Agarthi - Il Forum di Martin Mystère

Volto Nascosto, Miniserie di Manfredi

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view post Posted on 5/4/2011, 17:56
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Il Dybbuk

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7. Il fantasma
E' il momento del gotico, come da manuale del feuilleton. E Manfredi non si lascia sfuggire l'occasione per un albo di svolta, che chiude, per il momento, la sottotrama di Matilde e si concentra su quella abissina, restituendo linfa vitale al personaggio di Ugo, messo in disparte nella "trilogia di Vittorio" precedente. Interessante notare come, alla fine, riguardo a Matilde, Ugo arrivi a fare suoi i propositi di Vittorio e si rivolga al lombrosiano che tanto lo disgustava (anche se la contessa non andrà in manicomio). Interessante notare anche come il "fantasma" del titolo aleggi, in realtà, per tutto l'albo, anzi, probabilmente aleggia più in Africa che a Roma: difatti Vittorio vede Volto come una figura quasi mistica (il fatto che lui voglia smascherarlo per ridurlo a semplice uomo implica un riconoscimento al potere della maschera) e fantasmatica, in un certo senso, è anche la condizione dei militari italiani e degli ascari alleati (Baratieri febbricitante, morale sotto le scarpe, ecc.).
Tutto questo disegnato dal - è proprio il caso di usare questo aggettivo - solito, buon Freghieri (anche se non il migliore, ma il miglior Freghieri risale a vent'anni fa). Tutto sommato sono contento che ci sia stato spazio anche per lui, un po' di Dylan Dog ci voleva, visto anche il passato di Manfredi su quella testata. A questo aggiungiamoci che Marino ha avuto finalmente il ruolo che meritava, riuscendo addirittura a spiccicare qualche parola in vernacolo (ormai m'ero rassegnato), ed ecco un altro albo che, nel suo insieme, mi è piaciuto alquanto e assai.

p.s.: un giorno o l'altro dovrò giocare a riconoscere i politici di pagg.91-92, benché temo che siano quasi tutti inventati.


8. La strada per Adua
'Azz, ad un certo punto credevo che sarebbe arrivato di colpo il 1°Marzo, tanto il ritmo stava accelerando, invece no. In effetti l'albo parte molto lentamente, pare quasi voler perdere tempo: prima il finto "mistero dell'ospite misterioso", poi il sogno (che mi sembra più enigmatico di quel che probabilmente sarà), poi la gita di Ugo e Sim che cita il n.1, quindi la verbosa riunione dei generali italiani (che, come da tradizione, si fanno le scarpe a vicenda)... insomma, 'sta battaglia sembrava non arrivare mai (la cosa è probabilmente voluta, quindi sta bene così). Poi, ad un tratto, puf!, tutti in cammino. Non per niente il titolo è "La strada per Adua": subdolo Manfredi! Affascinante, comunque, la lunga sequenza della mini-carovana italiana composta da personaggi vecchi e nuovi; al contrario, un po' troppo breve, rispetto al modo inquietante in cui inizia, quella con Ugo imprigionato. Ma tant'é, Adua senza Ugo che Adua sarebbe? Puro romanzo seriale d'avventura, questa mini, anche negli antagonisti secondari, che, com'é noto, spesso sono più viscidi degli antagonisti ufficiali: e Ras Sebath e Agos Tafari sono proprio delle canaglie!
Per quanto riguarda i disegni, ammetto che avrei preferito 14 disegnatori diversi, un paio di mysteriani, magari, come Filippucci od Orlandi, piuttosto a loro agio con ambientazioni simili. Respect, comunque, per Nespolino, che fornisce una seconda buona prova, forse leggermentissimamente più imprecisa ma meno statica della prima (per la serie: w la pignoleria! :ahbeh: )
 
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view post Posted on 6/4/2011, 17:49
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Il Dybbuk

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9. Pioggia di sangue
Ah, c'é la cartina! Per fortuna, perché leggendo il fumetto non avevo capito granché di dove e come fossero dislocati i vari monti. Numero un po' così, è molto avvincente e al tempo stesso mi ha un po' annoiato: nel senso che è praticamente tutta battaglia, e, si sa come sono le battaglie, vista una viste tutte. Inoltre ci sono quasi tutti i personaggi del n.6 e, boh, insomma, ho avuto una sensazione di dejà vu per buona parte dell'albo. Ma è stato interessante scoprire il destino dei vari personaggi. Insomma, una contraddizione dopo l'altra, anche dal punto di vista dei disegni, tanto imprecisi all'inizio quanto dinamici e godibili poi, quasi Matteoni avesse preso confidenza man mano che disegnava.

10. Il presidio
Paragnosta d'un Manfredi! :D Nella rubrica dice che il segreto di Volto Nascosto verrà svelato solo nell'ultimo numero (e io addirittura ricordavo certe interviste ove diceva che il volto non si sarebbe mai visto), ed invece: :sasso:
Vabbé, chiaramente s'era capito quale fosse il "segreto" di Volto (perlomeno quello apparente), e per ora non è invalidata la teoria sul suo rapporto a distanza con Vittorio, che mi frulla in mente dal n.4 o giù di lì, e che, per inciso, potrebbe avere una piccola conferma nel sogno allegorico di Ugo (se le cose rimarranno così).
Detto questo, Manfredi è decisamente in vena di burle, in questo numero, se, oltre a quanto scritto sopra, nella rubrica accenna alla tolleranza di Menelik e consorte nei confronti di Agos Tafari e Ras Sebath e poi li fa morire a pag.10 :ehsì: ; per tacer del fatto che, nel giro di un albo, si passa da un evento cruciale come Adua al militare pappone: come a dire, c'é la Storia e la storia, anzi, le storie, e sono le seconde a portare avanti la prima (il che spiegherebbe il sottolineare la mancata partecipazione di Ugo alla grande battaglia).
Sorpresa per sorpresa (almeno per me), ai disegni torna Burak, con alcuni primi piani un po' incerti, ma sempre sulla media positiva della sua precedente apparizione.
 
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view post Posted on 7/4/2011, 18:29
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Il Dybbuk

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11. Il prigioniero di Menelik
La miglior copertina (finora) della serie nasconde un albo alquanto straniante: innanzitutto c'é di nuovo Burak, poi Manfredi dedica mezza rubrica a Baldovino IV (perché portava la maschera, e invece no, è un'invenzione del film), ma è soprattutto la sceneggiatura ad essere costruita in modo da suscitare sensazioni degne di Ai confini della realtà. Si comincia mostrando alcuni prigionieri italiani impiccati, e non si ha il tempo di pensare "azz! poracci!" che si scopre che erano scappati ed avevano seccato alcuni autoctoni. Ed è un po' il leit-motiv dell'albo, questo del "ribaltone", con cui viene fatta credere una cosa ma poi succede il contrario. Quindi ecco francesi che sembrano amare la caccia, e invece no, che sembrano cospirare, e invece no (e invece sì, e invece no), mendicanti che sembrano voler mendicare, e invece no, regine che sembrano non volersi mostrare, e invece sì, Vittorii che paiono irraggiungibili, e invece no, Volti Nascosti che sono esausti, ma sembrano riacquistare vigore, e invece no, Ughi Pastori che si scoprono borgatari, e invece no. Condiamo tutto questo con sogni mistici (ma stavolta a sognare è Vittorio), realistiche ricostruzioni storico-sociali e con il mistero dell'instancabile Mohammed (ma quanto cammina 'sto ragazzo?) ed ecco un albo ambiguo quanto basta a renderlo uno dei migliori della mini.

12. La liberazione
Allora, la rubrica mi ha mandato in paranoia totale: dice che La Stampa pubblicò un'intervista ad Augusto Franzoj prima di Adua, nella quale si parla, in qualche modo, del mistero di Volto. Allora vado su questo meraviglioso sito, mi guardo un po' di scansioni d'epoca, ma l'unica cosa che scopro è che Franzoj si è suicidato nel 1911. Su Volto niente.
Ecco, Volto. Onestamente non ho un'opinione in proposito: ormai tutto è possibile. Potrebbero esserci due Volti Nascosti, uno malato e l'altro no; oppure potrebbe essere bianco, addirittura italiano (il marito di Matilde? Aveva un marito? Boh); Ugo o Vittorio potrebbero prendere il suo posto. Addirittura mi è venuto in mente che potrebbe trattarsi di uno djinn (termine che deriva dall'aramaico "nascosto"). Se indizi sono stati sparsi negli albi sino a qui, questi dovrebbero essere i sogni; i comportamenti di Volto (o "dei Volti") sono analizzati proprio da Ugo in quest'albo, e se Ugo fa un'ipotesi questa o si rivela falsa (Mohammed al posto di Volto), o non è un mistero (la lebbra, svelata già nel n.2).
Tanto più che pare che Volto (o "un Volto") abbia pedinato i nostri in Italia, e a 'sto punto può essere davvero sia un secondo VN, sia uno djinn, sia un'illusione ottica. Pertanto sospendo ogni elucubrazione mentale, tanto manca poco alla fine.
Ad ogni modo, i nostri eroi tornano sani e salvi, e già si riaffaccia lo spettro di Matilde sul rapporto fra Ugo e Vittorio. Certo che alla fine comandano sempre le donne, indirettamente o direttamente che sia, altro che suffragette :P Fra la regina Taitù, che bacchetta pure il marito, e Matilde, inconsapevole (ma neanche tanto) causa di tormenti sentimentali e interiori (nonché di viaggi), qua gli uomini fanno solo la figura dei fessi, come sempre :sigaretta:
 
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view post Posted on 8/4/2011, 08:58
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Il Dybbuk

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13. Medaglia d'oro
Tutti pazzi! Vittorio ammazza tutti, Ugo è tormentato da Volto, Matilde vabbé ormai la conosciamo, Verruca pure ha gli incubi, e Masini per dar retta a Lombroso tanto normale non dev'essere :paz:
Scherzi a parte, è curioso notare come colei che ha dato il via a tutte le vicende sia quella che sta meglio (anche se dubito guarirà del tutto), mentre gli altri, uomini tutti d'un pezzo, stanno perdendo leggermente il controllo: Ugo che si fa sorprendere come un niubbone da un brigante, non è da lui. Poco male, perché questo, in extremis, sembra riportare alla normalità Vittorio, che pareva un reduce dal Vietnam e, come Rambo, era deciso ad eliminare la marmaglia dalle strade (e nemmeno vi riesce). Bel parallelismo fra penultimo e secondo albo (riecco la struttura circolare), dunque, impreziosito da una copertina inutilmente d'impatto ma splendidamente costruita sul dualismo luce-oscurità, e dai disegni morbidi ma, come sottolineato anche sul forum delle miniserie, in grado di rendere bene la lucida follia dei vari personaggi, seppur, qua e là, alcuni volti appaiano un po' deformi (ad es. pag.87 ultima vignetta).
E ora il gran finale, reso ancor più incerto... dalla suora :furia:
 
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view post Posted on 8/4/2011, 17:52
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Il Dybbuk

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14. Dietro la maschera
E alla fine
SPOILER (click to view)
Volto è Vittorio. Ma solo dal n.8 in poi. La risoluzione del mistero è quella più prevedibile, quindi, ma niente di male. Alla fine, djinn a parte, non c'erano molte altre soluzioni: secondo i topoi del genere, doveva essere qualcuno di conosciuto, ma non un personaggio minore, quindi poteva essere solo Vittorio: Ugo no perché sapevo già di Shanghai Devil, e non ce lo vedevo a fare l'africano in Cina; se volete farvi qualche risata, ammetto di avere sospettato per qualche minuto di: un essere soprannaturale (lo djinn), poi di un "complotto" delle donne (Matilde e Sandra) e del conte Antonelli, infine di Verruca. E' che ad un certo punto della serie Manfredi ha cominciato a parlare di 'finale sconvolgente' e sono partito per la tangente; ma sospettavo che si sarebbe andati a parare su Vittorio. In fondo è giusto così: anche l'amico che si vota al "male" e poi si "pente" è un topos, e Manfredi, da narratore consumato qual é, in questa mini i topoi ce li ha messi un po' tutti. E' un topos anche il suicidio per amore, perché quello di Matilde era amore, né per Ugo né per Vittorio, ma per entrambi. Non per niente i due sono due facce della stessa medaglia (d'oro): simili ma diversi, e complementari.
Un po' come i Jack Shepard e John Locke di Lost: al primo non importa niente dei misteri, il secondo trova il senso della sua esistenza solo in essi. Eppure, il secondo muore dopo essersi sacrificato, senza ottenere nulla di concreto; il primo prende il suo posto e vede il cuore dell'isola. Ecco, allo stesso modo, Vittorio vuole vedere la faccia di Volto, ma non vi riesce; in compenso, prende il suo posto, mentendo a tutti, per poi finire depresso e morto ammazzato dall'amico/nemico. Ugo, che aveva altri interessi (materiali e commerciali), vede il vero Volto smascherato, salva l'amico e alla fine prende il posto di entrambi. (tutti topoi anche questi)


Insomma, Manfredi racconta una storia già raccontata milioni di altre volte, "camuffandola" con maestria: in fondo, lo dice lui stesso nella rubrica, raramente la Storia è "Magistra vitae", si tende a rifare sempre le stesse cose. E così ecco che la Storia (avventura coloniale italiana) e la storia (vicende di Ugo, Vittorio, ecc.) diventano metanarrativa.
Conoscendo il pragmatismo dello sceneggiatore in questione, questo sì che è sconvolgente: diavolo d'un Manfredi! :gun:
 
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view post Posted on 19/10/2011, 15:24
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Druido

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finito ora la lettura di questa meravigliosa miniserie. per me è la seconda esperienza in Bonelli per quanto riguarda questa forma editoriale. Che dire , pensavo che nulla potesse superare (a livello di miniserie) Caravan. Medda è sempre stato un oracolo per un dylandoghiano di vecchia data come me, e di Manfredi non avevo mai letto nulla. E che mi combina questo ex cantautore? una chicca assoluta! un 9 e mezzo la mini se lo merita tutta. Personaggi caratterizzati a meraviglia(impossibile non identificarsi con Ugo , per me) , ricostruzioni ambientali supportate da disegni ottimi( Diso inoltre mi riporta alla mente il mitico Jerry) , ricostruzioni storiche puntigliose che tolgono il velo da vicende e periodo storico solo accennati nella storia dei libri scolastici. Il finale è perfetto( sia per Vittorio, sia per Ugo) e la vicenda in generale riesce a risultare attuale per i temi trattati.
Vittorio è l'Italia di cui il popolo (Matilde) si innamora ciclicamente . Spavalda , affascinante , sembra regalarci il mondo ed orgoglio a fiumi. Finisce col portarci inesorabilmente alla rovina. Ugo ben rappresenta l'italia delle persone che tentano ancora di ragionare, di non esasperare l'egoismo della nostra società , ma di creare un benessere collettivo.
Inoltre Vittorio tradisce la patria( Egitto e Libia vi dicono qualcosa ?) , mentre Volto Nascosto combatte gli invasori, per poi ritirarsi, cercava soltanto giustizia. L'affresco della chiesa nemico dello stato , di come ad entrambi non importi in realtà nulla dei prigionieri, e di come usino Vittorio e Volto Nascosto a mo' di pedine chiude il cerchio.
Vignetta finale d'atmosfera, con L'Italia virtualmente in mano allo spirito di chi saprà essere giusto.

Attendo Shanghai Devil trepidante! Manfredi mi ha stregato!
 
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Docteur Mystère
view post Posted on 4/9/2012, 18:22




Voi che l'avete letto com'è? È da un po' che avevo in mente di prenderlo ma volevo prima dai miei sempre molto critici e attenti colleghi Agarthiani!
 
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Docteur Mystère
view post Posted on 27/6/2013, 19:19




Alla fine l'ho comprato e lo sto leggendo ad una velocità pazzesca! Ieri sono arrivato all'ottavo: è veramente stupendo!
Ambientazione, trama, disegni, dialoghi, copertine... rasenta quasi la perfezione! Per ora ho stoppato la lettura del BVZM e la riprenderò solo una volta finita questa splendida miniserie!
Probabilmente, proprio la formula della miniserie permette una qualità maggiore rispetto alle serie "infinite" che, in un modo o nell'altro, devono presentare ogni mese una storia senza poter modificare quasi mai lo status quo dei personaggi rendendoli statici e rendendo, di conseguenza, la trama generale priva di dinamismo.
 
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Docteur Mystère
view post Posted on 28/6/2013, 19:03




Ieri sono arrivato al numero 11... ci sono quasi... ho una curiosità incredibile!
 
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Docteur Mystère
view post Posted on 29/6/2013, 18:16




Finito ieri! Veramente stupendo! Voto:9... forse anche qualcosina in più.... lo rileggerò e deciderò!
Ora cercherò di recuperare Shanghai Devil!
 
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Sergej Orloff
view post Posted on 24/8/2015, 10:25




Per chi si è perso questa bella miniserie di Manfredi, segnalo che verrà riproposta in due volumi della collana Omnibus della Panini Comics. Trovate ulteriori informazioni sul sito Bonelli: http://www.sergiobonelli.it/gallery/39025/...o-Omnibus-.html
 
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view post Posted on 24/8/2015, 14:50
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Vecchio Saggio

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Mini molto bella, superiore di gran lunga a shangai devil.
Non l'avessi letta ci avrei fatto un pensierino.
 
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view post Posted on 31/8/2018, 15:08
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Gran Maestro

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La lessi all'epoca, e oramai dovrei rileggerla.
Ricordo che mi era piaciuta veramente molto, sia per le parti ambientate nel corno d'Africa sia per le parti a Roma e colli romani.
Anche sui disegnatori non ne ricordo nessuno sotto tono.
 
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view post Posted on 20/8/2020, 08:21
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Druido

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Una miniserie che ho letto due volte, e che nonostante la lettura non sia più molto recente, è rimasta molto impressa nella mia mente.
Questa miniserie è infatti semplicemente fantastica e sfrutta al meglio la sua caratteristica di essere appunta una serie limitata di 14 numeri. Difatti, la storia scritta dal bravissimo Gianfranco Manfredi è come un lunghissimo romanzo diviso in 14 capitoli. Il primo numero è uno strepitoso capolavoro, ma anche tutti i numeri successivi non sono da meno. È quindi una miniserie stra-consgiliata in quanto uno dei migliori prodotti Bonelli di sempre.
Oltre alla bellissima storia raccontata in modo eccellente da Manfredi, la miniserie ha goduto di un team grafico davvero eccezionale (Nespolino, Parlov, Rotundo su tutti, ma anche Matteoni, Leomacs, Simeoni e Freghieri), con l'eccezione del pessimo Burak, che realizza delle tavole quasi inguardabili.
Come se non bastasse, la miniserie presenta 14 copertine stupende, disegnate da Massimo Rotundo, che presentano anche una bellissima colorazione.
Un capolavoro della Sergio Bonelli Editore!
Voto complessivo: 9,5
 
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28 replies since 6/9/2007, 09:56   558 views
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