ManuaLXX |
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| Scendevo da Sabaudia. Comprai quell'almanacco alla stazione di Napoli, in attesa della coincidenza per il profondo Sud, durante il ritorno a casa per la licenza di capodanno. Era un periodo che mi ero fissato con l'arabo e affini, cercavo le parole italiane con l'etimo arabo nello "Zingarelli" e in un'enciclopedia UTET avevo scoperto la scrittura araba. Tutto condito dal dopo-guerra irakeno. Indimenticabile: l'odore della carta Bonelli, che ricordo mista a quello delle spiagge e del mare dove mi rintanavo a leggerlo, in certi anfratti e spiaggette della mia città. Il fascino mediorientale negli aspetti più onirici, quando Taliban & Bin Laden erano meno "famosi". Gli spunti tratti da storia e cultura reale, per un "malato di beni culturali" come me, erano delle chicche. Quanto a uomini in nero e affini, avevano il tipico fascino delle storie un po' favole un po' incubi. Erano i tempi in cui riscoprivo il fumetto, quello più "adulto", però, dove Topolino era un ricordo quasi d'infanzia. E materiale ce n'era eccome. La mia cultura un po' poliedrica è passata anche da lì...
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