Ciao a tutti! Ritorno dopo un po' di assenza dovuta a salute, viaggi all'estero, altri lavori ecc... In piu' parlano di me! Quale migliore occasione per farlo
Innanzitutto una curiosita' su questa storia. Non solo e' stata la prima che ho scritto per Martin Mystere, ma e' anche stata la mia prima storia a fumetti in assoluto. Le pagine di prova le portai in Bonelli nel giugno del 1992, la lavorazione vera e propria inizio' nel dicembre del 1992, e arrivo' a una trentina di pagine dalla fine nel maggio del 1993. Penso, tra l'altro, che alcuni conoscono gia' l'aneddoto che c'e' dietro: io avevo portato le prime venti pagine piu' il soggetto in redazione come prova, e mi dissero che ci sarebbero voluti circa sei mesi per avere una risposta - fatto che si rivelo' assolutamente vero, visto che sei mesi dopo mi avvertirono non solo che la storia era stata accettata, ma che era gia' stata mandata al disegnatore, e che questi aveva terminato le pagine e ne aspettava altre. Praticamente (come raccontai a uBC tempo fa) ancora non mi avevano preso a lavorare in Bonelli, e gia' ero in ritardo...
La data di lavorazione dovrebbe indicare che non c'erano "previsioni" sulla continuity nel momento in cui la scrissi, e, se devo essere sincero, anche piu' tardi non vi pensai mai molto in termini di continuity generale. La storia non era (e non e') altro che un omaggio alle tre storie che, da ragazzino, mi avevano fatto innamorare dell'idea di raccontare e scrivere fumetti: il racconto "Il Fuoco di Assurbanipal" di R.E. Howard (ove si incontra una citta' di pietre nere con un antico scheletro assiso su un trono che tiene una gemma in pugno - anche se la trama e' poi completamente diversa), "I Predatori dell'Arca Perduta" (nello spirito della"ricerca esotica - infatti continuavo a ascoltarne la colonna sonora mentre scrivevo...) e "Il Ritorno dei Kundingas" di MM, che fu il mio primo albo del BVZM nonche' assolutamente una rivelazione (ricordo perfino quando lo lessi: al liceo, sul pullman mentre andavamo in gita a Parigi). Questo albo, in particolare, e' invece citato sia esplicitamente che implicitamente, ed e' senz'altro in continuity.
Ho detto che avevo scritto tutta la storia tranne le ultime trenta pagine. In effetti, intanto l'esperienza mi aveva insegnato che il finale e' praticamente meta' del racconto (se sostenuto da quanto viene prima) e, approfittando della lentezza di Sicomoro, avevo deciso di pensarci su bene. Inoltre, nel frattempo aveva fatto un po' di esperienza - sia nello sceneggiare che nell'interagire con il disegnatore - e cio' condusse a una riscrittura delle tavole su due livelli: il primo fu snellirle, renderle piu' chiare e "fumettabili", e dare al tempo stesso un ritmo migliore a alcune parti del racconto; il secondo fu "adattarle" di piu' allo stile specifico del disegnatore, ovvero a quelli che erano i suoi punti di forza.
Questo secondo punto e', ahime', difficilissimo da realizzare quando si scrive una storia "al buio" (ovvero senza sapere a chi finira') - ma se si ha la fortuna di saperlo (fortuna che io ho avuto
molto spesso, e per cui devo ringraziare mille volte la divinita' degli sceneggiatori) allora e' una manna - vedi anche "Il Segreto del Re degli Elfi" per Alessandrini o la prima delle "Storie da Altrove" per Spada. Stranamente alcune redazioni sono ostili all'idea - probabilmente per ragioni organizzative - ma io penso sempre che e' un peccato non fare un piccolo sforzo in piu' se il risultato e' una cosa fatta molto meglio.
Mancavano dunque le trenta pagine finali - che pero' per come le avevo pensate non mi convincevano affatto. Alla fine la soluzione mi arrivo' in modo quasi indiretto - e in questo rispondo anche a una delle obiezioni che sono state fatte qui nel forum - ovvero durante una discussione su come certe malattie oggi banali e curabili, come l'appendicite, un tempo, diciamo nell'epoca primitiva, potessero risultare tanto incomprensibili quanto mortali. Il punto, nella storia, e' che l'IA aliena e' talmente piu' avanti di noi che per lei "custodire lo spirito di una persona mentre ne ripara il corpo" non e' nulla di piu' complesso di quello che per noi oggi e' sostituire completamente il sangue di un malato. Sono assolutamente convinto che la nostra IA saprebbe addirittura "spiegarci" come cio' e' possibile - semplicemente noi non abbiamo ancora raggiunto il livello tecnologico e intellettivo per capirlo.
Il che fece funzionare meglio il tutto: i nostri paiono morti, il cristallo non riparera' mai piu' la macchina, fine della storia - che e' sempre un buon modo per introdurre un colpo di scena, anche se il finale resta essenzialmente quello che avevo pensato
Lo stesso vale per la radioattivita'. Nei "momenti di lucidita'" l'IA poteva controllarla - con tecnologie a noi sconosciute. Purtroppo erano pochi. Incidentalmente: si', e' "divina", ma nel senso in cui "qualunque tecnologia sufficientemente avanzata e' indistinguibile dalla magia". Pensateci: come potreste spiegare una "risonanza magnetica seguita da un bombardamento mirato con ultrasuoni" - funzionamento dei macchinari incluso - a un assiro?
Curiosita' varie. In originale l'ultima battuta di Martin (ultima vignetta) era "...Preferisco l'avventura". Che mi piaceva perche' chiudeva il suo discorso ma, al tempo stesso, sottolineava anche lo spirito del momento (il team si ritrova su dromedari in mezzo al deserto australiano...) In redazione, pero', il dialogo venne giudicato (forse giustamente) "troppo banale" e sostituito con il piu' originale e frizzante "Coraggio, torniamo a casa".
No, il Cristallo del Tenere' non e' un'altra pietra di Fal... Non credo neppure che l'idea era stata inventata quando il soggetto di questa storia venne scritto.
Leslie sarebbe dovuta tornare, e avevo gia' un'idea per la storia. Cose che succedono...
E' vero, la Terra si rivela un po' un "crocevia celeste". Non a caso... "La Terra, pianeta del Mistero"...
Comunque questa storia voleva solo essere il mio "sequel" al "Ritorno dei Kundingas" e nulla piu'.
Altre cose se mi verranno in mente... Tra l'altro non ho l'albone qui con me, quindi probabilmente altre me ne verrebbero in mente di sicuro. Quasi quasi vado in fumetteria a vedere se ne trovo una copia (molte copie delle mie storie le tengo dove vado in vacanza in collina, perche' era la' che scrivevo di piu')
Ciao!
Vince