CITAZIONE (devero @ 19/2/2017, 18:13)
Buonasera
a distanza di anni questo niubbo ringrazia voi e il buon Beretta.
Ammetto che quando lessi per la prima volta la storia non ne fui del tutto contento, ma credo fosse per i disegni di Sicomoro. Mi ci vuole sempre un poco per abituarmi a un nuovo disegnatore, e già dalla seconda lettura lo apprezzai decisamente. Nel complesso la considero una ottima storia per trama e disegni.
L'unica pecca, a mio modesto parere, è l'uso del deus ex machina che non ho mai sopportato.
Ti ringrazio
Come ho detto spesso, "La Maledizione del Sahara" fu la prima storia a fumetti che scrissi - non solo per MM, ma in assoluto, tra il 1992 e il 1993 (anche se poi uscì nel 1998).
Da lettore avevo amato da morire "L'Ultima Onda" e "Il Ritorno dei Kundingas", così volli omaggiarli intessendoli nella trama. Per lo spirito e la struttura mi affidai alle teorie di Syd Field... e ai blockbuster estivi dell'epoca
Se ho capito bene cosa intendi con "Deus Ex Machina", posso dirti questo. Nella prima versione il finale era simile, ma, a mio, troppo piatto. Poi una sera (ero già a letto) mi venne un colpo di fulmine: la "Macchina" era davvero un "Deus" - un'entità dai potenziali incomprensibili e incalcolabili per noi umani.
A una fiera, quando mi chiesero come
[SPOILERONE]
...potesse resuscitare Martin e i suoi amici con tanta nonchalance, feci questi due paragoni: un uomo primitivo viene colpito da appendicite; questa si trasforma in peritonite e l'uomo muore. Oggi viene operato in sala operatoria e mandato a casa dopo due giorni. Normale routine.
O, meglio ancora, un uomo primitivo ha un arresto cardiaco. E' morto. Oggi invece lo defibrillano e il suo cuore riparte (se va bene). Una normale procedura di routine.
Così pensai che il finale sarebbe stato migliore esattamente con un letterale "Deus Ex Machina". La vittoria dei buoni è curare un "dispositivo impazzito". Dopo ci pensa lui, anche perché probabilmente nessuno si è reso conto dell'incomprensibile immensità dei suoi poteri.
Spero di averti risposto.
Una curiosità. Da quando lavoro in Bonelli le mie storie hanno sempre avuto pochissime correzioni (non includo in ciò, ovviamente, chiarimenti e snellimenti del testo). Ma nella "Maledizione del Sahara" ce n'è una che "ancora mi sta qui", ovvero l'ultimissima battuta.
Nell'originale, Martin diceva "Alla fin fine io preferisco ancora l'avventura". L'avevo scelta per il suo doppio significato: l'avventura appena conclusa, e il discorso appena fatto con Leslie.
In redazione, però, la battuta venne giudicata "troppo banale", e cambiata con...
"Coraggio, torniamo a casa."
"Ah!", mi ricordo che commentai, "Joyce...! Hemingway...! Chi può competere con loro?"
Un giorno, giuro che lo farò, pubblicherò un fumetto con la battuta originale. E coloro che lo ritaglieranno e incolleranno nell'albo potranno dire di avere "il Director's Cut"