Agarthi - Il Forum di Martin Mystère


La città dei maghi
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La città dei maghi, Martin Mystère Gigante n.9

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MaxBrody
view post Posted on 17/2/2010, 19:21 by: MaxBrody
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Il Dybbuk

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Curiosamente, anche io avevo una scarsa considerazione per questo gigante, che reputavo una storia "regolare allungata". Considerazione che è cambiata dalla rilettura odierna.
Oddio, ha un finale che definire frettoloso è eufemistico, d'altronde Vietti se l'è sempre cavata meglio con Nathan piuttosto che con Martin. Beretta, invece, è davvero in gamba, e anche con questo gigante, pur con tutti gli strafalcioni del caso (è la famosa storia dell'aeroporto Marco(ni) Polo :P ), lo dimostra.
Davvero tanti gli spunti che offre nelle sue pagine. Ma mai un momento noioso; ottima caratterizzazione per Martin, Java, Diana, Erickson, Alessia; altri personaggi, come Maya, ben delineati in poche pagine. Altri, come Khelon, un po' meno, ma nessuno ci impedisce di pensare che Beretta avesse in mente seguiti a questa storia. Così il tutto rimane incompleto, ma in fondo meglio così: sennò su cosa ci facciamo le pippe, noialtri? :D

Ed eccovi il risultato delle mie.

Leggendo il 4° gigante, curiosamente sempre di Beretta e ambientato sempre in nordafrica, apprendiamo che, in un punto preciso, corrispondente più o meno alla zona del Tassili N'Ajjer (quella coi graffiti "Spaziali" che assomigliano a quelli australiani), c'è una "Città delle Pietre Nere" che, in tempi remoti, Atlantide aveva esplorato con esiti ahiloro nefasti. BVZM & Co. scoprono che questa Città delle Pietre Nere si trova su un punto nevralgico delle famose linee di forza, che collegano vari punti del globo terracqueo in una gigantesca ragnatela di cunicoli. Cunicoli che, oltre ai vari punti suddetti, conducono anche agli altrettanto noti imperscrutabili abissi del tempo e dello spazio. Sicchè, Martin, in quel gigante, passa dal Tassili all'Australia in un battito di ciglia.

Ne "La città dei maghi" di cosa si parla? Guarda un po', di una "Città Nera", Khemtar, in cui si nasconde la seconda parte dell'immenso sapere di Ermete Trismegisto. E in cosa si traduce, in termini materiali, questo sapere? Guarda un po', in un pozzo che altri non è che una porta conducente ad una dimensione popolata da mostruose creature. Come viene spiegato, il khem (polvere nera) che dà il nome al processo al-khemico è una metafora per indicare l'oscura provenienza delle conoscenze del Trismegisto.
Cosa aveva architettato Pietro d'Abano, una volta ri-scoperti i segreti di Ermete? Convinto da tal Kharras (un crociato), aveva sfruttato la ricostruzione della volta del Palazzo della Ragione per indicare - a modo suo, naturalmente - la via per raggiungere Khemtar. Poi, il 2 Febbraio 1420 il Palazzo ha preso fuoco e alcuni affreschi sono stati modificati. (Nel gigante non viene detto esplicitamente, ma penso che l'origine sia dolosa, forse per "indebolire" la protezione offerta dal Palazzo, così si spiega perchè nel 2003 i Grandi Antichi cominciano ad uscire)
Ma perchè si scelse proprio Padova, per nascondere tale messaggio? Perchè era lontana dall'Egitto, era sicura e, soprattutto, si trova su una di quelle linee di forza originate da Khemtar (come nota Martin osservando il monolite).

Dove voglio arrivare? Voglio arrivare a questo. Innanzitutto, in nordafrica, a non troppa distanza l'una dall'altra, abbiamo due "Città" misteriose aventi a che fare con Pietre Nere e altre cose Nere.
Sappiamo che entrambe si trovano su snodi importanti delle linee di forza, le quali linee di forza sono quelle che danno ragion d'essere ad Agharti (altrimenti i tunnel come funzionano?)
Come dicevo nella discussione sugli esagoni, Fal potrebbe essere un luogo, e quale luogo migliore di Agharti per generare cose misteriose? (il chè spiega la presenza di statue appartenenti a diverse culture a Khemtar, potrebbero essere idoli messi lì dai seguaci dell'antica religione, quella che si pratica ad Agharti, per proteggere il pozzo)

Tenete presente che ho riletto il gigante n.1, e quello che gli alieni vedono disattivarsi è uno degli Esagoni, non un di lui pezzo. Cioè, a Bari Martin dovrebbe aver trovato un Esagono, non un Graal/pezzo di Esagono. Per questo propongo: e se Calderone di Dagda (Dagda nel gigante 6 appare come un dio "normale", non un super-dio come Morrighan e Nuada) e Pietra di Fal fossero la stessa cosa, divisa sì in 7 pezzi, ma alcuni sotto forma di Graal e altri sotto forma di pietre? Nella Storia (quella vera), in fondo, si parla dei graal anche come di pietre nere. E anche nella "Setta degli assassini" (nn.88-89-90) c'è la nota sequenza con la Pietra al posto del Graal. Senza contare che dai nn.66-67 sappiamo che il Graalone era custodito ad Agharti. Agharti=Fal=centro del mondo(omphalos) custodisce il Calderone/Pietra proveniente da Fal, divisa da Dagda in coppe e pietre nere.

Aldilà di questo, comunque, mi sono divertito a trovare altre assonanze curiose. I Kundingas (che, fra l'altro, sono golosi di pietre e arenili vari) bazzicano dalle parti della Città di Pietre Nere, che si trova, in soldoni, su un corridoio aghartiano; i Pleiadani piazzano monoliti neri nei pressi di un tunnel di Agharti (che, guardacaso, conduce su un pianeta alieno, vedi gigante n.8) e sono molto interessati ad un'altra "pietra nera" (l'antimateria è così rappresentata). Aldous fa notare che
CITAZIONE (Aldous @ 25/2/2008, 19:52)
Ed ora... le terribili domande:
1) pag. 5 seconda vignetta. La costellazione è lo stesso segno visto nel G8 (pag.34 quarta vignetta) sull'amuleto del Tuareg.

e difatti, anche in quel gigante gli adepti del Culto di Celaphas (che poi ritornano ne "La città dei maghi") bazzicano in Sudan (per poi finire dove? In Asia, naturalmente. Domanda: chi sono i maestri di quel culto? Superiori Sconosciuti corrotti! E cosa vogliono? Vogliono impossessarsi dei segreti di Agharti!)

A questo minestrone potrei aggiungere (ma, per un caso di preterizione, non lo farò) che Tin Hinan, la regina dei Tuareg, era un'aliena. Un'aliena che ha nascosto l'astronave in una "dimensione parallela" (v.Extra n.12) alla quale si poteva accedere solo con la mazza Imitkar. [Se proprio vogliamo, la cosa è sinistramente similare alla "finta Avalon" a cui si accedeva solo con l'Ek-kah-boor, o col pezzo di Ek-kah-boor ficcato sull'Excalibur, e la "finta Avalon" era nient'altro che una "dimensione parallela". Sarà mica che Stonehenge è fulcro nevralgico di qualche ley particolare?]. Per cui, concludendo, mi sento di accostare Tin Hinan ai Kundingas, e forse che forse anche ai pleiadani. Pensate: i pleiadani si mostrano ai terrestri in modo da non turbarli (vedere gigante 8 quando Martin incontra l'alieno "amerindio") e, chissà, l'aspetto di regina bianca e bella potrebbe non essere il vero aspetto di Tin Hinan, mentre in realtà è una donnina verde o grigia, dipende dalla costellazione.

Quindi, ritornando a noi, direi che: Kharras era sì un crociato, ma anche un seguace dell'antica religione, ed aiuta Pietro d'Abano proprio perchè consapevole di quello che accadrà (la novità sta nel fatto che ora sappiamo perchè era consapevole: perchè aveva studiato ad Agharti). Un'altra curiosità è che sia a Khemtar che nella Città delle Pietre Nere del Tassili N'Ajjer ci sono delle "divinità" che si presentano come portatrici di sapere: l'intelligenza bio-artificiale Kundingas, da un altro, e i demoni che donano le conoscenze a Ermete Trismegisto, dall'altro. E gira che ti rigira, donare la conoscenza (in senso gnostico) è il potere (o comunque uno dei poteri) del Vril*. Il Vril, quell'altro oggetto dall'aspetto riconducibile vagamente alla pietra, tanto cercato dagli alieni. Faccio notare che, quando parlo di pietre in quest'ultimo discorso, non intendo letteralmente "sassi" ma qualcosa di consistente, "duro" ma al contempo "magico/etereo", proprio come sono il Vril, il cristallo dei Kundingas del 4°gigante e le pietre nere. Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, tutto è correlato. E non solo perchè c'è di mezzo sempre Beretta. :B):

*e quindi il Re Rosso sarebbe, come in effetti sembra, il completamento del processo


Ok, c'erano altre cose che volevo aggiungere, ma ho sproloquiato talmente tanto che ora non mi sovvengono, per cui lascio a chi vuole la demolizione delle mie tesi. :D


dimenticavo: a presto, amici di Voyager!


EDIT: No, c'è un'altra questione arcana. In questo gigante da pag.85 a pag.90, c'è una mysteriosa sequenza, sognata da un monaco antoniano (detta così, sembra uno dello zecchino d'oro :D ), che potrebbe essere un seguace dell'antica religione (magari in quel monastero lo sono tutti).
In questo sogno si vede un tizio con la maschera simile a quella del Maestro di Celaphas che sacrifica un uomo, e tutt'intorno degli upuaut, uomini con testa di sciacallo, che è "colui che schiude le vie", simbolo di passaggio. Difatti, dopo aver sacrificato il poveretto, tutti si tolgono le maschere, e rivelano essere uomini dalla testa di ibis. L'ibis è simbolo di Thot, ossia della conoscenza. Per cui il rito (di passaggio) verso la conoscenza si ottiene col sangue. Ma questo non mi spiega perchè Khelon, alla fine dell'albo, lascia entrare Martin e soci, ma si oppone a Carnack quando questi vuole chiudere il pozzo. Vabbè, peggio per loro, tanto ci rimettono entrambi la pelle :D
 
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18 replies since 15/10/2007, 12:22   1026 views
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