobbiamo andare fieri e contenti. Spero che questo mio discorso non vi sia sembrato troppo lungo e sia stato chiaro anche a coloro che potrebbero non essere d'accordo con me oppure, cose che capitano tra lettori accaniti di fumetti, magari prediligono l'ultimo Zagor e non lo disistimano come me che invece amo e apprezzo molto Martin Mystére per la sua fondamentale coerenza che, in trent'anni, puà ben avere avuto e avere ancora, qualche vicenda troppo contorta, meno riuscita, oppure troppo complessa tanto che, come mi pare ponga un altro nostro amico più su, non si capisca bene se quello che abbiamo letto il BVZM lo abbia inventato lui al pc oppure sia stata una storia dove l'esploratore dell'impossibile abbia avuto un'importanza rada o fondamentale. Un saluto a tutti Pat
|